RITIRO ON LINE                                                                                                   
marzo
2016

in cammino verso la Pasqua                                

                                                                                                                                                                                                                                               

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 

 

Maria, donna accogliente,

aiutaci ad accogliere la Parola

nell’intimo del cuore.

A capire, come hai saputo fare tu,

le irruzioni di Dio nella nostra vita.

Egli non bussa alla porta

per intimarci lo sfratto,

ma per riempire di luce

la nostra solitudine.

Non entra in casa per metterci le manette,

ma per restituirci il gusto

della vera libertà.

Facci comprendere che Dio,

se ci guasta i progetti,

non ci rovina la festa;

se disturba i nostri sonni,

non ci toglie la pace.

E una volta che l’avremo accolto nel cuore,

anche il nostro corpo

brillerà della sua luce.

Santa Maria, donna accogliente,

rendici capaci di gesti ospitali

verso i fratelli.

(mons Tonino Bello)

 

 

Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

NOTTE DI PASQUA, NOTTI DEL MONDO

Continuiamo la serie di lectio, iniziata alcuni mesi fa, che ci porterà passo dopo passo a incontrare Gesù Risorto fra meno di un mese.

Oggi ci soffermiamo sulla NOTTE DI PASQUA, simbolo delle notti del mondo. Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.

Vi ha chiamato dalle tenebre alla sua  luce meravigliosa.    (1 Pt 2,9)

 

Le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera… Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce. (1Giov 2,8-10)

 

Chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.

Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.

In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.      (1Giov 3,10.14.16-18)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

La Veglia

Veglieremo insieme. Anche tu verrai quella sera a vegliare con noi.

Non so che cosa proveremo in cuore quella sera,  vegliando,  ascoltando,  rivivendo insieme eventi della storia, dell'umanità.

La prima sensazione è proprio questa: che la nostra veglia nella  notte  non  è una  veglia  a sé. Altri uomini, altre donne hanno vegliato prima di noi.

 

-       Abramo, chiamato nella notte: «Prendi il tuo figlio, il tuo unico figlio che ami». Quella notte fu il passaggio di Dio.

-       La veglia degli ebrei nella notte, con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano. Mangiarono in fretta. Quella notte era il passaggio di Dio.

-       La veglia nella notte intorno al sepolcro sigillato, il sepolcro di Cristo: vegliavano i soldati, vegliava il vecchio sinedrio, vegliava la paura, la paura che il sepolcro si aprisse.

Ma vegliava anche il Padre che è nei cieli.

 

«Venisti come un ladro, o Dio, per rubare alla morte il nostro fratello Gesù, che ci aveva amati fino a farci dono della sua  vita».

 

Il Passaggio

Quella notte fu notte di Pasqua, notte del passaggio di Dio. Queste notti del mondo, queste veglie dell'umanità, veglie che si prolungano nei tempi, veglie di donne e di uomini che cercano, che soffrono, che lottano, che amano. E’ questo  passaggio, quasi insperato, di Dio nelle notti dell'umanità.  

Anche noi dunque quella notte qui a vegliare. Ma non per  nostro conto, perché saremo partecipi nel cuore, con tutte le veglie dell'umanità. «Nella notte, o  Dio, noi veglieremo con le  lampade, vestiti a festa. Presto arriverai e sarà giorno».

E nella veglia, vorrei aggiungere, sedotti dal fascino dei simboli. 

 

La luce

“Le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera”.

Dio arriva nelle nostre notti con l'irruzione della luce, con  la luce della risurrezione.  «Che questa Luce erompa come un sole che sorge, improvvisamente, dietro il profilo di una collina maledetta, il luogo del teschio, in cui sono ancora confitti i pali del supplizio, e, per chiunque abbia cuore, un simbolo di sconvolgente bellezza».

 

Simbolo evocato questa notte nella preghiera del fuoco: «Signore, Luce perenne,  benedici questo fuoco.   Come il volto di Mosè per la tua presenza divenne raggiante, così rifulga in noi lo splendore di Cristo, vera luce del mondo e ci sia dato di camminare sulla strada della vita, come figli della Luce».

Siano diversi i nostri volti, vi abiti una luce nuova. E’ la notte della luce.

 

L’Acqua

Ma è anche la notte  dell'acqua, dell'acqua  nuova. Benediremo l'acqua, un'acqua di rinascita, un'acqua che ci ridona giovinezza.

Lasciamo nell'acqua le stanchezze, le miopie, gli egoismi, le stupidità, le insensibilità,  lasciamo  nell'acqua tutto  ciò che è vecchio  e meschino.  E respiriamo la vita nuova.  E’ la notte dell'acqua, l'acqua del passaggio.

 

Il Pane

Ed è la notte del pane, pane senza fermento, senza il vecchio fermento dell'ipocrisia. Pane di sincerità. Pane che custodisce la sincerità dell'amore. Dell'amore di un Dio che si con segna senza condizioni.

Anche noi lo prenderemo quella notte. In piedi, quasi in fretta. Per non mancare all'appello di Dio e dell'umanità. Per essere, a nostra volta, noi stessi pane, per essere dappertutto segno che la vita è più forte della morte, che lo spirito è più forte della legge, che l'amore è più forte degli egoismi. Per testimoniare che la notte è passata e il giorno è vicino.

 

Si è fatto giorno? Quando si può dire che la notte è finita?

Un giorno un rabbino domandò ai suoi studenti: «Come si fa a dire che la notte è finita e il giorno sta ritornando?». Uno studente suggerì: «Quando si può vedere chiaramente a una certa distanza che l'animale è un leone e non un leopardo». «No» disse il rabbino. Un altro disse: «Quando si può dire che un albero produce fichi e non pesche». «No» disse il rabbino. «E’ quando si può guardare il volto di un altro e vedere che quella donna, quell'uomo, è tua sorella, e tuo fratello. Perché fino  a quando non siete in grado di fare questo, non importa che ora del giorno sia, è ancora notte».

 

Sembra di riascoltare le parole di san Giovanni: «Noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita» - di aver fatto Pasqua e di essere usciti dalla notte - «perché amiamo i fratelli».

 

 

 

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ORATIO  Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

Signore, ti imploriamo:

discendi,  ancora una volta, agli inferi.

No, non alludiamo a marce trionfali che ti facciano strappare al diavolo,

in un quadro di  potenza, le anime dei morti.

Vogliamo riferirci piuttosto a quella tua capacità

di prendere  su di te

tutte le disperazioni del  mondo.

Pensiamo piuttosto alla tua capacità

di sedurre le disperazioni del mondo

con le nostalgie del sabato santo.

Immaginiamo il tuo prendere le disperazioni 

del mondo e di farle aprire

alla tavola imbandita della Pasqua.

Tu, semente che si disfa, entra nelle zolle dell'umanità.

E noi, non più sgomenti,

« staremo ad ascoltare la crescita del grano ».

 

(mons Tonino Bello)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da una riflessione di don Angelo Casati, della Chiesa di Milano)