RITIRO ON LINE                                                                                                   
aprile 2016

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

 

 

Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore puro,
pronto ad amare Cristo Signore
con la pienezza, la profondità e la gioia
che tu solo sai infondere.


Vieni, o Spirito Santo
e donami un cuore grande,
aperto alla tua parola ispiratrice
e chiuso ad ogni meschina ambizione.

 

Donami un cuore grande e forte
capace di amare tutti,
deciso a sostenere per loro
ogni prova, noia e stanchezza,
ogni delusione e offesa.

Donami un cuore grande,
forte e costante fino al sacrificio,
felice solo di palpitare con il cuore di Cristo
e di compiere umilmente, fedelmente
e coraggiosamente la volontà di Dio.
Amen.

 

(papa Paolo VI)

 

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

GESU’ SBUCA DA TUTTE LE PARTI !

 

La serie di lectio, iniziata alcuni mesi fa, finalmente ci ha portati a incontrare Gesù Risorto.

Oggi meditiamo sul significato del “far festa”. La festa che oggi celebriamo secondo la liturgia è la festa che dà origine a tutte le feste. Dà origine alla possibilità stessa di fare festa.

Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.

AL SEPOLCRO

11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. (Gv 20, 11-18)

 

9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. (Mt 28,9)

 

9Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. (Mc 16,9)

 

NEL CENACOLO

«Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!»  (Lc 24,34)

 

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». (Lc 24,36)

 

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». (Gv 20,19)

 

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». (Gv 20,26)

 

14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola. (Mc 16,12)

 

 (LUNGO LA STRADA

12Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. (Mc 16,12)

 

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo…..

28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.

(Lc 24,13-16  28-31)

 

SULLE RIVE DEL LAGO

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. (Gv 21,1)

 

 

SUL MONTE

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. (Mt 28,16-17)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

Fare festa

La festa che oggi celebriamo secondo la liturgia è la festa che dà origine a tutte le feste. Dà origine alla possibilità stessa di fare festa. Possiamo fare festa?

La Pasqua  non è soltanto una festa come tante altre, una festa un poco più solenne delle altre. Senza la Pasqua viene meno il senso ultimo del far festa.

 

Porremmo chiederci perché. Perché, così mi sembra, senza la Pasqua ogni festa sarebbe aggredita, nel più profondo, da un dubbio che ucciderebbe il cuore di ogni far festa:... e la morte? E se la morte fosse l'ultima parola? Se la morte fosse l'ultima nostra frontiera?

Ecco, la risurrezione di Cristo, la vittoria sull'ultimo nemico, la morte, ci consente di togliere questo tarlo che tormenterebbe e guasterebbe ogni nostro far festa.

 

Perché far festa?

Perché far festa? Perché Cristo è risorto per noi. E’ bellissimo ripercorrere nei vangeli il succedersi delle manifestazioni del Risorto: questo sbucare del Signore da tutte le parti. Vicino a chi piange, e ti chiama per nome («Donna, perché piangi? Chi cerchi?» ). Vicino a chi cammina, e prende il tuo passo («Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto» ). Vicino a chi dubita, e conforta la tua fede («Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!» ). Vicino a chi cerca, e dà significato all'ultima attesa del cuore («Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro»  ). Vicino a chi ha paura, e dice: non abbiate paura («Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono » ). Vicino a chi è stanco, e prepara pesce arrostito sulle sabbie del litorale («Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade»  ).

 

Il Signore sbuca da tutte le parti

Questo Signore che ormai sbuca da tutte le parti: ora è nel giardino, ora è sulla strada di  Emmaus,  ora è in  un cenacolo, ora è lungo la riva del Iago, ora è sulla cima del monte.

E’ risorto e dunque - perdonate l'espressione – è ancora più «dentro», dentro la storia dell'umanità, fino ad essere dentro la storia di ciascuno di noi.

Se non fosse risorto, saremmo noi qui oggi?

