RITIRO ON LINE
giugno - 2008  
 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

Spirito di verità, che scruti la profondità di Dio,

memoria e profezia della Chiesa,

conduci l'umanità a riconoscere in Gesù di Nazareth

il Signore della gloria, il Salvatore del mondo,

il supremo compimento della storia.

 

Vieni, Spirito di amore e di pace!

 

Spirito creatore, arcano artefice del Regno,

con la forza dei tuoi santi doni guida la Chiesa

a varcare con coraggio la soglia del nuovo millennio,

per portare alle generazioni che verranno

la luce della Parola che salva.

(Giovanni Paolo II)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro il Vangelo e leggo in piedi il brano dal Vangelo secondo Luca (9,10-17)

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». 15Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

 

Parola del Signore

 

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO            Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Fin dai tempi più antichi si è data grande importanza a questo miracolo. È l'unico che tutti e quattro gli evangelisti narrano. Matteo e Marco lo riportano due volte. Quanto subito c'impressiona è l'enorme folla (5.000 uomini senza contare donne e bambini) che fa da sfondo al racconto. Quale fascino doveva esercitare Gesù su tutta quella gente che aveva il coraggio di seguirlo dovunque andasse!

Alcuni particolari come il luogo deserto e l'accamparsi in gruppi all'aperto, rievocano l'assemblea d'Israele nel deserto, in viaggio verso la terra promessa.

Il gesto che Gesù sta per compiere è "segno" allusivo alla manna nel deserto; eppure è una realtà del tutto nuova: l'irrompere della Nuova Alleanza, della nuova Vita di cui il "Pane"- simbolo di quello che nell'Ultima Cena Gesù trasformerà nel mistero del suo Corpo - sarà alimento e forza durante il lungo "Esodo" da ogni tipo di schiavitù, quell'Esodo che è l'esistenza stessa del cristiano.

 

Contesto:

Interessante il fatto che Luca colloca questo miracolo tra due scene in cui si vuol sapere chi sia Gesù. Nella prima (vv.7-9) è Erode il fosco personaggio che, invidioso della fama suscitata dal potere di Gesù sulle più diverse realtà, è attanagliato da una curiosità tutt'altro che positiva. Nella seconda (vv. 18-20) è Pietro che approda alla verità nel riconoscere che Gesù è il "Cristo di Dio". Sembra che Luca voglia dirci: solo chi si lascia saziare da questo pane (il "Pane della vita" - Gv 6,35) può riconoscere in Gesù il Dio che salva. Un altro particolare che non va disatteso: il miracolo avviene subito dopo che gli apostoli, mandati da Gesù "ad annunziare il Regno di Dio e a guarire gli infermi" (9,2), ritornano da Gesù raccontando l'esperienza della loro missione. Luca vuol dunque sottolineare il fatto che ogni attività missionaria porta a conoscere Gesù ma ha il suo coronamento nell'Eucarestia che è anche la "fonte" d'ogni vera missionarietà. Essa è davvero fondamento e compimento della Chiesa di Dio!

 

Struttura del testo:

Richiama quella moltiplicazione di 20 pani d'orzo e farro realizzata dal profeta Eliseo che sfamò 100 persone (2Re 4,42-44).

vv. 10-11     Gli Apostoli ritornano da Gesù dopo essere stati da Lui inviati. Ora Egli li chiama in disparte nei dintorni di Betsaida. La folla irrompe in quella intimità, affascinata dal Rabbi che ovunque compie prodigi. Gesù l'accoglie, parla del regno, guarisce.

vv. 12-15     Si rivela la preoccupazione dei dodici mentre si evidenzia fermo il parlare e l'agire di Gesù in ordine alla sua volontà di sfamare tutti, proprio attraverso i discepoli. Riecheggia il "Fate questo in memoria di me" (1Cor 11,24) di paolina memoria. Ancora a proposito di confronti numerici. Con 20 pani d'orzo Eliseo sfamò 100 persone, con 12 Gesù ne sfama 5.000! L'azione del profeta era preludio della realtà-Cristo.

v. 17  Sembra richiamare la seconda beatitudine: "Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati" (Lc 6,21a). È la beatitudine di una sazietà allusiva a quella di chi "mangia il pane nel regno di Dio" (Lc 14,15).

 

Approfondimento del testo:

"Li prese con sé e si ritirò".

Gesù si sottrae all'insana curiosità di Erode e nello stesso tempo offre ai dodici uno spazio d'intimità che, unendoli di più a sé, li abilita ad una conoscenza interiorizzata della sua Persona: indispensabile premessa per condurre anche altri a conoscere Gesù.

