RITIRO ON LINE
novembre - 2008  
 

 

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

Vieni, luce vera,

vieni, vita eterna,

vieni, mistero nascosto,

vieni, tesoro senza nome,

vieni, realtà ineffabile,

vieni, felicità senza fine,

vieni, luce senza tramonto, ù

vieni, risveglio di coloro che sono addormentati,

vieni, resurrezione dei morti,

vieni, Onnipotente, che sempre crei, ricrei e trasformi col tuo solo volere.

 

Vieni, gioia eterna, vieni,

Tu che hai desiderato e che desideri la mia anima miserabile.

Vieni, Tu il solo dal solo, perché tu lo vedi, io sono solo.

Vieni, Tu che mi hai separato dal tutto e mi hai fatto solitario in questo mondo.

Vieni, Tu che sei divenuto tu stesso il mio desiderio,

che mi hai fatto desiderare te,

che sei l'assolutamente inaccessibile.

Vieni, mio respiro e mia vita,

vieni, consolazione della mia povera anima.

Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine.

(Simone il Nuovo Teologo)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro il Vangelo e leggo in piedi il brano dal Vangelo secondo Luca (19,1-10)

 

1Entrato in Gerico, attraversava la città. 2Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". 6In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!".

8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 9Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; 10il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

 

Parola del Signore

 

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO             Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Si tratta di un racconto mirabile che ci è offerto solo dall'evangelista Luca e realizza la profezia che Gesù pronuncia all'inizio del suo ministero: "Sono venuto a proclamare un anno di grazia del Signore” (cfr Lc 4,16-21). Zaccheo chiamato a conversione è l'uomo nuovo, a causa della grazia-misericordia che Gesù è venuto a portare. Interessante è "visitare" altri brani dove la conversione è apportatrice di questa novità e gioia. In Lc 15,20 il padre misericordioso che "corse incontro al figlio prodigo … gli si gettò al collo e lo baciò". In Lc 7,36-50 Gesù che usa un tratto di grande benevolenza per la donna che Simone e i commensali disprezzano. In Lc 18,9-14 Gesù esalta il pubblicano pentito. In Lc 5,27-32 è descritto Gesù che siede a tavola con molti peccatori. In Lc 23,39-43 "Oggi sarai con me in paradiso" è la promessa salvifica al ladrone pentito. Luca è attentissimo al tema della conversione. Coglie sulle labbra del Battista l'invito pressante: "Fate opere di conversione” (3,8) scrive a proposito di Gesù mentre sta per salire al cielo che "nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono" (24,47).

 

Contesto:

Il racconto è posto alla fine del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, dopo la profezia che il Signore stesso fa della sua morte e della sua resurrezione (del tutto incompresa!) e dopo l'incontro col cieco a cui riapre gli occhi, mentre sta per arrivare a Gerico, la città in cui incontra Zaccheo. 

 

 

Struttura:

7 nuclei narrativi si snodano dentro una narrazione avvincente e persuasiva.

v. 1         Gesù entra in città e l'attraversa.

vv. 2-4      È descritto Zaccheo soprattutto nei suoi tratti negativi: capo dei pubblicani (peccatori per corruzione e collaborazionisti con l'oppressore). Dunque, se ne è il capo, risulta… "arcipeccatore". Ricco nell'accezione biblica di attaccato al denaro, non solo "possidente". Vediamo però che questo peccatore è abitato da un'ansia, un desiderio, un'aspettativa: vedere Gesù. Qualcosa in lui si muove verso la luce.

v. 5                 "Zaccheo scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". È la Parola chiave per capire come l'iniziativa portante è di Gesù. È così sempre. In ogni dinamica di conversione.

v. 6                 Riporta la risposta di Zaccheo. "In fretta" traduce il verbo greco "affrettandosi". È lo stesso verbo usato nel descrivere Maria che va in fretta, sollecita perché mossa dallo Spirito, non "frenetica" com'è d'uso nella vita odierna. L'accoglienza di Zaccheo piena di gioia evoca le parabole della perla e del tesoro. Gioia come grande scommessa per chi sceglie di stare dalla parte di Gesù e ha il coraggio di "buttare" quel che è d'impedimento.

v. 7                 Ecco il mormorare della folla chiusa nella sua critica debitrice della logica mondana che incontriamo in Lc 5,20 e Lc 15,2 a proposito del non darsi pace, da parte degli scribi e farisei, perché Gesù siede a mensa coi peccatori e parla con loro.

