RITIRO ON LINE                                                                                                   
ottobre
2012  

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

Dal profondo a te grido, o Signore;

Signore, ascolta la mia voce.

Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia supplica.

Io spero, Signore.

Spera l’anima mia,

attendo la sua parola.

 

L’anima mia è rivolta al Signore

più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,

Israele attenda il Signore,

perché con il Signore è la misericordia

e grande è con lui la redenzione.

 (dal Salmo 130)

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

LA FEDE

 

Mettere Dio all'inizio, farne veramente il principio, riprenderlo in ogni istante della propria giornata e in ogni stagione della vita, significa ritenere che «il cunicolo oscuro della vita umana, sprangato dall'interno e dall'esterno, che sprofonda sempre più in un abisso senza uscita, viene spalancato con forza, e la parola di Dio vi irrompe; l'uomo riconosce per la prima volta nella luce della salvezza Dio e il prossimo» (D. Bonhoeffer).

La consapevolezza dell'amore che Dio nutre per l'uomo, per ogni uomo, non può che ridare slancio alla fede, alla carità e alla speranza, ed è premessa e promessa dell'attribuzione di un senso vero e profondo a tutta la nostra vita.

 

      

 

 

 

 

 

 

LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano che mi viene proposto   (Gv 14, 8-18)

 

«“8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: "Mostraci il Padre"? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch' egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi»”.

Parola di Dio 

 

 

 

 

 

 

 

 

MEDITAZIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

 

Il mistero di Dio: «Signore, mostraci il Padre»

Gesù mette in luce il percorso misterioso e progressivo necessario per arrivare alla conoscenza di Dio. Non è immediato costruire un rapporto con lui: si tratta di imparare a pregare. 

Ci vuole tutta la vita; eppure solo la conoscenza di Gesù introduce nel mistero di Dio. Filippo aspirava a una manifestazione di Dio più diretta e naturale, data quasi per scontata dopo una frequentazione storica con il Signore. Di fronte a una percezione ormai debole delle sue parole misteriose, Filippo pensa a una soluzione definitiva e ineccepibile attraverso una dimostrazione più diretta di Gesù. Filippo voleva segni straordinari: «Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta"».  

Non sono i fatti spettacolari quelli che rivelano il cuore di Dio. Anche oggi il cammino della fede si alimenta con piccoli passi, successive intuizioni, stati d'animo progressivi attraverso i quali lo Spirito scrive nei cuori e trasforma le persone. «Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

Gesù gli ricorda che solo lui, semplicemente, nella sua concreta umanità, è il luogo in cui si può scorgere la realtà di Dio: in lui il Dio invisibile si è fatto visibile, conoscibile e raggiungibile. È dunque osservando l'umanità di Gesù, le parole, le azioni, il suo modo di fare, la sua morte per amore e la sua risurrezione, che si può comprendere chi è Dio. 

«Chi ha visto me ha visto il Padre

Gesù stesso invita alla contemplazione del suo volto e della sua umanità. L’unica verità significativa nella vita è un sincero rapporto tra Dio e l'uomo reso possibile nella partecipazione alla umanità di Cristo. Spesso ci si interroga su come intraprendere un vero cammino spirituale. Anche oggi in molte persone nasce a un certo punto della vita questo desiderio sincero: si vorrebbe sentire più da vicino il Signore, sapere qualcosa di più di Dio, vivere ogni giorno tempi di preghiera, costruire sentimenti di bontà.

La debolezza della volontà, le distrazioni fortissime del tempo presente, gli orari e le responsabilità del lavoro e la stanchezza accumulata nei giorni sembrano tutti insieme rendere molto ardua la possibilità di una vera vita spirituale. Si vorrebbe entrare nella preghiera di Gesù, si vorrebbe vedere il Padre e invece non si riesce neppure ad alzare lo sguardo. 

Eppure ci sono una forma di scoraggiamento che va evitata e una forma di ansia che va neutralizzata fin dal suo sorgere. Si può allora rimanere nel senso vero della preghiera, quell'atto della volontà che, pur sentendo il peso dell'aridità del cuore e della stanchezza fisica o psichica della persona, è in grado di tenere viva la fiamma della preghiera come autentica espressione della fede. Una preghiera scarna, povera, quotidiana. Forse è anche da intendere così quella frase rassicurante di Gesù, quando dice: «Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

 

 

La presenza dello Spirito: «In quel giorno voi saprete» 

Gesù ci parla dello Spirito: «lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità. Non vi lascerò orfani: verrò da voi». La presenza del Spirito santo libera da ogni solitudine. Lo Spirito è il segreto più bello di ogni intelligenza umana. Solleva il velo posto sopra tutta la realtà e ci fa vedere le cose così come sono davvero; ci sostiene nel nostro cammino di risveglio e di crescente consapevolezza. Lo Spirito santo sostiene la fede. 

