RITIRO ON LINE
novembre - 2007  

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

O Spirito Santo,

anima della mia anima,

io ti adoro,

illuminami, guidami, fortificami,consolami,

dimmi quello che devo fare,

dammi i tuoi ordini:

ti prometto di sottomettermi

a tutto quello che desideri da me

e di accettare tutto quello

che permetterai che mi succeda.

Fammi soltanto conoscere la tua volontà.

Amen

(card. Mercier)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,5-8)

5Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

6Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

7Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.

8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.

Parola del Signore

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

 

MEDITATIO            Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Siccome la preghiera è un incontro di persone che si amano, Gesù ci avverte circa l'importanza dell'interiorità. Dio, come già si è visto, è il primo protagonista della preghiera. E' Lui che mi ama; perciò desidera e chiama all'incontro d'amore la mia persona. Un incontro personale, intimo, di amicizia sponsale non si realizza in piazza o al mercato. Un incontro tra Dio, la fonte della mia vita, e me che sono scaturito/a da Lui, avviene dentro, al centro di me, non fuori. E' importantissimo capirlo bene!

Inoltre questo brano del Vangelo di Matteo ha dato origine al servizio che stiamo cercando di compiere, molto umilmente. Se vuoi visita www.ritiroonline/come.html e ti verrà spiegato come è nato Ritiro On Line.

Ritorniamo al brano che è luce al nostro cammino, come dicono i salmi.

 

Contesto:

Siamo nel bel mezzo del discorso della montagna, dove Gesù fa del suo messaggio una fiaccola luminosissima che rivoluziona tanti criteri e modi di essere mondani. Ha gettato luce sulle negatività del voler apparire giusti per essere ammirati dagli uomini. Ha sferzato con forte humour quelli che donano roba e denaro, ma "suonando la tromba davanti a sé" per essere applauditi. Nell'intento dunque di guidarci sulle strade della verità e dell'autenticità, Gesù prepara ora il terreno all'insegnamento principe: quello della preghiera. E il suo mettere qui a fuoco l'imprescindibile importanza dell'interiorità - badiamo bene! - è la premessa a quel suo comunicarci poi, subito dopo, la preghiera per eccellenza: quella del Padre nostro, già esaminata in altre “puntate”.

 

 

Approfondimento del testo:

v. 5    "E quando pregate non siate come gli ipocriti che amano pregare (…) per apparire davanti agli uomini". Chi è l'ipocrita? Sostanzialmente è una maschera di se stesso, l'opposto dell'autenticità, della verità di sé. L'ipocrita è l'uomo ego-centrato: cerca la bella figura, il plauso della gente, una bella immagine di se stesso, perfino nel proprio rapporto con Dio. Ma attenzione! In verità non mi riesce proprio di rapportarmi a Lui che nella verità del mettermi all'ultimo posto (cfr Lc 14,2-7), del conoscermi e accettarmi umilmente per quello che sono: uno che non sa amare, che spesso pecca, che non è degno degl'infiniti doni di Dio. Senza umiltà c'è ipocrisia e non preghiera. "Per pregare, dice S. Teresa d'Avila, maestra d'orazione, si richiede umiltà e ancora umiltà" (Mansioni, 10). Non bisogna però mai equivocare: umiltà non è avvilimento, disistima del proprio sé profondo.

v. 6    "Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera". Veramente il testo originale dice: entra nella tua dispensa: una stanza interna alla casa, senza finestre, dove si tenevano i viveri. Ed è molto significativo! In questa dispensa o cantina, o "cella vinaria" (per citare il Cantico dei Cantici) io attingo infatti vita. E' in realtà la parte più interna di me, è il mio cuore profondo. Si tratta di quel luogo "segreto" dove il mio "sé" è l'eco (o l'immagine) continuamente nutrita dal grande "Io sono" che è Dio, il suo mistero sponsale che mi abita da dentro, segreta sorgiva del mio "esserci" per sempre. Questa stanza o cantina è dunque il luogo segreto della preghiera più personale e profonda. E' il "fondo dell'anima" o "l'apice", la "punta dello spirito", per dirla coi mistici. Proprio in questo fondo segreto io sono veramente me stesso, immagine di Dio, capace di recuperarne la somiglianza, sono "l'uomo nascosto nel cuore", "figlio nel Figlio" (cfr 1Pt 3,4a). E' a queste profondità che lo Spirito Santo, con inenarrabile gemito, suscita anche in me quello che pregava Gesù: "Abbà, Padre" (Rm 8,15; Gal 4,6).

v. 6bis      "Chiusa a chiave la porta…" Si tratta di chiudere decisamente la porta del cuore alle mille distrazioni, a tante "voglie" e bisogni spesso indotti artificialmente dal grande ipermercato della nostra società. Il raccoglimento non s'improvvisa. Se mente e cuore sono tutto il giorno allo sbaraglio, non posso pretendere di essere sgombro e libero per potermi rapportare a Dio nel momento specifico della mia preghiera. "…prega il Padre tuo nel segreto e il Padre tuo che guarda nel segreto… " La preghiera spesso è comunitaria: la preghiera liturgica, il pregare insieme rivolgendosi a Dio da figli che si sentono fratelli e dunque, a ragione, si rivolgono allo stesso Padre. Ma, a monte della stessa preghiera comunitaria ci deve essere il pregare "nel segreto", cioè nell'intimità unica e irrepetibile del mio essere persona. E "credere" vuol dire essere certi che Dio, "nel segreto" di questa intimità, mi "scruta" e mi "conosce" perché mi ama e mi cerca lì, nel profondo dove Lui è il grande "Io sono", che se mi apro appunto in preghiera, sorregge e vivifica il mio piccolo "io sono". "…ti restituirà" (testo originale). Significa che l'orante viene da Dio restituito a se stesso (il se stesso più vero e più profondo), cioè "figlio nel Figlio" Gesù, colmo della Gloria che sta nell'essere icona di Dio, perché vuoto della propria vanagloria.

