RITIRO ON LINE                                                                                                   
giugno
2014  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

Cantate al Signore un canto nuovo;

la sua lode nell’assemblea dei fedeli.

Gioisca Israele nel suo creatore,

esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,

con tamburelli e cetre gli cantino inni.

Il Signore ama il suo popolo,

incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,

facciano festa sui loro giacigli.

Le lodi di Dio sulla loro bocca

(dal salmo 149)

 

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

LE VIE PER LA FELICITA’

 Nelle beatitudini Gesù indica il cammino verso la vera felicità, che non è un sentimento bensì un’attitudine; non si basa su ciò che si possiede, ma su una gioia interiore, ben più profonda, che possiamo incontrare nell’intimo di noi stessi.

 LA QUARTA VIA: LA GIUSTIZIA

 

         

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.   

 

«Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati» (Mt 5,6)

  

«Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per defraudare gli orfani»(Is 10,1-2).

 

«Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia» (Ger 33,14-16).

 

«Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia» (Os 10,12).

 

«Tu ritorna al tuo Dio, osserva la bontà e la giustizia e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza. Canaan tiene in mano bilance false, ama frodare. Efraim ha detto: "Sono ricco, mi sono fatto una fortuna; malgrado tutti i miei guadagni, non troveranno in me una colpa che sia peccato» (Os 12, 7-9)

 

«Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese.

Non ha più forza la legge né mai si afferma il diritto. Il malvagio infatti raggira il giusto e il diritto ne esce stravolto» (Ab 1, 3 -4)

 

 

«Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: "Voi farisei pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Date piuttosto in elemosina quello che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l'amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".

Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: "Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: 'Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno', perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito".

Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca»

(Lc 11,37-54).

 

«Chi vuol salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?» (Lc 9,24-25).

 

«Il regno di Dio infatti non è cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo; chi si fa servitore di Cristo in queste cose è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,17-19).

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

Quarta via: la giustizia

«Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati» (Mt 5,6)

 Di fronte a determinate situazioni della nostra vita, diciamo: «Spero che sia fatta giustizia»; o ancora: «Anche se la giustizia umana sbaglia, prevarrà quella divina».

Questa giustizia che desideriamo è quasi sempre per una nostra causa, ossia, invochiamo la giustizia quando siamo noi che patiamo un torto. Questo desiderio è legittimo, ma non è di questa giustizia che parla Gesù in questa beatitudine; non si tratta del desiderio apparentemente "egoista" che mira a un'azione positiva in nostro favore a scapito di un altro che ci fa soffrire.

La giustizia che Gesù proclama va oltre.

Ricordo una conversazione con una signora che mi disse: «Voglio che gli assassini di mio fratello muoiano senza pietà. Voglio giustizia!». Umanamente parlando, si può comprendere il dolore di questa donna, ma la nostra coscienza cristiana ci avverte che il desiderio di vendetta non è giustizia.

 

Che cos' è allora la giustizia?

La parola latina da cui deriva “giustizia”, sostanzialmente significa rispetto dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte ad una convenzione sociale. È il principio base di un accordo che ha come obiettivo quello di mantenere l'ordine sociale mediante la conservazione dei diritti stabiliti.

Nell'antica Roma la giustizia veniva raffigurata con una statua con gli occhi bendati, per significare che tutti erano uguali davanti ad essa, tutti avevano uguali garanzie legali, o ancora tutti avevano uguali diritti. Come a dire che la giustizia deve perseguire l'uguaglianza tra i cittadini.

 

La giustizia nella scrittura

Nella Sacra Scrittura questo appello alla giustizia lo ascoltiamo dalla bocca dei profeti che non hanno timore di denunciare le oppressioni patite dai poveri: 

«Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per defraudare gli orfani» (Is 10,1-2).

 

«Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia» (Ger 33,14-16).

 

«Seminate per voi secondo giustizia e mieterete secondo bontà; dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga e diffonda su di voi la giustizia» (Os 10,12).

 

«Tu ritorna al tuo Dio, osserva la bontà e la giustizia e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza.

Canaan tiene in mano bilance false, ama frodare. Efraim ha detto: "Sono ricco, mi sono fatto una fortuna; malgrado tutti i miei guadagni, non troveranno in me una colpa che sia peccato» (Os 12, 7-9)

 

«Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese.

Non ha più forza la legge né mai si afferma il diritto. Il malvagio infatti raggira il giusto e il diritto ne esce stravolto» (Ab 1, 3 -4).

Quando Gesù parla delle persone che sono beate a motivo della fame e della sete di giustizia, sta riscattando questo profetismo senza la paura che ha mosso i grandi profeti del popolo di Dio.

