RITIRO ON LINE                                                                                                   
aprile 2020

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

Signore, tu sei il volto visibile della
Misericordia del Padre.
Lui ti ha mandato a noi
per rinnovare con tutti
gli uomini
la sua Alleanza d'amore
e liberarci dal peccato.
Tu ti avvicini a ciascuno di noi
e ci tendi la tua mano
per sollevarci e renderci
nuovamente capaci
di compiere il bene.
Tu manifesti la tenerezza
e la pazianza di Dio
verso ogni creatura.
 


Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

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L’INCONTRO CON LA MISERICORDIA

 

Sta per terminare il tempo santo e salutare della Quaresima. La lectio di oggi è relativa ad un episodio evangelico che ci sarà proposto dalle liturgie della Domenica delle Palme e del Venerdì Santo: i tradimenti di Pietro e di Giuda, che hanno avuto uno sviluppo del tutto opposto l’uno dall’altro.

 Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. (Marco 14,66-72)

 

66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

CREDERE NELLA MISERICORDIA DI DIO

  Pietro e Giuda, due storie quasi parallele

 

La confessione pubblica 

Il dato che più colpisce, leggendo la passione secondo Marco, è il rilievo dato al tradimento di Pietro (Mc 14,66-72). Esso è prima annunciato da Gesù nell'ultima cena In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai») (Mc 14,30), poi descritto in tutto il suo umiliante svolgimento: « Non conosco quest’uomo di cui parlate!».

Questa insistenza è significativa, perché Marco era una specie di segretario di Pietro e scrisse il suo Vangelo mettendo insieme i ricordi e le informazioni che venivano proprio da lui. È stato dunque Pietro stesso che ha divulgato la storia del suo tradimento. Ne ha fatto una specie di confessione pubblica. Nella gioia del perdono ritrovato, a Pietro non è importato niente del suo buon nome e della sua reputazione come capo degli apostoli. Ha voluto che nessuno di quelli che, in seguito, fossero caduti come lui, disperasse del perdono. 

 

La dinamica che porta al tradimento 

Questo episodio così doloroso per Pietro, ma così istruttivo per noi, ci aiuta a capire (e a scongiurare) la dinamica che porta al tradimento.

Quando la giovane portinaia si avvicinò a Pietro, nel cortile del gran sacerdote, per osservarlo alla luce della fiamma, Pietro si impaurì. Non si era ancora rimesso dalla paura provata durante l'arresto di Gesù, dopo il fallimento del suo colpo di spada. Aveva ricominciato a seguirlo da lontano e non senza una certa apprensione era entrato nel cortile del gran sacerdote. Una parola detta da Giovanni alla portinaia gli aveva permesso di introdursi nel palazzo  e di andare a scaldarsi presso il braciere del cortile.

La giovane serva era impensierita per l'entrata di quello sconosciuto e, notando la sua aria poco sicura, i suoi sospetti aumentarono. Sappiamo quale fu la sua domanda e la risposta di Pietro. Allora pensò di allontanarsi dirigendosi verso il vestibolo, ma la serva lo raggiunse e, anche qui, stessa domanda e stessa risposta ancora più spaventata:

«Non conosco quest'uomo!». Nel frattempo un gallo aveva cantato, ma Pietro non se ne era accorto: era troppo preoccupato della sua sicurezza.

Per non apparire sospetto, si unì alla conversazione del gruppo e ci fu chi lo riconobbe come colui che aveva sguainato la spada e Pietro non trovò altro scampo che negare di nuovo con maggiore energia!

In queste negazioni successive, sempre più insistenti, si rivela l'ingranaggio della colpa. Pietro era stato progressivamente trascinato in una infedeltà sempre più decisa, fino al tradimento, che avrebbe ritenuto impossibile nel momento in cui aveva cominciato a seguire il Maestro. Lui spera di schivare il pericolo dichiarando semplicemente di non sapere, ma il comportamento non fa che esporlo di più a una denuncia e, dopo aver negato una prima volta, è portato a negare con più forza una seconda e una terza volta. La sua prima menzogna e la sua prima infedeltà, oltre a non trarlo di impaccio, lo pongono in una situazione che diventa sempre più inestricabile. È un esempio impressionante della tendenza del peccato a moltiplicarsi e ad aggravarsi, anche se è dovuto solo a debolezza, quando si basa sulla menzogna.

 

Gesù lo fissò 

Il secondo canto del gallo arrivò in tempo per impedire a Pietro di impantanarsi ulteriormente nei suoi falsi giuramenti. E ricordò la profezia del Maestro. Turbato da quel ricordo, si allontana dal gruppo. Proprio in quel momento Gesù esce dalla sala in cui era stato interrogato da Caifa; segue le guardie che lo conducono incatenato, ma volge la testa verso il suo discepolo.

 È l'evangelista Luca che sottolinea il particolare dello sguardo di Gesù come la causa dell'improvviso pianto dell'apostolo: «Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente » (Lc 22,61-62). Il suo sguardo gli fa scoprire la sua colpa, lo risveglia dalla sua incoscienza, meglio del canto del gallo.