 

E’ malato di noi

A volte mi sorprende e mi commuove questa sua passione per noi. Come se fosse malato di noi. E’ questo il suo male, come è stato scritto: «Suo male era l'amore per l'uomo».

Perché far festa? Perché è il giorno in cui avviene ciò che umanamente sembrava impossibile. Il giorno in cui Dio viene a proclamare che è legittimo attendere l'impossibile.

 

L’orizzonte della speranza

La vita, voi me lo insegnate, sembra fatta apposta per rimpicciolire le nostre speranze: ogni giorno le va riducendo, le accomoda secondo le cose che capitano. Succede a tutti noi di ridurre a poco  a poco l'orizzonte della speranza.

Era successo anche a Maria di Magdala, anche lei aveva finito per rinunciare alla speranza troppo grande. Ora le sarebbe bastato venire ogni giorno a visitare la tomba del suo Maestro e amico  e portare  aromi, portare  profumi.

Cosi come succederà ai due discepoli di Emmaus. «Speravamo» dicono. Ora abbiamo messo la speranza nel cassetto o meglio nella tomba.

Vedete come la vita riduce gli orizzonti della speranza.  Maria di Magdala, sulla soglia della tomba vuota, contempla quello che i suoi occhi non sognavano più di contemplare, ascolta, intenerita dall'emozione, una voce che non avrebbe mai più pensato di udire.

Da quella tomba era uscito il suo Signore. Ma da quella tomba era uscita viva la sua speranza morta.

 

Vedere quello che non sognavamo più di vedere

Forse abbiamo anche noi qualche speranza da risuscitare. Anche i nostri occhi -se crediamo- potranno vedere quello che non sognavamo più di vedere. Anche noi potremo ascoltare voci che non pensavamo più di ascoltare. Queste mani, questo cuore, potranno  inventare cose che umanamente  ci sarebbe parso impossibile  inventare.

 

Dove sono, oggi, i testimoni?

Per questo mi viene spontaneo chiedermi dove sono oggi i testimoni della risurrezione. E mi sembra di sorprenderli nel numero di coloro che, uomini e donne, quotidianamente sanno ricucire le speranze.

C'è un immenso bisogno oggi. Stiamo infatti diventando fragili, fragili e vulnerabili.  Sta dilagando la paura, vanno serpeggiando discorsi senza speranza. Qualcuno dice che tutto è perduto, che tutto è finito. E si crea paralisi, paralisi di fantasia, di immaginazione, di creatività.

 

Ricucire la speranza

E allora tu che credi nella risurrezione, sta -a tutti i livelli- accanto agli uomini e alle donne di questo tempo a ricucire, pazientemente, insonnemente, questa speranza che oggi si è fatta

fragile, debole, indifesa, a rischio di essere sommersa dalla paura.

 

Che Cristo è risorto non lo possiamo dire semplicemente cantandolo nelle nostre chiese, ma seminando la speranza, ricucendo le speranze nel cuore degli uomini e delle donne di oggi, quella speranza che a volte sembra sventolare triste come un drappo strappato  nel cuore di questa  umanità.

 

Il Signore  Risorto ce ne dia il coraggio e la forza.

 

 

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ORATIO  Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Qual è la logica del tuo regno?

Perché devo farlo io?

Non spetta a me.

Sono arrivato fino qui,

dopo anni di studio,

di lavoro,

di sacrifici.

Ho una posizione,

un titolo e un nome.

Sono qualcuno,

e merito rispetto.

Perché dovrei ripartire da zero?

Perché dovrei abbassarmi

fino al più basso dei gradini?

Come fai, Gesù,

a non capire questo?

Perché non mi guardi in faccia

mentre ti parlo?

Perché fai finta di non ascoltarmi?

Perché lavi i miei piedi

e li asciughi

come se tu fossil’ultimo dei servi?

Nell’acqua del catino

ti vedo capovolto:

un dio alla rovescia,

un uomo al contrario.

Fammi capire, Gesù:

qual è la logica del tuo Regno?

(P.R.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati, della Chiesa di Milano)