"Le folle lo seguirono... Egli le accolse (...) I dodici dicevano: congedali..."

Il comportamento di Gesù è opposto a quello degli apostoli: in Lui l'accoglienza, negli altri il timore. In At 28,30-31 costatiamo che anche il cuore convertito di Paolo, si comporta proprio come Gesù: accoglieva, annunziava il Regno. Non si può "sfamare" nessuno, a nessun livello, se anzitutto non si accoglie la persona . San Paolo esorta: "Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi" (Rm 15,7). Accogliere infatti è l'espressione dell'amore e di quel gesto del pane "spezzato e donato" che è l'Eucarestia. Marco dice che Gesù "si commosse perché erano come pecore senza pastore" (Mc 6,34). Qui dunque l'"accogliere" sottintende tutto il profondo sentire di Gesù. Gesù accoglie, raduna, sfama; gli apostoli vorrebbero congedare le folle. Due ottiche: la prima è quella del Regno di Dio e dell'amore, la seconda è la logica del calcolo, frenata da paure. Solo la prima costruisce comunione.

"Dategli voi stessi da mangiare".

Gesù vuole abilitare i suoi al dono (date voi stessi): qui più che mai il "mangiare" è legato al "dare". Solo il "dono" è sorgente di vita! Se imparano a fidarsi di Dio e a uscire da calcoli, gli apostoli leggono i "segni" (5 sono i pani e 2 i pesci: 7 è simbolo della realtà che contiene ogni compiutezza!). È nella fiducia, nel contare sul dono di Dio che si diventa capaci di dono ai fratelli.

"Erano circa cinquemila uomini".

Questo numero richiama la comunità primitiva di Gerusalemme dopo Pentecoste (cfr At 4,4) che, assidua nella "frazione del pane", nella preghiera e nell'unione fraterna (cfr At 4,42-48) viveva il dono reciproco sostenuta dal dono di Gesù (cfr At 4,32-35).

"Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti".

Gli apostoli, obbedendo alla Parola di Gesù, diventano anch'essi gente che accoglie. Il testo originale è: "li invitarono a sdraiarsi". Il termine dice che questo pasto è quello della convivialità (sdraiati su cuscini mangiavano gli Ebrei) e della pace; non è segnato dalla fretta come quello consumato in piedi nell'Esodo dall'Egitto (cfr Es 12,11).

"Ora presi i 5 pani..."

In questo nucleo centrale del brano sono da rilevarsi i termini inequivocabilmente eucaristici: prendere, pane, levare gli occhi, benedire, spezzare, dare, mangiare, distribuire, tutti. I verbi sono all'aoristo, nel testo originale esprime azione precisa, del tutto compiuta. "Dare" però è all'imperfetto. Iniziato allora, continua nel tempo per mano dei discepoli succeduti ai dodici. Il pane è sintesi e vertice di tutto il creato perché Gesù lo tramuterà nel suo corpo (cfr Lc 22,7-20). È in questo pane che Creatore e creazione in Gesù si congiungono. In questo pane infatti il Padre sfama il bisogno di vita infinita e divina che ha messo nel cuore dell'uomo.

 

 

La Parola m’interpella

·         Nella mia vita avverto il bisogno di seguire Gesù, di essere fedele a momenti di stretta intimità con la sua Persona? Persevero nell'ottemperare a questa vitale necessità?

·         Che posto ha l'accoglienza "dell'altro" nelle mie giornate? Accolgo nella gratuità o il mio agire è frenato da calcoli e paure?

·         Vivo (in casa e fuori) il sedere a mensa? C'è gratitudine, gioia di scambio, reciprocità di attenzioni o chiusure, fretta, egoismo?

·         Recepisco l'Eucarestia come il Pane che nutre e fa crescere in me l'identità di una vita, proprio dal mistero del Pane (leggi corpo!) spezzato di Cristo, elevata a natura divina?

·         Gesù Parola e Pane della mia vita: è così per me? E come? Dentro quali ritmi?

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

All'aperto rivivo il senso di accoglienza e di pace che Gesù vuol comunicarmi.

Poi davanti a Gesù Eucaristico,

libero dal mio cuore il grazie per il suo essersi fatto Pane,

alimento unico e insostituibile alla mia fame.

Gli chiedo di diventare anch'io, in Lui, pane spezzato e donato.

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

ACTIO           Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!