RITIRO ON LINE                                                                                                   
luglio
2014  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

 

«Dio dei padri e Signore della misericordia,

dammi la sapienza,

che siede accanto a te in trono,

e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,

perché io sono uomo debole,

incapace di comprendere la giustizia e le leggi.

Con te è la sapienza che era presente

quando creavi il mondo;

lei sa quel che piace ai tuoi occhi

e ciò che è conforme ai tuoi decreti.

 

Inviala dai cieli santi,

perché ci assista e ci affianchi nella fatica

e noi sappiamo ciò che ti è gradito.

Ci guiderà con prudenza nelle nostre azioni

e ci proteggerà con la sua gloria.

Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,

se tu non gli avessi dato la sapienza

e dall’alto non gli avessi inviato

il tuo santo spirito? ».

(dal libro della Sapienza)

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

 LE VIE PER LA FELICITA’

 Nelle beatitudini Gesù indica il cammino verso la vera felicità, che non è un sentimento bensì un’attitudine; non si basa su ciò che si possiede, ma su una gioia interiore, ben più profonda, che possiamo incontrare nell’intimo di noi stessi.

 

LA QUINTA VIA: LA MISERICORDIA

 

         

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.   

 

 

«Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5,7)

 

«Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello» (Mt 18, 23-35).

 

«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34)

 

«A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? » (Gc 2, 13-14)

 

«E infine siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili. Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene. A questo infatti siete stati chiamati da Dio per avere in eredità la sua benedizione»  (1 Pt 3,8-9)

 

«Le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia» (Rm 15, 9)

 

«Quante volte devo perdonare, fino a sette ... ?». Gesù risponde: «Non dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette!» (Mt 18,21-22)

 

«Con la misura con la quale avete misurato, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,38)

 

«Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.

Perdona l'offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?

Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile, e osa pregare per i suoi peccati?

Ricordati dei comandamenti e non aver rancore verso il prossimo, dell'alleanza con l'Altissimo e non far conto dell' offesa subìta».  (Sir 28, 1-9)

 

«Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice! »

Gesù allora gli disse: "Simone, ho da dirti qualcosa". Ed egli rispose: "Di' pure, maestro". "Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo sia colui al quale ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo.

Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "I tuoi peccati sono perdonati".

Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è costui che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in pace! » (Lc 7,36-50)

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

Quinta via: la misericordia

 «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5,7)

 

La parola "misericordia" è una delle più belle del dizionario. È un’espressione che usiamo spesso; ma senza renderci ben conto del suo significato. Il termine "misericordia" deriva dall'unione di due parole latine: miser (infelice, miserabile, malato) che è riferita alla miseria umana; e cor (cordis) cioè "cuore" (sede dell'anima, dell'intelligenza, della sensibilità). Per cui misericordia è sentire nel proprio cuore la miseria dell'altro, mettersi, immaginarsi al posto di chi soffre. Più ancora, è lasciarsi portare verso la miseria altrui sapendo che siamo fatti della stessa polvere, della stessa natura.

Essere misericordioso significa spogliarsi di ogni preconcetto e percepire che siamo fragili quanto la persona che abbiamo davanti agli occhi. Per questo la parola misericordia è strettamente legata alla pratica del perdono, poiché perdona veramente solo chi non guarda all'offesa ricevuta, ma alla debolezza di chi ha peccato contro di noi.

 

La mia misura della misericordia

 Vale la pena rileggere la parabola nella quale Gesù parla del servo che chiede clemenza al suo padrone al quale doveva una grande somma di denaro e il padrone gli condona il debito.

«Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti…

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello» (Mt 18, 23-35).

 

Gesù non parla allora di un perdono esterno, fatto con la bocca, ma di perdonare con il cuore: questa è la grande sfida del cristianesimo.

Perdonare non è dimenticare - in alcuni casi questo è impossibile - ma è un’affermazione personale che noi siamo più grandi dell'offesa che riceviamo.

Perdonare è, anche in presenza di ricordi negativi, non desiderare il male dell'altro, poiché il male desiderato si rivolterà contro di noi, non per un castigo divino, ma perché l'odio metterà radici nel nostro essere, e l'odio in sé è già un male.

«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34), sono state tra le ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce.

 

La mia coerenza

 La Lettera di Giacomo contiene per tutti noi una perla che ci fa comprendere la pedagogia cristiana della salvezza: il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio. «A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? » (Gc 2, 13-14).

 

Invece di maledire coloro che ci offendono, la Scrittura ci invita a benedire, a desiderare il bene per quelli che ci feriscono: «E infine siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili. Non rendete male per male né ingiuria per ingiuria, ma rispondete augurando il bene. A questo infatti siete stati chiamati da Dio per avere in eredità la sua benedizione»

(1 Pt 3,8-9).

 

La misericordia è lode a Dio: «Le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia» (Rm 15, 9).