 Qui vediamo tutta l'infinita misericordia di Cristo verso il discepolo. Non si è limitato a preannunciargli un segnale che lo fermasse sulla china, il secondo canto del gallo, ma interviene personalmente per riconquistare, con un amorevole sguardo, il cuore di colui che lo ha rinnegato. Il suo sguardo fa comprendere a Pietro la colpa commessa. Fino a quel momento egli si era lasciato istintivamente guidare dalla paura, dal desiderio di sfuggire ai sospetti che pesavano su di lui. Nelle sue negazioni pensava soltanto a se stesso, a salvaguardare la sua vita; non si rendeva conto chiaramente della sua infedeltà, solo perché evitava di pensarci e non voleva diventare pienamente cosciente della realtà del suo comportamento. Ma Gesù compare improvvisamente davanti a lui e lo riporta di fronte alla vera prospettiva. Lo sguardo di Gesù è uno sguardo di bontà che offre il perdono. Nessuna collera, nessuna irritazione in esso; l'unico rimprovero è quello, dolce e silenzioso, di un affetto ferito. Uno sguardo di misericordia ha ottenuto il risultato che non avrebbe ottenuto uno sguardo di rimprovero. 

 

Nessun peccato è più grande della misericordia di Dio 

Per capire fino in fondo la storia del rinnegamento di Pietro bisogna leggerla in parallelo con quella del tradimento di Giuda. Anche questo è preannunciato prima da Cristo nel cenacolo, poi consumato nel giardino degli ulivi. Di Pietro, si legge che Gesù passando «fissò lo sguardo su di lui»; con Giuda fece di più: lo baciò. Ma l'esito fu ben diverso. Pietro, «uscito fuori, pianse amaramente»; Giuda, invece, uscito fuori andò a impiccarsi.

 Dobbiamo capire cos'è che fa la differenza tra l'una e l'altra vicenda: perché le due storie, di Pietro e di Giuda, finiscono in modo così diverso?

Pietro ebbe rimorso di quello che aveva fatto, ma anche Giuda ebbe rimorso, tanto che gridò: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente» (Mt 27,4) e restituì i trenta denari. Dov'è allora la differenza? In una cosa sola: Pietro ebbe fiducia nella misericordia di Cristo, Giuda no!

La Bibbia ci presenta tutta una galleria di queste storie parallele di peccato che si concludono in modo diametralmente opposto. Lo fa per spingerci a fare la scelta giusta. Ad esempio: Caino che ha ucciso Abele; David che ha ucciso Uria.  Caino ha disperato: ha pensato che il suo peccato fosse troppo grande per essere perdonato. David invece ha avuto fiducia nella misericordia di Dio.

Sul Calvario, di nuovo, la stessa vicenda. Lì ci sono due ladroni. Tutti e due hanno ugualmente peccato e si sono macchiati di crimini. Uno però maledice, insulta e muore disperato; l'altro grida: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno», e subito si sente rispondere da lui: «In verità io ti dico: oggi con me sarai in paradiso» (Lc 23,42-43).

 L'insegnamento che scaturisce dalle storie parallele e opposte di Pietro e di Giuda è che non bisogna mai disperare della misericordia. Farlo, significa ritenere il nostro peccato più grande della misericordia di Dio; significa limitare il potere di Dio.

Nell'Antico Testamento Dio diceva già: «Su, venite e discutiamo – dice il Signore –. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.» (Is 1,18).

 Cosa dunque non farà ora che tra il peccato dell'uomo e il perdono di Dio c'è di mezzo il sangue del Figlio suo «che è più eloquente di quello di Abele» (Eb 12,24)? Ogni dubbio e ogni tentazione di disperazione dovrebbe scomparire di fronte a una parola come quella di Giovanni: «In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. » (1Gv 3,19- 20). « Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.  (1Gv 4,16). Noi dovremmo proclamare con uguale forza e in prima persona: «Io ho conosciuto e perciò credo nella misericordia di Dio!».

 

In conclusione 

Una storia che, se non è vera, è però istruttiva. Una volta un bambino, a cui era stata raccontata la vicenda di Giuda, disse con il candore e la sapienza dei bambini: «Giuda ha sbagliato l'albero a cui impiccarsi: ha scelto un albero di fico». «E che cosa avrebbe dovuto scegliere?», gli chiede stupita la catechista. «Doveva appendersi al collo di Gesù!». Aveva ragione: se si fosse appeso al collo di Gesù, per chiedergli perdono, oggi sarebbe onorato non meno di san Pietro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 
Signore Gesù, donaci
lo Spirito per essere tuoi discepoli.
Dona lo Spirito alla tua Chiesa perché ogni battezzato viva
la tua sequela con generosità e gioia.
Donaci la tua forza per imparare a rinunciare a quanto ci allontana dall'Amore del Padre.
Dona la tua Grazia a chi desidera rispondere alla chiamata e ha paura ad affidarsi completamente
a te.
Dona la tua forza a quanti
il Padre chiama alla gioia piena della fedeltà alla grande avventura della Fede.
Dona il perdono a chi fatica a vivere nella fedeltà a te e al tuo Vangelo.
Lo Spirito renda comprensibile
la Parola a chi ti cerca
con cuore sincero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!             

 

(tratto da una lectio proposta in parrocchia nel tempo di Quaresima)

 

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