RITIRO ON LINE - dicembre 2020     













Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

 

 

(Montserrat – Barcellona)

Quando preghi

rivolgiti a Dio

chiamandolo Abbà, Padre.

Egli ti tiene per mano,

ti attrae con legami

di bontà

e con vincoli di amore.

 

( d. Canio Calitri)

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

  

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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"

 

Gesù pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).

Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di sette domande – un numero che nella Bibbia non è  casuale,  indica  pienezza”.

Questa  presentazione  introduce  le  meditazioni  di  papa Francesco sul Padre Nostro, da lui tenute nelle udienze generali del mercoledì. Sono un  materiale  prezioso da approfondire nei nostri momenti di riflessione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.

 

«Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli…»  (Mt 6, 9)

«Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9,29).

«Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli».   (Lc 22,31-32).

«Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?  »   (Lc 18,7-8).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

BUSSATE E VI SARA’ APERTO

 

La lectio/riflessione di oggi fa riferimento al Vangelo di Luca. Infatti, è soprattutto questo Vangelo, fin dai racconti dell’infanzia, a descrivere la figura del cristo in unatmosfera densa di preghiera. In esso sono contenuti i tre inni che scandiscono ogni giorno la preghiera della Chiesa: il Benedictus, il Magnificat e il Nunc dimittis.

 

Gesù orante

In questa catechesi sul Padre Nostro andiamo avanti, vediamo Gesù come orante. Gesù prega. Nel racconto di Luca, ad esempio, l’episodio della trasfigurazione scaturisce da un momento di preghiera. Dice così:

«Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante» (Lc 9,29).

Ma ogni passo della vita di Gesù è come sospinto dal soffio dello Spirito  che  lo  guida  in  tutte  le  azioni.  Gesù  prega  nel battesimo al giordano, dialoga con il Padre prima di prendere le decisioni più importanti, si ritira spesso nella solitudine a pregare, intercede per Pietro che di lì a poco lo rinnegherà. Dice così: «Simone, Simone, ecco: satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno» (Lc 22,31-32).

Questo consola: sapere che Gesù prega per noi, prega per me, per ognuno di noi perché la nostra fede non venga meno. E questo è vero. Gesù, davanti al Padre, prega per me. Ognuno di noi può dirlo. e anche possiamo dire a Gesù: “Tu  stai pregando per me, continua  a pregare che ne  ho  bisogno”.  Così, perfino la morte del Messia è immersa in un clima di preghiera, tanto che le ore della passione appaiono segnate da una calma sorprendente: Gesù consola le donne, prega per i suoi crocifissori, promette il paradiso al buon ladrone, e spira dicendo: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46).

La preghiera di Gesù pare attutire le emozioni più violente, i desideri di vendetta e di rivalsa, riconcilia l’uomo con la sua nemica acerrima, riconcilia l’uomo con questa nemica, che è la morte.

È sempre nel Vangelo di Luca che troviamo la richiesta, espressa da uno dei discepoli, di poter essere educati da Gesù stesso alla preghiera. E dice così: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Vedevano lui che pregava. “insegnaci anche noi possiamo dire al Signore – Signore tu stai pregando per me, lo so, ma insegna a me a pregare, perché anche io possa pregare”.

 

Insegnaci a pregare

Da questa richiesta «Signore, insegnaci a pregare» nasce un insegnamento abbastanza esteso, attraverso  il quale Gesù spiega ai suoi con quali parole e con quali sentimenti si devono rivolgere a Dio.

La prima parte di questo insegnamento è proprio il Padre Nostro. Pregate così: «Padre, che sei nei cieli». padre”: quella parola tanto bella da dire. Noi possiamo stare tutto il tempo della preghiera con quella parola soltanto: “padre”. E sentire che abbiamo un padre: non un padrone né un patrigno. No: un padre. Il cristiano si rivolge a Dio chiamandolo anzitutto  padre”. In questo insegnamento che  Gesù  dà ai suoi discepoli è interessante soffermarsi su alcune istruzioni che fanno da corona al testo della preghiera.

Per darci fiducia, Gesù spiega alcune cose. Esse insistono sugli atteggiamenti del credente che prega. Per esempio, c’è la parabola dell’amico importuno, che va a disturbare un’intera famiglia che dorme perché all’improvviso è arrivata una persona da un viaggio e non ha pani da offrirgli. Cosa dice  Gesù  a questo  che  bussa  alla  porta, e sveglia l’amico?:  «Vi dico spiega Gesù che, anche  se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono» (Lc 11,9).

 

La preghiera viene ascoltata

Con questo vuole insegnarci a pregare e a insistere nella preghiera. E subito dopo fa l’esempio di un padre che ha un figlio affamato. Tutti voi, padri e nonni, che siete qui, quando il figlio o il nipotino chiede qualcosa, ha fame, e chiede  e  chiede, poi piange, grida, ha fame: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe  al posto  del pesce?» (Lc 11,11).   E tutti voi avete l’esperienza quando il figlio chiede, voi date da mangiare quello che chiede, per il bene di lui.

Con queste parole Gesù fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera resterà inascoltata. Perché? perché Lui è padre, e non dimentica i suoi figli che soffrono.

Certo,  queste  affermazioni  ci  mettono  in  crisi,  perché tante nostre preghiere sembra che non ottengano alcun risultato. Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto – ne abbiamo l’esperienza tutti quante volte abbiamo bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà, sempre. Se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi, cambia il nostro cuore. Gesù ha promesso il dono dello Spirito santo a ogni uomo e a ogni donna che prega.

 

Certezza paziente

Possiamo essere certi che Dio risponderà. L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà. Ce lo ha promesso. Lui non è come un padre che una serpe al posto di un pesce. Non c’è nulla di più certo: il desiderio di felicità che tutti portiamo nel cuore, un giorno si compirà. Dice Gesù: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?» (Lc 18,7).

Sì, farà giustizia, ci ascolterà. Che giorno di gloria e di risurrezione sarà mai quello! Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. Pregare. La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia. È come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, è in cammino, e alla fine di ogni strada, cosa c’è alla fine della nostra strada? alla fine della preghiera, alla fine di un tempo in cui stiamo pregando, alla fine della vita: cosa c’è?

C’è un padre che aspetta tutto  e  aspetta  tutti  con  le  braccia  spalancate.  

Guardiamo questo Padre.

 

(catechesi di Papa Francesco del 9 gennaio 2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

Grazie, mio Dio,

perché in Gesù mi hai rivelato

il tuo volto di Padre.

Tu sei il Padre mio,

il Padre di tutti,

il Padre nostro:

Tutti gli uomini sono figli tuoi

e miei fratelli.

 (d. Canio Calitri)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!            

 

(tratto dalle catechesi di Papa Francesco )

   

  

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