RITIRO ON LINE - maggio 2021     










Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

 

Donaci, Signore,

dopo la fatica,

un tempo di pace.

Dacci, dopo tante parole,

il dono del silenzio.

Donaci, dopo tanti cammini,

la contemplazione di ogni

porzione di realtà.

Donaci la gioia, dopo le insoddisfazioni.

Donaci la possibilità di

vivere senza fretta,

estasiati dalla sorpresa

che i giorni portano con sé.

 

Donaci la capacità di vivere

a occhi aperti,

di vivere intensamente.

Fa' di noi dei pellegrini,

che nel visibile scorgono

l'insinuarsi discreto

dell'invisibile.

 (José Tolentino Mendonça)

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"

 

Gesù pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).

Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di sette domande – un numero che nella Bibbia non è  casuale,  indica  pienezza”.

 Questa presentazione introduce le meditazioni di papa Francesco sul Padre Nostro, da lui tenute nelle udienze generali del mercoledì. Sono un materiale prezioso da approfondire nei nostri momenti di riflessione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.

 

9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, 10 venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

12 e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

13 e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

(Mt 6,10)

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14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

(Mc 1,14-15)

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2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3 a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4 Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo».

(Mt 11,2-5)

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24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

(Gv 12,24)

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MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"

 

 

“Venga il tuo Regno”

 

Quando preghiamo il Padre nostro, la seconda invocazione con cui ci rivolgiamo a Dio è «venga il tuo Regno» (Mt 6,10). Dopo aver pregato perché il suo nome sia santificato, il credente esprime il desiderio che si affretti la venuta del suo Regno.

Questo desiderio è sgorgato, per così dire, dal cuore stesso di Cristo, che iniziò la sua predicazione in Galilea proclamando: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).

 

Un lieto annuncio

Queste parole non sono affatto una minaccia, al contrario, sono un lieto annuncio, un messaggio di gioia. Gesù non vuole spingere la gente a convertirsi seminando la paura del giudizio incombente di Dio o il senso di colpa per il male commesso. Gesù non fa proselitismo: annuncia, semplicemente. Quella che Lui porta è la Buona Notizia della salvezza, e a partire da essa chiama a convertirsi. Ognuno è invitato a credere nel “vangelo”: la signoria di Dio si è fatta vicina ai suoi figli.  Questo è il Vangelo: la signoria di Dio si è fatta vicina ai suoi figli. E Gesù annuncia questa cosa meravigliosa, questa grazia: Dio, il Padre, ci ama, ci è vicino e ci insegna a camminare sulla strada della santità.

 

I segni del Regno

I segni della venuta di questo Regno sono molteplici e tutti positivi. Gesù inizia il suo ministero prendendosi cura degli ammalati, sia nel corpo che nello spirito, di coloro che vivevano una esclusione sociale – per esempio i lebbrosi –, dei peccatori guardati con disprezzo da tutti, anche da coloro che erano più peccatori di loro ma facevano finta di essere giusti. E Gesù questi come li chiama? “Ipocriti”.

Gesù stesso indica questi segni, i segni del Regno di Dio: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5).

 

Gesù è venuto, però…

«Venga il tuo Regno!», ripete con insistenza il cristiano quando prega il Padre nostro. Gesù è venuto; però il mondo è ancora segnato dal peccato, popolato da tanta gente che soffre, da persone che non si riconciliano e non perdonano, da guerre e da tante forme di sfruttamento, pensiamo alla tratta dei bambini, per esempio. Tutti questi fatti sono la prova che la vittoria di Cristo non si è ancora completamente attuata: tanti uomini e donne vivono ancora con il cuore chiuso. È soprattutto in queste situazioni che sulle labbra del cristiano affiora la seconda invocazione del Padre nostro: «Venga il tuo regno!». Che è come dire: «Padre, abbiamo bisogno di Te! Gesù, abbiamo bisogno di te, abbiamo bisogno che ovunque e per sempre Tu sia Signore in mezzo a noi!». «Venga il tuo regno, sii tu in mezzo a noi».

 

Dio ha pazienza

A volte ci domandiamo: come mai questo Regno si realizza così lentamente?

