RITIRO ON LINE
febbraio - 2008  
 

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

Spirito Santo, ospite dolcissimo dei cuori,

svela a noi il senso profondo della tua presenza

e disponi il nostro animo a pregare con fede,

nella speranza che non delude,

nella carità che non attende contraccambio.

 

Spirito di verità, che scruti la profondità di Dio,

memoria e profezia della Chiesa,

conduci l'umanità a riconoscere in Gesù di Nazareth

il Signore della gloria, il Salvatore del mondo,

il supremo compimento della storia.

 

Vieni, Spirito di amore e di pace!

 

Spirito creatore, arcano artefice del Regno,

con la forza dei tuoi santi doni guida la Chiesa

per portare alle generazioni che verranno

la luce della Parola che salva.

 

Spirito di santità, soffio divino che muove il cosmo,

vieni e rinnova il volto della terra.

Suscita nei cristiani il desiderio dell'unità piena,

per essere efficacemente nel mondo segno e strumento

dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano.

 

Vieni, Spirito di amore e di pace!

 

Spirito di comunione, anima e sostegno della Chiesa,

fa' che la ricchezza di carismi e ministeri

contribuisca all'unità del Corpo di Cristo;

fa' che laici, consacrati e ministri ordinati

concorrano insieme ad edificare l'unico Regno di Dio.

 

Spirito di consolazione, sorgente inesauribile di gioia e di pace,

suscita solidarietà verso chi è nel bisogno,

provvedi agli infermi il necessario conforto,

infondi in chi è provato fiducia e speranza,

ravviva in tutti l'impegno per un futuro migliore.

 

Vieni, Spirito di amore e di pace!

 

Spirito di sapienza, che tocchi le menti e i cuori,

orienta il cammino della scienza e della tecnica

al servizio della vita, della giustizia, della pace.

Rendi fecondo il dialogo con chi appartiene ad altre religioni,

fa' che le diverse culture si aprano ai valori del Vangelo.

 

Spirito di vita, per la cui opera il Verbo si è fatto carne

nel seno della Vergine, Donna del silenzio e dell'ascolto,

rendici docili ai suggerimenti del tuo amore,

e pronti sempre ad accogliere i segni dei tempi

che Tu poni sulle vie della storia.

Vieni, Spirito d'amore e di pace!

 

A Te, Spirito d'amore,

con il Padre onnipotente e Figlio unigenito,

sia lode, onore e gloria

nei secoli senza fine.

Amen

(SdD Papa Giovanni Paolo II)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro il Vangelo e leggo in piedi il brano dal Vangelo secondo Luca (6,43-46)

 

43 Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.

44 Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.

45 L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

46 Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?

 

Parola del Signore

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO            Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Ciò che domina in questo breve brano è la metafora dell'albero. Gesù, amante e osservatore della natura, sottolinea che non si colgono dolci frutti da arbusti spinosi, come da un cuore cattivo gesti di amore. Per discernere dunque quello che sei e come stai fruttificando nella vita, la preghiera è importantissima, purché non sia uno "sbrodolare parole vuote", ma un chiedere a Dio lucidità di sguardo su di sé e conversione del cuore e della vita.

 

Contesto:

Siamo all'interno del grande discorso della montagna, dove Gesù sviluppa la proclamazione delle beatitudini. Immediatamente prima, ha lanciato l'invito a essere misericordiosi addirittura come il Padre stesso che è Misericordia per essenza. Poi ha messo in guardia dai falsi maestri che "ciechi", cioè incapaci di capire il cuore della Legge e più ancora il suo insegnamento, [l'avere ed essere misericordia (v. 39)], pretendono di insegnare agli altri (v. 40), sono giudici severi degli altri e benevoli verso se stessi (v. 41), Né si credono bisognosi di perdono (v. 42). Dopo il nostro brano, Gesù conclude il discorso della montagna con la parabola delle due case: quella costruita sulla roccia che è la persona impegnata non solo ad ascoltare ma a vivere la Parola di Dio, quella costruita sulla sabbia (perciò senza stabilità e condannata a rovina), cioè la persona che non traduce in vita il suo ascolto orante della Parola. Proprio da questo ricchissimo contesto acquista ancor più colore e intensità di significato l'immagine dell'albero che siamo noi, che è anzi il nostro cuore.

 

 

Approfondimento del testo:

v. 43 "Non c'è albero buono che produca un frutto cattivo, né un albero cattivo che produca un frutto buono"

Il testo originale dice "bello" anziché buono. E' infatti la bontà interiore, la bontà del cuore la "bellezza" di grande qualità. Qui Gesù mi persuade che ciò che io opero dipende da ciò che sono, perché l'albero è immagine dell'uomo. In sé è sempre bello perché "a immagine e somiglianza di Dio" fu fatto. Ma può essersi ammalato perché ha disimparato l'amore, la misericordia. C'è un albero che è, per eccellenza, albero bello, albero della vita: la croce su cui è innalzato "l'Agnello di Dio", immolato per la salvezza.

v. 44 "Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini; né si vendemmia uva da un rovo”.

"La bontà o meno dell'albero - dice p. Fausti - non dipende dalla buona volontà ma dalla qualità dell'albero". E' così: non si sforzerà la vite di produrre uva: la produce spontaneamente. Solo bisogna prendersi cura dell'albero, perché non vi si attacchino i parassiti. Ma il rovo, per sua natura, non darà quello che non potrà mai avere: il dolcissimo fico. Nella versione di Matteo 7,20, leggiamo: “dai loro frutti li riconoscerete”. E risulta chiarissimo che l'agire è espressione irrefutabile di quello che io sono nelle profondità del cuore.

v. 45a       "L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male".

