RITIRO ON LINE                                                                                                   
gennaio 2020

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

Signore, mio amico,

mi hai preso per mano.

Io andrò senza timore

fino in fondo al cammino.


Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

=============================================================

 

LA FEDE: UN INCONTRO A TU PER TU

 

La lectio di oggi è tratta da una testimonianza di ERNESTO OLIVERO, fondatore del SERMIG e dell’ARSENALE DELLA PACE insieme con la moglie Carla.

Accostiamo alla testimonianza alcuni brani evangelici che in questi giorni abbiamo più volte sentito proclamare dall’altare, per illuminare la nostra vita quotidiana così complessa e talvolta così difficile da “coniugare” con la scelta di fede… (la scelta dell’accostamento dei brani evangelici è nostra, e corrisponde ai testi in “rosso”).

Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. (Luca 2  -  Matteo 2)

 

(Luca 2)

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

 

(Matteo 2)

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,  non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:  da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

Fede è riuscire a vedere anche quando non si vede niente.

 

  Nella mia vita ho sempre viaggiato moltissimo. Ricordo un giorno di tanti anni fa: ero in macchina, in autostrada, già da alcune ore. All’improvviso un temporale, di quelli che ti sorprendono e sembrano non finire mai. Sono dietro ad un tir, decido di superarlo: metto la freccia, mi sposto sulla sinistra, ma devo fare i conti con un imprevisto. Sull’asfalto c’è una grande pozzanghera, l’acqua travolge completamente il parabrezza: non vedo più niente, solo ombre, proprio quello che non ci voleva in una manovra di sorpasso.

Ho vissuto un momento interminabile, uno dei peggiori della mia vita: a destra, l’ombra del tir, a sinistra il guard-rail che quasi mi aspettava. Ho capito in un attimo che se mi spaventavo morivo, se frenavo morivo, se spostavo solo di un millimetro il volante mi schiantavo. Eppure, poco prima, quando avevo deciso di superare il camion, avevo visto davanti a me la strada libera. «Ernesto mi sono detto con estrema lucidità –, se non ti fai prendere dalla paura, tra qualche secondo vedrai di nuovo la strada. È dritta davanti a te».

9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»”. (Lc 2)

Così ho fatto e così è accaduto.

 

Per me è questa la fede: riuscire a “vedere” anche quando non vedi niente, riuscire a vivere anche nei momenti in cui ti sembra di non farcela. La fede è ciò che ti fa superare le tempeste e la nebbia senza perdere la direzione. È il viaggio della vita che ti fa entrare nella Vita. A volte possiamo fare fatica, la nostra debolezza può farci fare delle deviazioni, ma l’importante è puntare alla meta, avere sempre presente la bussola della nostra coscienza. Con saggezza, preghiera, carità.

12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. “(Mt 2)

 

Solo la fede vissuta così ti fa incontrare il vero volto di Dio. Un incontro che può avvenire solo quando è desiderato, atteso con tutte le forze, con il cuore e con la ragione. Nella mia esperienza, ho capito che l’uomo può incontrare Dio solo se accetta questo appuntamento, se lo ricerca nella sua libertà. Perché Dio non è morto, non si nasconde: esiste, è vivo, è vero, da sempre e per sempre.

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. (Lc 2)

 

Chi accetta questo incontro entra in una dimensione molto particolare, a tu per tu, mente a mente, cuore a cuore, mano a mano con Dio. Non è un incontro scientifico, matematico, frutto di un ragionamento. Parte dall’intimo, dall’assurdo; il ragionamento viene dopo. È un salto nel buio per trovare la luce: una luce grande e non spiegabile.

Avvenuto l’incontro, tutto può concorrere a vivificarlo, anche le cose minime e insignificanti: una foglia verde o secca, un vetro rotto, la polvere, un volo di gabbiani, oppure i fatti imponenti e tragici che facciamo fatica a comprendere.

20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. (Lc2)

 

Il silenzio è il linguaggio di questo incontro d’amore. Nel silenzio, una Presenza raggiunge l’uomo, lo avvolge, gli penetra dentro, gli insegna ad amare con il cuore di Dio. Un amore che si alimenta di preghiera, di gratuità, senza pretendere, felice di amare e di essere amato. La presenza di Dio accompagna l’uomo e la donna in ogni momento della giornata. Li illumina, li consola, li redarguisce, li frena, li rivela a se stessi. Un cammino di misericordia, sempre.

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».

(Mt 2)

 

 “Per questo incontro con Dio, l’uomo è disponibile a percorrere il lungo viaggio dall’umano al divino, dal peccato alla misericordia alla purezza, dall’individualismo alla fraternità. Un percorso non facile, non lineare, carico di rischi e di cadute; un percorso che chiede la fede e l’invocazione alla fede. L’incontro, il vero e intimo incontro con Dio, cambia la vita: lo stesso volto di prima, le stesse mani, lo stesso sguardo si trasformano e il prossimo che incontriamo può avvertire che in Dio ci siamo già conosciuti, ci siamo già capiti. La preghiera diventa vita, diventa concretezza.