Gesù ama parlare della sua vittoria con il linguaggio delle parabole. Ad esempio, dice che il Regno di Dio è simile a un campo dove crescono insieme il buon grano e la zizzania: il peggior errore sarebbe di voler intervenire subito estirpando dal mondo quelle che ci sembrano erbe infestanti. Dio non è come noi, Dio ha pazienza. Non è con la violenza che si instaura il Regno nel mondo: il suo stile di propagazione è la mitezza (cfr Mt 13,24-30).

 

Come il lievito…

Il Regno di Dio è certamente una grande forza, la più grande che ci sia, ma non secondo i criteri del mondo; per questo sembra non avere mai la maggioranza assoluta. È come il lievito che si impasta nella farina: apparentemente scompare, eppure è proprio esso che fa fermentare la massa (cfr Mt 13,33). Oppure è come un granello di senape, così piccolo, quasi invisibile, che però porta in sé la dirompente forza della natura, e una volta cresciuto diventa il più grande di tutti gli alberi dell’orto (cfr Mt 13,31-32).

 

Chicco di grano

In questo “destino” del Regno di Dio si può intuire la trama della vita di Gesù: anche Lui è stato per i suoi contemporanei un segno esile, un evento pressoché sconosciuto agli storici ufficiali del tempo. Un «chicco di grano» si è definito Lui stesso, che muore nella terra ma solo così può dare «molto frutto» (cfr Gv 12,24).  

Il simbolo del seme è eloquente: un giorno il contadino lo affonda nella terra (un gesto che sembra una sepoltura), e poi, «dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4,27). Un seme che germoglia è più opera di Dio che dell’uomo che l’ha seminato (cfr Mc 4,27). Dio ci precede sempre, Dio sorprende sempre.  Grazie a Lui dopo la notte del Venerdì santo c’è un’alba di Risurrezione capace di illuminare di speranza il mondo intero.

 

Seminiamo questa parola

«Venga il tuo Regno!». Seminiamo questa parola in mezzo ai nostri peccati e ai nostri fallimenti. Regaliamola alle persone sconfitte e piegate dalla vita, a chi ha assaporato più odio che amore, a chi ha vissuto giorni inutili senza mai capire il perché. Doniamola a coloro che hanno lottato per la giustizia, a tutti i martiri della storia, a chi ha concluso di aver combattuto per niente e che in questo mondo domina sempre il male.

 

“Sì, presto!”

Sentiremo allora la preghiera del Padre nostro rispondere. Ripeterà per l’ennesima volta quelle parole di speranza, le stesse che lo Spirito ha posto a sigillo di tutte le Sacre Scritture: «Sì, vengo presto!»: questa è la risposta del Signore. «Vengo presto».

E la Chiesa del Signore risponde: «Vieni, Signore Gesù» (cfr Ap 2,20). «Venga il tuo regno» è come dire «Vieni, Signore Gesù». E Gesù dice: «Vengo presto».

 

Fiducia

E Gesù viene, a suo modo, ma tutti i giorni. Abbiamo fiducia in questo. E quando preghiamo il Padre nostro diciamo sempre: «Venga il tuo regno», per sentire nel cuore: «Sì, sì, vengo, e vengo presto». Grazie!

 

 

 

(catechesi di Papa Francesco del 6 marzo 2019)

 

 

 

ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Quante volte Signore,

abbiamo pregato

“venga il tuo regno”!
Eppure ci sembra che

non arrivi mai.
Non arriva mai,

perché forse non c’è?
Non arriva mai,

perché lo ostacoliamo?
Non arriva mai,

perché non lo “attendiamo”?

Non arriva mai,

perché non sappiamo vederne

fin da ora i segni?

Signore, noi non rinunciamo

alla fede nelle tue parole,
ma apri questo nostro cuore

a vedere, a capire, ad attendere
con una attesa operosa

il tuo Regno
di verità e di amore,

di giustizia e di pace. Amen

 

(Missionari della Consolata)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO      Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù. È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo!

Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti

i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!  Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

  (tratto dalle catechesi di Papa Francesco)

                                                                                                                                                                                                                                                                     

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