Ecco, Gesù ancora una volta sottolinea il primato dell'interiorità: dell'essere sull'agire! Il valore e la bontà o meno di quello che io opero non sta nell'opera stessa, ma in quello che io sono. Ma quand'è che il mio cuore è buono? Quando lo lascio convertire da cuore di pietra in cuore di carne (cfr Ez 36,26), perché aprendomi interiormente, mi lascio fare misericordia nel profondo di me, accetto e ringrazio di essere perdonato, ed effondo perdono misericordia bontà, là dove vivo.

v 45b "La sua bocca infatti esprime ciò che sovrabbonda dal cuore"

Gesù sottolinea una cosa tanto importante: il fatto che la parola nasce dal cuore, quasi trabocca da esso secondo quanto contiene. E ciò è così vero che la parola, in diretto rapporto col cuore, precede l'agire e determina i rapporti interpersonali. Se nasce da un cuore buono, la parola è balsamo, olio che lenisce, forza che incoraggia; se nasce da un cuore cattivo è veleno da cui nascono le offese, la discordia, ogni rottura . “Perché m'invocate: Signore, Signore e non fate quello che dico?” Nella versione di Matteo 7,21 leggiamo: “Non chiunque dice: Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio”. Così quest'ultima lapidaria affermazione di Gesù ci offre il criterio di fondo per unire preghiera a discernimento in ordine a un serio itinerario di vita cristiana che è vita secondo lo Spirito e da Lui guidata. Preghiera, discernimento intorno a quello che Dio vuole da me, e vita conformata a questo è ciò che, solo, ci realizza.

 

 

Meditiamo attualizzando:

Credere è contemplare spesso quell'albero di vita su cui è appeso il vero frutto di salvezza: Gesù crocifisso e risorto. Sono però anch'io come albero lungo il gran fiume della storia; ed è importante l'interpellarmi: che albero sono? Chi mi avvicina può cogliere da me frutti di comprensione, di bontà, di accoglienza, di aiuto? Oppure metto fuori frutti acidi di aggressività: dapprima con le parole, e poi con tutto un comportamento scostante egoista negativo?

Andare verso l'identità dell'albero buono è possibile, anzi è voluto da Dio! A un patto: che io ammetta di non esserlo in partenza. Ci sono "radici amare" nel mio cuore; non m'impaurisco però. Bisogna anzitutto guardarle in faccia, chiamandole col loro vero nome, per esempio: suscettibilità per cui mi offendo facilmente, tendenza a pretendere più che a donare, risentimento e sensi di antipatia, paura di sacrificare le mie voglie o esigenze, attaccamento egocentrico alle mie idee. Ebbene, è tutto questo che consegno a Gesù - Misericordia del Padre, chiedendo sostanzialmente una cosa: che il mio cuore divenga "buon tesoro": scrigno di misericordia verso tutti, specie per quanti vivono con me.

Non chi dice Signore, Signore ma chi fa la volontà del Padre entra nel Regno, cioè - già qui e ora cammina con Dio e ne diffonde gioia e pace. La volontà del Padre è fondamentalmente questa: che io sia misericordioso! In un crescendo che non ha termine perché la meta dipende da quel "come". "Siate misericordiosi com'è misericordioso il Padre vostro celeste" (Lc 6,36).

Pregare dunque è indispensabile. Non si tratta però di "sbrodolare" parole, ma di quell'umile perseverante "cercare, chiedere, bussare" (cfr Lc 11,9.13) che Gesù ci ha insegnato assicurandoci che certamente ci "sarà dato lo Spirito Santo". E' lo Spirito infatti che mi aiuterà a discernere quale albero sono, a seconda dei "frutti" di cui è bene mi renda conto. Ed è lo Spirito che, se da Lui mi lascio guidare, camminando ogni giorno in luce di vangelo, mi porterà a convertire il cuore, a renderlo quello che il Padre vuole che sia: un cuore solare, a immagine di quello del Signore, un cuore misericordioso.

 

La Parola m’interpella

·         Sono persuaso che la radice del mio agire è il cuore, la mia interiorità?

·         Mi prendo in mano ogni giorno (importante l'esame di coscienza della sera) per vedere quali frutti sono state le mie parole e le mie azioni, oppure mi lascio vivere trascinato dalla mia istintività?

·         Constatando frutti acidi o amari nel mio vivere, mi consegno a Gesù-Misericordia del Padre o mi ripiego su me stesso?

·         Nutro una fede piena di fiducia nella potenza sanatrice del Signore e nella sua croce, mio albero risanante, con la preghiera e la frequentazione dei Sacramenti?

·         Pregare, per me, è ricerca amorosa e assidua per sapere e compiere ciò che a Dio piace? Oppure è un pesante dovere, una piacevolezza del sentimento o che cosa?

·         A che punto sono col cuore solare, radice vitale del mio essere albero chiamato a produrre frutti di misericordia soprattutto?

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

 

 

Mi cerco un posto di quiete e visualizzo il crocifisso,

lo contemplo.

Mi lascio penetrare dalla certezza che mi è "albero di vita e salvezza",

albero che mi risana.

Poi, con tranquillità, mi vedo albero che vuol dare buoni frutti.

E li chiedo questi frutti di vita buona, di un cuore misericordioso.

Li chiedo umilmente,

appassionatamente a Colui che è Misericordia senza fondo.

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!