 

La felicità nella misericordia

 È giorno di visita al carcere, una lunga fila si è formata alla porta della prigione: sono persone che vengono a trovare i loro cari rinchiusi qui per i più diversi motivi. Una signora ormai anziana si è messa in fila: da anni ella porta amorevolmente una torta di riso con una bottiglia di tè per uno dei detenuti. Durante una delle ispezioni, la guardia, che lei conosce bene ormai, le chiede: «Suo nipote quando esce, signora?».

Lei lo guarda pensierosa e gli dice: «Lui non è mio nipote». E dopo un attimo di silenzio: «Lui è l'assassino di mio figlio». La guardia, esterrefatta, chiede: «Allora, perché viene a fargli visita?». E lei serenamente risponde: «Sto cercando di perdonare».

 

Quella donna semplice sapeva che, per quanto dolorosa fosse la ferita lasciata dall'assassinio del figlio, un'altra ferita ancora più difficile da curare è la mancanza di perdono.

«Quante volte devo perdonare, fino a sette ... ?». Gesù risponde: «Non dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette!» (cf. Mt 18,21-22). In altre parole: sempre!

 

Ritrovare la felicità

 Quando Gesù ci chiede di perdonare coloro che ci offendono o di amare i nostri nemici, il Signore non sta solamente esigendo la nostra carità per qualcun altro; perdonare è anche rendere a se stessi il diritto di essere felici.

Quando non perdono sono legato, avvinto a un fatto che è passato. E per quanto io conservi il risentimento, questo rancore non cambierà il passato, non farà giustizia, non raggiungerà chi mi ha fatto soffrire. L'odio provocato dalla mancanza di perdono si ripercuote negativamente su di me, soltanto su di me.

Buona parte delle nostre malattie è originata da fattori psicologici. Il peggiore di tutti è il risentimento conservato, ruminato, il desiderio di vendetta.

Perdonare non significa essere un pagliaccio, ma è desiderio di ricominciare, per quanto possa essere doloroso.

L'anziana signora che visitava l'assassino di suo figlio cercava di capire questo. Capire il perché. Quel ragazzo abbandonato dal padre e dalla madre, cresciuto sulla strada, che aveva sperimentato molto presto le asprezze della vita, per la prima volta ha conosciuto che cosa è l'amore. La chiamava mamma.

Il perdono è stata la cura per lei... E il sentirsi amato è stato la cura per lui. L'una e l'altro sono stati rigenerati e hanno scoperto ciò che di fatto è la felicità.

 

Il frutto della misericordia: trovare la misericordia

 Prima di perdonarci, Dio non controlla la nostra "fedina penale" per controllare tutto ciò che abbiamo fatto di male: lui mette sulla bilancia quanto siamo stati misericordiosi.

«Con la misura con la quale avete misurato, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,38).

 

In un brano del Siracide si riassume la necessità della misericordia e del perdono:

«Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.

Perdona l'offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.

Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?

Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile, e osa pregare per i suoi peccati?

Ricordati dei comandamenti e non aver rancore verso il prossimo, dell'alleanza con l'Altissimo e non far conto dell' offesa subìta».  (Sir 28, 1-9)

 

Una cosa è certa: i cimiteri sono pieni di persone che hanno conservato per anni risentimenti, rancori e odi. Hanno ottenuto qualcosa?

Di fronte all'ipocrisia dei farisei che si ritenevano santi, Gesù esalta una donna considerata una peccatrice. Gesù non guarda il peccato, ma il cuore delle persone, per questo non giudica perché lui conosce la verità.

Così noi: nella misura in cui amiamo siamo capaci di perdonare e di essere misericordiosi. Dio ci chiede soltanto questo, che viviamo l'amore.

Magari se alla fine della vita fossimo accolti da Gesù nello stesso modo con cui è stata accolta quella donna considerata una peccatrice pubblica... semplicemente perché amava, e questo a Dio basta.

 

«Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice! »…

Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco". Poi disse a lei: "I tuoi peccati sono perdonati".

Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è costui che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; va' in pace! » (Lc 7,36-50).

 

La misericordia salverà il mondo, solo la misericordia!

 

 

 

 ORATIO    Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Signore, qui non si tratta tanto

di ascoltare le tue parole

quanto di sentire il tuo cuore.

E’ da lì, dal tuo cuore,

che sono sgorgate le beatitudini.

Esse raccontano la tua esperienza più profonda,

rivelano il tuo volto di Figlio di Dio.

 

Fa che il vangelo delle beatitudini

rimanga sempre per me “bella notizia”,

mi porti a vedere il mondo e la vita

con i tuoi occhi, Gesù,

e a trovare nelle tue proposte

la via della libertà e della gioia.

 

 (don Canio Calitri)

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

Amen

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

  

(spunti liberamente tratti da una riflessione di padre Erlin, missionario claretiano)