RITIRO ON LINE - febbraio 2024     










Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

    (Casale San Nicola - Isola del Gran Sasso)

Fammi strada, Signore, conducimi Tu lungo il cammino,

che da sempre hai pensato per me!

Sono passi duri, faticosi… spesso mi lasciano senza forze,

sfiduciato e disorientato.

Proprio in quei momenti, Signore, fammi strada e stringimi forte la mano,

invitami a guardare le tue meraviglie, a toccare con mano il tuo amore.

Fammi strada, Signore, e la tua strada sia la mia, per sempre.

(Luca Rubin – Un minuto con Dio)

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

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I SALMI INSEGNANO A PREGARE

Continua la piccola serie di Lectio suggerite dalla lettura di alcuni salmi. Per fare ciò prendiamo liberamente spunto da alcune riflessioni di padre Ubaldo Terrinoni, (OFM cappuccini), raccolte nel suo libro “I salmi insegnano a pregare”.

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.      Salmo 13 (12)

2Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?

Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

     

3Fino a quando nell’anima mia addenserò pensieri,

 tristezza nel mio cuore tutto il giorno?

Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?

     

4Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,

conserva la luce ai miei occhi,

perché non mi sorprenda il sonno della morte,            

5perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»

e non esultino i miei avversari se io vacillo.

     

6Ma io nella tua fedeltà ho confidato;

esulterà il mio cuore nella tua salvezza,

canterò al Signore, che mi ha beneficato.

 

 

 



MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"

 

  Salmo 13 fino a quando, Signore?

Premessa e struttura letteraria

È il lamento di un fedele che ha la netta e amara impressione di essere abbandonato dal Signore in un terribile momento di prova. Il salmo è anche l'eco di dolore che ogni giorno si leva dalla terra verso il cielo con infinite modulazioni.

Certo, qui si nota che il salmista eleva un accorato lamento, ma non c’è un minimo accenno alla ribellione, alla rivolta. Colui che si lamenta sa di aver gettato «l'ancora» della sua vita in Dio e che può sempre contare su di lui. La conferma si ha dal v. 4, dove lo invoca «mio Dio!».

Il suo cuore è agitato dalla terribile prova e dalla paura e, tuttavia, Dio è invocato come sostegno, come indiscusso punto di riferimento, come ultima spiaggia.

Oltre alla prova schiacciante, l'orante paventa un nemico sempre incombente: la morte; la morte che, come uno spirito malefico, aleggia su tutto il salmo.

«La morte nell'Antico Testamento non viene vista come un semplice evento biologico, bensì come un potere» (G. Ravasi), sul quale può agire solo Dio.

 

La struttura letteraria del salmo è semplice, lineare, esemplare:

vv. 2-3: l’orante si lamenta, si sfoga con Dio (quattro volte ricorre «fino a quando»);

v. 5-5: poi l’orante passa alla preghiera;

      v. 6: si abbandona fiducioso in Dio.

 

vv. 2-3 l'orante si sfoga in un lamento

 

Da lungo tempo il salmista si trova attanagliato da una prova (un male fisico o morale). È all'orlo della resistenza: le forze gli stanno venendo meno. Egli si sente ancora più desolato, perché, da una parte c'è l'inspiegabile silenzio di Dio, il nascondersi di Dio; dall'altra vi sono i nemici, pronti a tripudiare sulla vittima sfinita.

Perciò, non potendone più, prorompe in un accorato lamento: «Fino a quando? ».

Se Dio si facesse sentire in qualche modo...!

Se ci fosse un barlume di speranza che la situazione potesse risolversi...!

Questo già basterebbe a infondergli un po’ di coraggio.

E, invece, quel silenzio, queIl'impressione di essere dimenticato da Dio, riducono il povero tribolato all'orlo della disperazione.

 

Un'eco di questa situazione la troviamo nel salmo 27, dove, nei vv. 8-11, l'orante prega:

«Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto.

Mostrami, signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie».

 

L'orante, raggiunto dallo sconforto, ripete quattro volte il «fino a quando». Il numero quattro nella simbologia biblica indica la totalità dei punti cardinali e, dunque, qui si riferisce all'invasione del dolore da ogni parte, da tutte le direzioni. In breve, la sua persona è tutta un dolore. E quindi il «fino a quando» intenderebbe mettere un limite al suo dolore.