v. 8                 Scatta qui la decisione di Zaccheo che, folgorato dalla presenza di Gesù non solo dentro la sua casa ma nel suo cuore, decide di convertirsi e ne pone subito concretamente i gesti: la restituzione di quanto ha rubato e una più equa e generosa ridistribuzione dei suoi averi.

v. 9                 Gesù conclude inneggiando alla salvezza: un termine ricchissimo, soprattutto nel NT. Basta ricordare che nel solo "Benedictus" Luca, per bocca di Zaccaria, lo esalta per ben tre volte . "Il Signore ha suscitato per noi una salvezza potente" (cfr Lc 1,69), "ci ha dato salvezza dai nostri nemici" (1,71), "Colui che sorge come sole darà la conoscenza della salvezza per la remissione dei peccati" (cfr. 1,77).

v.10                Qui troviamo l'autocoscienza di Gesù. Egli sa bene di essere Lui il Salvatore, la salvezza venuta a cercare e a salvare ciò che era perduto.

 

Approfondimento del testo:

In ordine di quelle coordinate di cui sopra notiamo tre espressioni-chiave. Le cogliamo nel loro significato universale. Sono dunque dette anche per me.

"Oggi devo fermarmi a casa tua". (v. 5)

Gesù vive l'urgenza del suo essere venuto a salvare. Basta un minimo di disponibilità ad accoglierlo e Lui viene. Zaccheo che è salito sull'albero sfidando, forse, il dileggio dei circostanti.

"scese e lo accolse, pieno di gioia" (v. 6).

L'incontro con l'affabilità di Gesù, il fare esperienza del suo amore, cambia il cuore di Zaccheo e lo colma di gioia. Bisogna però scendere dall'albero. Si tratta di scendere nelle profondità del cuore. Restare nella superficialità ed esteriorità rovina la vita spirituale.

"Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto" (v.10).

Questa è l'espressione chiave fondamentale. Tutto corre verso questa affermazione rivelatrice del Padre, del suo cuore che si manifesta in Gesù: in tutto ciò che ha operato e insegnato e che è all'insegna della misericordia. "C'è più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione" (Lc 15,7). "C'è gioia davanti agli Angeli di Dio per un solo peccatore che si converte" (15,10). Gioia di Dio e gioia di chi si converte a causa dell'Amore-Misericordia. È il segreto della fede vera. La conversione, da parte di Zaccheo, è "chiudere" con un passato d'ingiustizia, di egoismo e d'insensibilità al prossimo. Il suo cuore cambia e subito cambiano i rapporti: con la roba e con le persone. Ma - attenzione!- non è un cambiamento faticosissimo, pesante, mozzafiato. Perché la leva di tutto è l'incontro con Gesù e, in Lui, col Padre, il Dio vero, il Padre-Madre che è misericordioso e ci chiama ad essere misericordiosi (cfr Lc 6,36).

 

 

La Parola m’interpella

Ø      Qual è la mia immagine personale di Dio? Ho coscienza che, nato/a col peccato originale sono dentro il contesto di una cultura che, nel suo fondo, è restata un po' pagana?

Ø      Ho ben aperto gli occhi sul fatto che è la cultura della paura di Dio? L'impressione di essere colpito da Dio e da Lui dimenticato, di venir castigato nelle mie sofferenze a volte attecchisce in me?

Ø      Decido di passare dalla paura di Dio al "santo timor di Dio", con tutte le conseguenze del caso. Quale rapporto dunque instauro con le persone cominciando da chi mi è accanto, col denaro e con la roba?

Ø      Quale parte ha la giustizia, anche come riconoscimento dei miei sbagli, e quali la gratuità nei miei rapporti? E quale apertura c'è nel mio cuore alla gioia della misericordia dentro il mio cammino di conversione?

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Dimoro nella gioia di un Dio che anche ora mi sta cercando.

Discendo nelle profondità del cuore.

Mi rendo "accogliente" della presenza di Gesù e

canto nel cuore il suo amore misericordioso.

Decido, col suo aiuto, di fare chiarezza sul modo

di rapportarmi con le persone e sul modo di gestire ciò che possiedo.

Tutto questo, mentre chiedo a Gesù di afferrarmi in profondità e

di concedermi la gioia di rispondere al suo amore convertendomi a vita nuova.

 

 

 

CONTEMPLATIO      Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

ACTIO            Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!