Ciò che muove il profeta è la disapprovazione di chi va contro il desiderio di Dio di uguaglianza tra le persone. L'oppressione, l'asservimento, la manipolazione, di qualunque tipo siano, devono essere volutamente denunciate. La bocca del profeta non pronuncia però soltanto denunce, ma soprattutto messaggi di vita piena di dignità.

Nel vangelo di Luca (19, 40) Gesù dice che se tacerà la voce dei suoi discepoli, parleranno le pietre, cioè, niente e nessuno può far tacere le voci che gridano per un mondo migliore.

Questo passo biblico dice che anche noi, come discepoli, abbiamo la missione di profetizzare oggi, di essere una voce che grida nel deserto, come quella del profeta Giovanni Battista, anche se sembra che gridiamo invano. Peggio sarebbe se tutti si adattassero alle realtà disumane che devastano la vita di milioni e milioni di persone.

Gesù si è comportato da grande profeta nei confronti del potere oppressivo, anche religioso, del suo tempo. Non ha temuto di dire la verità, neanche per convivere comodamente con il potere oppressivo. Aveva ben presente la missione che gli era stata affidata, l'annuncio del Regno di Giustizia. Ci è ben noto questo passo biblico, ma vale la pena leggerlo con occhi critici, per osservare il coraggio del Maestro nel pronunciare queste parole - una scuola di profetismo per tutti noi che troppe volte tacciamo per timore di comprometterci:

« Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola.……

Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca»

(Lc 11,37-54).

 La persecuzione contro Gesù, la sua condanna e la sua morte sono state conseguenze di questo suo impegno nei confronti della verità.

 

Il frutto della giustizia: essere saziati

La sazietà di cui parla Gesù non è di tipo fisico e materiale.

Avere fame e sete di giustizia è un desiderio che proviene dall'anima, dalla natura, per cui questa sazietà è qualcosa che fa traboccare l'anima.

Coloro che lottano per la giustizia (la vera giustizia), non difendono una propria causa, ma agiscono in nome di ideali di un mondo più giusto e solidale. Così, in questo "essere saziati" non è contemplata la vendetta, poiché la vendetta non sazia, non cura.

Nella storia dell'umanità, ci sono state innumerevoli persone che hanno dato la loro vita per la costruzione di una società ideale. Per quanto questo impegno sembri condannare il profeta a un mondo di delusione, il frutto di questa beatitudine non sta nella trasformazione completa della situazione presente, ma nelle piccole conquiste.

Non stiamo lottando con un animaletto indifeso, ma con poteri dominanti mossi dal più ferreo egoismo di alcuni oppressori.

Per questo, qualunque vittoria, per piccola che possa sembrare, già è motivo di sazietà, di dovere realizzato.

 «Chi vuol salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?»

(Lc 9,24-25).

Guadagnarsi la vita e non rifugiarsi in "un'isola felice" senza correre rischi e pericoli, desiderare ardentemente, e non solo desiderare, ma lottare perché la vita vinca, trionfi, nonostante tutte le cattiverie e le forze che ci opprimono. Quelli che agiscono così possono chiamarsi discepoli di Cristo; saranno saziati e vivranno pienamente.

 «Il regno di Dio infatti non è cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo; chi si fa servitore di Cristo in queste cose è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,17-19).

 

 

 

ORATIO   Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Guardando a Te, Signore della giustizia

che bello!

Oggi ci fai vedere chiaramente

che gli uomini sono poveri umani:

giudici, condannati, poveri, ricchi

fedeli, infedeli

Chi siamo? Da che parte corriamo?

Che bello! Oggi ci inviti ad una

gara di chiarimento:

dove corri uomo?

Che bello! Tu Signore della giustizia,

che bello sentire la Tua parola

che promette terra buona

per tutti.

Una parola che promette

un abbraccio per tutti.

Una parola che promette

un’eredità per tutti

Che bello riconoscere

la nostra pochezza anche oggi:

solo chi è come noi merita il nostro pane,

solo chi è come noi merita la nostra comprensione,

solo chi è come noi merita la nostra condivisione,

gli altri solo pietre,

sono pericolo di rotture di equilibri.

Che bello oggi invece

poter ascoltare te, Signore

dell’uguaglianza e della giustizia,

che ci inviti a lasciarci stravolgere

dalle tue promesse:

terra, abbracci e condivisione

sono dono per tutti perché

dati a tutti da Te, Signore

 

 (liberamente tratto da una preghiera di Alberto Signorini)

 

 

 

  

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

Amen

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

 

(spunti liberamente tratti da una riflessione di padre Erlin, missionario claretiano)