 

vv. 4-5 il salmista prega

Dopo aver dato via libera allo sfogo, il salmista si ricompone e prega, offrendo nuovi elementi del suo caso: le pupille ormai sono spente, la morte è vicina, è come sull'uscio di casa, il probabile trionfo dei nemici, la probabile partita vinta del nemico. Egli pensa con quale gioia cattiva il nemico lancerebbe il grido di trionfo finale: «L'ho vinto!».

 È appunto per questo che egli si aggrappa alla preghiera, come a unica e ultima tavola di salvezza. Egli è sicuro che la sua invocazione arriva al cuore di Dio, pensa bene perciò di essere breve e chiaro: ricorre a tre verbi formulati all'imperativo: «guarda, rispondimi, conserva la luce ai miei occhi».

«La luce degli occhi è il desiderio di vivere intensamente la vita, ma anche il desiderio di vedere le cose con occhi nuovi, nella luce giusta. Per lui non si tratta solo di essere liberato dalla prova, ma di riuscire a vederla con occhi nuovi, diversi» (B. Maggioni).

In questa preghiera, «nessun pensiero di odio o di rancore; anche se si rivolge al Signore sa che i nemici lo stanno spiando, godono del suo dolore e pregustano il trionfo che per loro rappresenta la sua morte. Nessun desiderio, dunque, di vendetta o di castigo. Non si dice al Signore di colpire il nemico, ma semplicemente che il nemico non possa dire: “L'ho vinto!”. Il salmista chiede di essere salvato, non che il suo nemico sia punito» (B. Maggioni).

 

v. 6 il salmista si abbandona  in Dio

 

Alla preghiera segue uno spiraglio di luce. L'orante ha la chiara percezione che Dio s'interessi a lui, che gli abbia rivolto di nuovo il suo sguardo e che lo abbia ascoltato. Ha la felice, gioiosa impressione di essere già fuori del pericolo. In realtà, qui si ha l'ennesima conferma che tutte le preghiere arrivano al cuore di Dio, tutte sono da lui attentamente ascoltate. Egli poi nella sua infinita sapienza sa quando, dove e come risponderci.

Ed è in grazia dell'ascolto della preghiera da parte di Dio che nel salmo viene cambiato il tono; si verifica nell'orante un triplice radicale passaggio: dalla disperazione alla preghiera, dalla preghiera alla fiducia e, addirittura, dalla fiducia al canto.

 

Pregare il salmo oggi: momenti difficili da vivere

 

Vi sono momenti nella nostra vita in cui realmente si fa l'angosciosa esperienza del silenzio di Dio o del suo abbandono; si chiama Dio ed egli non risponde, si cerca con estrema urgenza il suo aiuto e non arriva; si invoca il suo soccorso, ma il cielo è chiuso. E ci si sente sempre più soli, più deboli, fragili, smarriti…

Ed è a questo punto che affiora con forza l'interrogativo: «Fino a quando, Signore?».

Se mi guardo intorno, vedo snodarsi una processione interminabile di persone che portano tutte una croce pesante, una croce che da un momento all'altro minaccia di schiacciarli. È una processione composta da sfiduciati, delusi, stanchi, smarriti, amareggiati, traditi...; è una processione costituita da gente che è giunta al limite dell' impossibile, gente che ha rinunciato all'appuntamento con la speranza, gente che si sente addosso solo sospetti, critiche, maldicenze, calunnie, isolamento...

Si pensi alle tremende tragedie che colpiscono ora una famiglia, ora un'altra...; si pensi ai genitori ai quali è stata sequestrata e uccisa l'unica figlia...; ai genitori il cui figlio di 11 anni è stato sciolto nell'acido; si pensi al malato al quale restano i giorni contati, all'ergastolano per il quale non c'è un domani di libertà, alla signora il cui marito è alcolizzato ed è scandalo per la famiglia, disonore per i figli, dissesto nell'economia; si pensi all'anziano che si avvia al tramonto della vita consumato da una mortificante solitudine; si pensi a tutti coloro che puntano il dito verso di me e di te (che abbiamo il dono della fede) e ci interpellano sullo scandalo del male, sul prosperare del cattivo, sulla sofferenza dell'innocente...

