RITIRO ON LINE
maggio - 2008  
 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

 

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

O fuoco giocondo dello Spirito,

fonte dell'unità che riflette la diversità,

tu metti d'accordo anche le cose contrarie:

l'eterno e il temporale, l'immaginario e il reale, il particolare e l'universale,

la forza e l'umiltà, il movimento e la stabilità,

l'efficacia dell'agire e il gesto gratuito,

il giorno e la notte, il riposo e l'azione...

Unifica la mia vita al di sopra di ogni contraddizione!

 

Spirito, fonte di unità,

insegnami a raccogliere anche la più piccola perla di felicità.

Insegnami ad assaporare le piccole gioie:

la notte brumosa che si trasforma in giorno,

l'aroma del caffè, la strada che si sveglia, il riso dei ragazzi che vanno a scuola...

 

Spirito, fonte di unità,

fonte delle gioie dell'infanzia ritrovata, riscalda il mio cuore disincantato,

stendi i tuoi colori sul grigio dell'uniformità,

libera in me il canto della vita che dice grazie per ogni briciola di felicità.

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro il Vangelo e leggo in piedi il brano dal Vangelo secondo Luca (8,40-56)

 

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò.

45Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». 46Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». 47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!». 49Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». 50Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». 51Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». 53Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». 55Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

 

Parola del Signore

 

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

 

MEDITATIO            Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Contesto:

Da poco Gesù ha domato la tempesta, ha vinto il demonio. "Chi è costui?" (v. 25), si chiedono i suoi affascinati e sgomenti davanti al mistero della sua Persona. Luca c'inoltra così a cogliere sempre più a fondo l'identità di Cristo: Colui che ha il potere sul cielo, sul mare, sui nostri mali, persino sul maligno e sul male che sembra più definitivo: la morte. Il racconto si struttura a incastro: un episodio inglobato in un altro con un'introduzione (v.40) nel segno di due verbi importanti: attendere-accogliere. Sono due verbi della vera fede. Si accoglie il Signore, solo se lo si attende.

 

 

Approfondimento del testo:

v. 41-42       Giairo (il nome significa "Egli irradia luce") è capo della sinagoga; dunque non era affatto tenuto ad inginocchiarsi davanti a Gesù. Lo fa per disperazione. Ha infatti una figlia morente di 12 anni, cioè nell'età delle nozze, secondo il costume ebraico. L'evangelista Marco dice "perché aveva 12 anni" (Mc 5,42), sottolineando ancora più fortemente questo numero simbolico. Se si approfondisce, si comprende infatti che lo Sposo è Gesù, Colui che è venuto perché abbiamo non la morte, ma la vita e l'abbiamo in pienezza (cfr Gv 10,10). In questa ragazza si coglie il dramma fondamentale di chi vive senza Dio: morto alla speranza, avvertendo la vita come una corsa verso la morte di cui sfugge il senso. In realtà la morte è entrata nel mondo "per invidia del diavolo" (cfr Sap 2,24) e "a causa del peccato" (Rm 5,12) di cui è "stipendio" (Rm. 6,23). È dentro la morte che Gesù - lo Sposo di ogni uomo! - fa "esplodere" la Risurrezione.

v. 43-44       Nel frattempo mentre la folla si accalca attorno a Gesù, una donna tocca solo la frangia del suo mantello. Da dodici anni (qui significa da lungo tempo) soffre di emorragia, cioè di perdita di vita, di cui il sangue è segno. I suoi tentativi di guarire col soccorso di vari medici non solo furono tutti fallimentari, ma risultarono di grave perdita. Ora, toccando la frangia del mantello di Gesù, il flusso di sangue si ferma. La fede è proprio questo protendersi a Gesù: questo "toccare" Colui che per primo ci ha toccati, quando eravamo ancora peccatori (cfr Rm.5,6-11). La fede è toccare la fedeltà di Dio. La non fede è ricorso a vari idoli che, non solo non salvano, ma danneggiano.

v. 45-46       Gesù porta un mantello con frangia. Anche in questo particolare obbedisce alla Legge (Num 15,37-41; Dt 22,12); però poi la supera per amore, permettendo di venir toccato da una donna che è impura secondo la Legge (Lv 15,25-27). Egli è il comunicatore di energia salvifica. Luca in 6,19 già aveva detto che la folla cercava di toccarlo perché da Lui usciva una forza che sanava tutti.

v. 47-48       L'esperienza intima della donna che si sente guarita diventa coraggio di annuncio davanti a tutto il popolo. Gesù le dice che è la fede la sua salvezza e la invita a camminare verso la pace: Lui, il sole venuto a guidare i nostri passi sulla via della pace (cfr Lc 1,79).

v. 49-52       Quasi per "sovrimpressione" succede alla donna ammalata, la dodicenne morta. Allo sgomento del padre che ne sente annunciare la morte, Gesù risponde con una parola - fulcro che si raccorda ancora alla fede: "Non temere: solo credi e sarai salvata". Per Lui - e lo afferma- la morte non è l'irreparabile, ma è solo un sonno, talmente è grande il suo potere su di essa! Sono inoltrati al mistero della Risurrezione solo Pietro, Giacomo e Giovanni: i testimoni della trasfigurazione e dell'agonia di Gesù e i genitori della dodicenne.

v. 53-56       Gesù tocca la ragazza prendendola per mano. Anche in questo toccare un morto Gesù si pone al di sopra della Legge che lo proibiva (cfr Num 19,11). Egli si preoccupa - particolare umanissimo! - che le sia dato del cibo. I genitori sono attoniti nello sbalordimento di chi avverte la forza della persona di Gesù. A causa del segreto messianico, Egli comanda che la cosa non sia divulgata. Nella "sovrimpressione" la donna che perdeva sangue (e vita) guarita dalla fede, diventa la giovinetta pronta per le nozze, destata dal sonno della morte dallo Sposo per eccellenza. E la giovine risorta viene ad identificarsi a Gesù che, in prima persona, sgominerà la morte dentro il suo sepolcro.

 

 

 

 

La Parola m’interpella

Ø      C'è attesa di Gesù nelle mie giornate?

Ø      C'è accoglienza vera della sua parola nel mio cuore e nella mia vita? O mi lascio troppo spesso "spegnere" dall'apatia, da preoccupazioni mondane, spendendo inutilmente il mio vivere?

Ø      La mia è fede vera che mi salva dentro le varie situazioni, anche le più incerte e dolorose? È piena fiducia nel Gesù della vita e della risurrezione?

Ø      Vedo il dolore, la morte (dei miei cari e mia) nell'ottica della Risurrezione oppure mi chiudo e incupisco nella tristezza?

Ø      La mia fede diventa attenzione, annuncio, dono di me a quanti avvicino?

Ø      Mi stupisco della affascinante personalità umano-divina di Gesù o lo lascio operare salvezza nel mio cuore, ascoltando e vivendo la sua Parola?

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Prova a pregare questo brano

sperimentando il lasciarti "toccare" da Gesù come la ragazza morta

e, a tua volta il protenderti a voler toccare tu il Signore come la donna ammalata.

Ciò in pratica significherà esporgli ferite nascoste,

debolezze, mali vari,

entrando con profonda fede in un rapporto intimo

con Gesù "Vita e Risurrezione" del nostro cuore.

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

ACTIO           Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!