v. 7a  "Pregando non moltiplicate le parole come i pagani…". Gesù ci mette in guardia dal rischio di robotizzare la preghiera. I grandi maestri spirituali insegnano che la mente e il cuore devono concordare con la voce, anche quando si tratta di preghiere vocali (salmi o altro). Giova anche un pregare ripetitivo e ritmato, ma solo se si coltiva l'attenzione del cuore, restando presenti al Grande Presente nel momento del nostro pregare. I pagani invece (di tutti i tempi) non conoscono questa interiorità e vanno su percorsi di parole che pretenderebbero magiche.

v.7b    "…per essere esauditi". Troppe volte la preghiera disattende le grandi vie della lode, dell'adorazione, del ringraziamento. Molti pregano solo per "gettonare" Dio in ordine a quello di cui hanno bisogno, magari anche con stolte pretese di ottenere cose stolte. Pregare invece è anzitutto stabilire un contatto, un ascolto di Colui che per primo ci ama.

v. 8    "Sa infatti il Padre vostro di che cosa avete bisogno prima che voi chiediate". Dio è Dio in quanto è l'AMORE che vede sa e può tutto, dunque provvede. Io invece non so bene quello che veramente giova a me e agli altri. Tuttavia è bene per me esplicitare le mie richieste, come il bambino balbettare a sua madre quello che vuole. La mamma però gli darà ciò che è veramente bene per lui, perché non tutto quello che il bimbo chiede gli giova, anzi! Così è di Dio nei nostri confronti. Ciò che comunque conta è che la mia fede-preghiera diventi grido d'invincibile fiducia, sempre.

 

 

Meditiamo attualizzando:

Viviamo un'epoca in cui per molti la preghiera si è eclissata, per altri è un balbettio ancora confuso su strade sbagliate e dentro vite sbagliate. Ma c'è, soprattutto nei giovani, un grande bisogno d'imparare a pregare. "Abbiamo molti maestri negli ambiti più svariati del vivere -disse un giovane a Padre Andrea Gasparino- dai maestri di astrofisica a quelli di inglese e di nuoto. Ci mancano però veri maestri di preghiera". Ma per imparare a pregare e a nostra volta insegnare l'abc della preghiera, bisogna fare i conti - oggi più che mai - con questo forte richiamo di Gesù all'interiorità. Bombardati come siamo da messaggi, inviti, richieste, proposte di ogni genere (cellulare, internet, TV, altri media e richiami del grande supermercato di questa società) abbiamo assolutamente bisogno di trovare, concretamente, spazi e tempi per entrare in noi stessi, raccoglierci, fare silenzio, ascoltare veramente la Parola in profondità. Senza questa prassi evangelica così disattesa e così urgente oggi, la preghiera non è possibile. Perché non è possibile il contatto con noi stessi e tanto meno con Dio. Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza.

 

 

La Parola m’interpella

·         Quando mi metto a pregare, premetto sempre l'invocazione allo Spirito Santo, dopo un esercizio di rilassamento fisiopsichico di raccoglimento al centro di me, nel mio cuore profondo?

·         Ho una certa familiarità col silenzio? Lo amo come condizione indispensabile alla consapevolezza interiorizzata della Parola di Dio, alla sua Presenza nel mio cuore, a quel che gli sto dicendo, fosse pure il ripetere adagio, con lunghe pause, le stupende parole del Padre nostro?

·         Quando mi capita di essere solo/a, mi sento a disagio o imparo a gestire solitudine e silenzio leggendo pacatamente qualcosa che mi aiuti a pregare o richiamando alla mente qualche parola dei salmi che mi metta a contatto col Dio d'amore, sempre presente in noi?

·         Cerco, almeno una volta nella giornata, un angolo silenzioso per starmene solo/a col Signore della mia vita, per dirgli con la preghiera più semplice e intima: Credo, so con certezza di fede che Tu mi ami. Sono qui per dirti anch'io che ti amo?

·         Per la preghiera, cerco un angolo silenzioso, alla presenza di Gesù Sacramentato o un angoletto appartato nella natura. Mi metto alla Presenza del Signore. Rileggo la pagina del Vangelo e la traduco in preghiera, molto semplicemente. Posso dire per esempio: Signore, insegnami ad entrare nella stanza segreta del mio cuore. Insegnami a "starmene" qui con Te, a non scappare, a non "sparpagliarmi" in tante cose e preoccupazioni inutili. Insegnami a percepire che mi stai cercando, che mi stai amando perché io sia restituito al mio vero sé profondo, perché io abbia vita in te.

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Cerco un angolo silenzioso, alla presenza di Gesù Sacramentato

un angoletto appartato nella natura, o entro semplicemente nella mia camera.

Mi metto alla Presenza del Signore.

Rileggo la pagina del Vangelo e la traduco in preghiera, molto semplicemente.

Posso dire per esempio:

Signore, insegnami ad entrare nella stanza segreta del mio cuore.

Insegnami a "starmene" qui con Te, a non scappare,

a non "sparpagliarmi" in tante cose e preoccupazioni inutili.

Insegnami a percepire che mi stai cercando,

che mi stai amando perché io sia restituito al mio vero sé profondo,

perché io abbia vita in te.

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!