 

Il salmista ricorre alla preghiera

 

Con animo accorato, come a unica tavola di salvezza, egli si aggrappa alla preghiera: prega il Signore che si affretti a intervenire, perché qualcosa «dentro» sta per cedere.

Però, notiamo che la fiducia in lui resta immutata, anche se tanti gli dicono che è inutile pregare, anche se la ragione non trova giusti motivi, motivi ragionevoli per continuare a pregare. La sua speranza resta ancorata in Dio!

 Così rimane confermato da questo salmo che la preghiera non è tanto un «precetto» quanto un bisogno inscritto nel nostro cuore. Gesù nel Vangelo di Luca afferma esplicitamente la necessità della preghiera nella parabola della vedova e del giudice iniquo (Lc 18,1-8).

 

S. Paolo si sintonizza su questa lunghezza d'onda ed esorta i cristiani a dedicarsi alla preghiera:

Col 4,2  «perseverate nella preghiera»;

Ef 6,18 «pregate continuamente»;

lTs 5,17 «pregate senza interruzione».

 

Soprattutto in alcuni salmi viene dichiarata l'esigenza insopprimibile di Dio, avvertita da tutto il nostro essere:

-       «Come la cerva anela ai corsi 'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente» (Sal 42,2-3);

-       «Solo in Dio riposa l'anima mia; lui solo è mia roccia e mia salvezza» (Sal 62,2-3);

-       «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco; ha sete di te l'anima mia,

desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz'acqua» (Sal 63,2-3).

 

S. Agostino nelle Confessioni ci ha lasciato un'esperienza incomparabile:

«Ci hai fatti per te ed è inquieto il nostro cuore finché non riposa in te» (Confessioni 1,1).

 

Ora si comprende meglio perché il salmista continui a pregare, pur trovandosi alle prese con un Dio che tace e non risponde. La preghiera, per lui e per noi, è l'ultima spiaggia, è l'unica tavola di salvezza.

 

Cos'è rimasto della prova?

 

È giusto porci questa domanda, perché il salmista chiude la sua preghiera con l'accenno alla gioia e al canto:

«esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato». Dunque, certamente il Signore gli si è fatto presente. Ha sottratto concretamente il salmista alla morte; ha liberato i suoi occhi dalle lacrime (glieli ha asciugati), ha preservato i suoi piedi dalla caduta, ha cambiato la sua afflizione in gioia.

 Ci si chiede che cosa è rimasto di questa prova squassante nel salmista...

La prova ha la finalità di maturare la persona, di purificarla, di temprarla, di renderla più profonda e più ricca interiormente.

Possiamo precisare anche un'altra importante finalità: «Dio talvolta si nasconde per farci sottolineare com'è angoscioso perderlo e com'è urgente ritrovarlo. Dio si nasconde, Dio tace, non perché si è dimenticato di noi, ma affinché noi dimenticando noi stessi, ricerchiamo soltanto lui» (cf. G. Albanese).

 

Egli, infine, ci sottopone alla prova anche per non farci abituare ai suoi doni. L'esperienza ci conferma largamente che si apprezza un bene solo quando lo si è perduto. Egli, che è il Bene, si sottrae, si nasconde affinché l'uomo avverta la differenza tra la sua assenza e la sua presenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

  

Guarda che questa volta ci devi mettere tutta la Tua forza

per riportarmi in piedi.

Sono arrivato al limite prima di accorgermi di essere diventato

un cumulo di macerie.

Ho tirato fino all’ultimo e poi mi sono ritrovato per terra:

mucchietto di ossa, anima in frantumi, vita che non è più vita.

Quindi dovrai fare gli straordinari, mio Signore,

e metterci tanto di quell’amore che nemmeno immagini.

La mia mano è tesa verso Te (e questo è tutto quello che posso fare).

Al resto pensaci Tu.

(Patrizio Righero - Un minuto con Dio)

 

 

 

 – Un minuto con Dio)

CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti

i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.   Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...   Arrivederci!                                                                   

  

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