 

Io l’ho imparato dai miei genitori. Ricordo mia madre che pregava ed era capace di spartirsi con chiunque, nell’ascolto degli affanni altrui. Eravamo negli anni del dopoguerra e lei si toglieva il pane di bocca per me e per i miei fratelli: senza prediche, ho subito capito che chi pregava era una persona attendibile che si donava agli altri, che sapeva affrontare ogni sacrificio senza farlo pesare.

Mio padre non era un credente come mia madre, ma era un uomo onesto, di buona volontà; non andava a messa tutte le domeniche, ma viveva la giustizia. Avrebbe potuto prendere bustarelle, approfittare del suo lavoro in un ente pubblico per avere favori, invece applicava la legge anche nelle minime cose,  nella vita di tutti i giorni e con noi figli.

 

Mia madre mi ha fatto respirare la fede concreta, mio padre la giustizia. Da loro ho imparato fin da piccolo che certi miei no, certi miei egoismi indebolivano l’incontro con Dio. Crescendo, ho capito che il desiderio di amare, il desiderio di trovare il senso della vita arrivano ad un approdo solo se si chinano sui miseri, sugli ultimi della propria famiglia, del proprio paese, della propria città, del proprio mondo.

11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.  “ (Mt 2)

 

Negli anni, me lo hanno dimostrato decine di giovani, ragazzi e ragazze che hanno dato la vita per un ideale, persone apparentemente insignificanti che si sono consumate per gli altri: «Posso servire? Posso fare qualcosa?».

Mi hanno insegnato che la vita ha senso solo quando asciughiamo una lacrima, incoraggiamo chi è nel dubbio, facciamo pensare qualcuno troppo sicuro di sé.

“…per loro non c’era posto nell’alloggio  “ (Lc2)

 

Un giorno, l’ho spiegato anche a Giacomo, un ragazzo di diciassette anni che non pensava minimamente a certe cose e che da un momento all’altro mi ha fatto la domanda della vita: «Ma Dio esiste?». Sì! Dio esiste perché il mio cuore me lo conferma. Dio esiste perché vedo che, quando provo rancore contro una persona e prego, riesco a trasformare quel sentimento in pazienza. Il giudizio scompare, mi acquieto, ritrovo la pace. Dio esiste perché quando ho dei soldi che potrei usare per me, donandoli mi sento più felice. Ecco, in quella felicità, Dio esiste. E se Dio esiste, allora mi dono. Se Dio esiste veramente, io perdono. Se Dio esiste veramente, il mio peccato non mi ferma. Se Dio esiste veramente, allora rico- mincio da capo. Dio esiste e non ha bisogno di me di nessuno per dimostrare se stesso, ma ha bisogno di me, di noi per dimostrare il suo amore.

 

Se accettiamo questo metodo, la nostra fede sarà contagiosa, sarà un segno di speranza per chi ci incontra, un esempio che non avrà bisogno di parole. Non siamo chiamati a fare altro che sentirci amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore là dove siamo. Siamo bancari, dottori, casalinghe, insegnanti, operai? Svolgiamo il nostro lavoro da cristiani! Il cristiano non ruba, paga le tasse, ama la giustizia, non lascia solo nessuno, non diventa uomo di potere, ma è a servizio del bene. Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, disperato, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti. Dovremmo fare di tutti i condomini dei condomini di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato.

18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.  “ (Lc2)

 

Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe poter dire: «Vado a casa mia» e bussare alla porta di una chiesa, una parrocchia, un monastero, una comunità… Una casa dove incontrare cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti, compagnia per l’abbandonato, speranza per il disperato, maestri buoni per i giovani, difensori dei bambini.

Chi ci incontra dovrebbe poter dire: «Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che mi vuole bene, che mi ha guardato senza giudicarmi».

9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce  “ (Lc2)

 

È uno sguardo di fede che non esclude nessuno, che alimenta la speranza, che ci fa dire: «Coraggio, c’è posto anche per te, anche tu puoi cambiare, io sono stato perdonato, puoi essere perdonato anche tu; io sto facendo qualcosa di buono, tu puoi fare qualcosa di ancora meglio».

Tutto questo è possibile solo con la preghiera, solo chiedendo ogni giorno al Signore:

«Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi parlare o tacere come faresti tu». Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto, potrà pensare: «Anche per me c’è spazio, anch’io mi posso alzare e camminare. Anch’io ho incontrato Dio».

 

Ernesto Olivero  (2012)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Anche nel mio cuore

Ecco la tenda di Dio

con gli uomini!

Egli abiterà con loro

ed essi saranno

suoi popoli

ed egli sarà il

Dio con loro,

il loro Dio.


Egli asciugherà
ogni lacrima
dai loro occhi
e non vi sarà più
la morte né lutto
né lamento né affanni,
perché le cose di prima sono passate.


(Ap. 21,3-4)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!  

 

(tratto da una testimonianza di Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG e dell’ARSENALE DELLA PACE)