RITIRO ON LINE                                                                                                   
Assunzione di Maria
2015  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

  Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

Nella festa dell’ASSUNZIONE DI MARIA, proponiamo un riflessione liberamente tratta dagli scritti di don Tonino

 

Bello (“Maria, donna del pane” contenuta in “Maria, donna dei nostri giorni”).

 

Maria, deponendo Gesù nella mangiatoia, con questo gesto fu la prima portatrice del pane di salvezza per tutti

 

noi. Solo mangiando di quel pane non avremo più fame in eterno, e non permetteremo che altri fratelli possano

 

avere fame qui in terra.

 

Buona festa dell’Assunta.

 

 

MARIA, DONNA DEL PANE

 

 

MEDITATIO  

 

«Lo depose nella mangiatoia».

L'evangelista allude: non c'è dubbio. Lui vuole ritrarre Maria nell'atteggiamento di chi riempie il cestino vuoto della mensa. Se è vero che nella mangiatoia si mette il pasto per gli animali, non è difficile leggere in quella collocazione l'intendimento di presentare Gesù, fin dal suo primo apparire, come cibo del mondo. Anzi, come il pane del mondo. 

 

Accanto alla mangiatoia, come dinanzi a un tabernacolo, c’è la fornaia di quel pane. Maria, portatrice di pane, dunque. E non solo di quello spirituale. Deformeremmo la sua figura se la sottraessimo alla preoccupazione umana di chi si affatica per non lasciare vuota la mensa di casa sua.

 

Sì, ella ha tribolato per il pane materiale. E qualche volta, quando non riusciva a procurarselo, forse avrà pianto in segreto. Gesù deve aver letto negli occhi splendenti di sua madre il tormento del pane quando manca, e l'estasi del suo aroma quando, caldo di cenere, si sbriciola sulla tovaglia in un arcipelago di croste.

 

Per questo c'è nel Vangelo tanto tripudio di pane, che dividendosi si moltiplica, e passando di mano in mano sazia la fame dei poveri adagiati sull'erba, e trabocca nella rimanenza di dodici sporte. Per questo, al centro della preghiera da rivolgere al Padre, Gesù ha inserito la richiesta del pane quotidiano.

 

ORATIO

 

Santa Maria, donna del pane, chi sa quante volte all'interno della casa di Nazaret hai sperimentato pure tu la povertà della mensa. E, come tutte le madri della terra preoccupate di preservare dagli stenti l'adolescenza delle proprie creature, ti sei adattata alle fatiche più pesanti perché a Gesù non mancasse, sulla tavola, una scodella di legumi e, nelle sacche della sua tunica, un pugno di fichi. Pane di sudore, il tuo. Di sudore, e non di rendita. Come anche quello di Giuseppe, del resto.

 

Santa Maria, donna del pane, tu che hai vissuto la sofferenza di quanti lottano per sopravvivere, svelaci il senso dell'allucinante aritmetica della miseria, con la quale i popoli del Sud un giorno ci presenteranno il conto davanti al tribunale di Dio. Abbi misericordia dei milioni di esseri umani decimati dalla fame. Rendici sensibili alla provocazione del loro grido. Non risparmiarci le inquietudini dinanzi alle scene di bambini che la morte coglie tragicamente attaccati ad aridi seni materni. E ogni pezzo di pane che ci sopravanza metta in crisi la nostra fiducia sull'attuale ordinamento economico, che sembra garantire solo le ragioni dei più forti. Tu, tempera le lacrime dei poveri ai quali è divenuta troppo amara la terra natale. Alleggerisci la loro solitudine. Non esporli all'umiliazione del rifiuto. Colora di speranza le attese dei disoccupati. E raffrena l'egoismo di chi si è già comodamente sistemato al banchetto della vita. Perché non sono i coperti che mancano sulla mensa. Sono i posti in più che non si vogliono aggiungere a tavola.

 

Santa Maria, donna del pane, ripetici quella frase del Deuteronomio: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Ripeticela,

 

quella frase, perché la dimentichiamo facilmente. Facci capire che il pane non è tutto. Che i conti in banca non bastano a renderci contenti. Che la tavola piena di

 

vivande non sazia, se il cuore è vuoto di verità. Che se manca la pace dell'anima, anche i cibi più raffinati sono privi di sapori. Perciò, quando ci vedi brancolare

 

insoddisfatti attorno alle nostre dispense stracolme di beni, muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità, e torna a deporre nella mangiatoia, come

 

quella notte facesti a Betlem, il pane vivo disceso dal cielo. Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più fame in eterno.

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi.  Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

Amen

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

 

 

(spunti liberamente tratti dal capitolo “Maria, donna del pane” contenuto in  “Maria, donna dei nostri giorni”, di don Tonino Bello, 1935-1993)