La fede cercherà sempre l'osservanza dell'amore e in questo si sentirà intensamente consolata. La fede cerca l'amore perché cerca il suo primo oggetto: quello da cui derivano ogni intuizione e ogni consistenza, ogni slancio e ogni forma di pietà. La fede introduce alla carità, la fa vedere, la sostiene, la porta avanti tra molte difficoltà, la conduce fino ai segni supremi dell'amore.

Tutto questo per fede, la quale è in grado di condurre sempre un passo più in là di ogni dedizione semplicemente umana. 

Nella fede è possibile una vera preghiera verso il Padre, il quale non farà mancare la sua presenza consolante. L'amore permette di essere sensibili alla presenza dello Spirito santo: si impara a osservare, a comprendere, ad amare come lo farebbe Gesù. La fede consola nella stanchezza del corpo, nella confusione dei pensieri, nell' oscurità delle decisioni; la fede dispone a ricevere i doni dello Spirito santo; i doni dello Spirito sostengono la fede e introducono al timore di Dio, attraverso il quale si lascia al Signore la sua suprema libertà su di noi. 

La fede si nutre della Parola, e lo Spirito ha il compito di suscitare nei credenti la testimonianza e la comprensione interiore e personale della Parola di Gesù. Lo spirito non è per il mondo, ma solo per coloro che nella fede si dispongono a diventare discepoli del Signore. 

Il mondo non conosce lo Spirito perché non lo vede e non lo vuol vedere. Il “vedere” di Giovanni indica uno sguardo attento, scrutatore, interessato, rivolto a realtà visibili ma penetrante al punto da scoprirvi la realtà profonda che manifestano. Non è mai riferito a un vedere puramente interiore: è uno sguardo di fede sull'interezza della vita. Invece lo sguardo del mondo è distratto, senza vero interesse per la profondità dell'uomo e la complessità della storia; è incapace di vedere al di là della superficie. Il mondo, in altre parole, non riesce a percepire lo Spirito nelle sue manifestazioni, che pure sono reali. Per questo il mondo non può vedere lo Spirito. Se ricordiamo questa parola evitiamo ogni forma di scoraggiamento e di smarrimento della fede sapendo che lo Spirito di Gesù non ci abbandonerà mai e rimarrà con noi per sempre e sarà dentro di noi (Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre). 

Questa presenza spirituale ci libera finalmente da ogni radicale forma di tristezza e di solitudine; quest'intima e spirituale presenza dello Spirito è la nuova presenza di Gesù tra di noi: lo Spirito ci rende presente Gesù e mantiene viva la fede in noi.

È una presenza a nostro favore: soccorre, chiarisce, intercede, consola. Lo Spirito è dentro di noi. Mediante il dono dello Spirito Gesù non ci lascia né soli né orfani. Con lo Spirito, Gesù è più vicino a noi di quand'era sulla terra: infatti lo Spirito è stato versato nei nostri cuori. Per vivere una vera qualità della vita è necessario che teniamo vivo lo Spirito dentro di noi. La fede vive nei nostri cuori e la nostra vita diventerà spirituale.

 

 

Per la riflessione

 

“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?”  Perché non conosco ancora Gesù pur affermando di essere cristiano, pur ritenendo di essere praticante, pur donando il mio tempo e le mie energie alla comunità, pur partecipando con entusiasmo ai “raduni” ed alle “giornate”, pur avendo a casa una fornita biblioteca di testi su temi religiosi? Perché non conosco ancora Gesù?

Forse perché mi sono dedicato più al “fare”, piuttosto che all’ “ascoltare”?

 

“Signore, mostraci il Padre” Ripensando alla conoscenza reale che io ho di Gesù, mi scopro in contesti in cui continuamente si parla di lui e forse lo conosco veramente poco: come pensa, come parla, come ha incontrato la gente? Mi piacerebbe conoscere di più il cuore di Cristo e stabilire con lui una relazione più forte e quotidiana di mente e di cuore. Penserò più spesso a Gesù nella mia giornata. Pregare è pensare amandolo. 

 

“Vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”   Lo Spirito mi accompagna, mi sostiene, mi nutre.

Ma io mi lascio accompagnare, sostenere, nutrire? Oppure mi sento “maggiorenne” e il sostegno me lo do da me?

 

“Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”  Gesù mi chiede di essere “proattivo”, cioè di reagire al suo invito non passivamente ma attivamente, chiedendo, alzandomi, muovendomi, agendo, uscendo dal chiuso della mia casetta per andargli incontro nella persona dei fratelli con cui condivido l’esistenza.

 

 

 

ORATIO   Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare. 

 

Sulle tue ginocchia,

come una bambina,

finché sarà passato il temporale,

finché sarà passata la paura.

 

Sulle tue ginocchia,

per sentirmi figlia,

per sentirti Padre.

 

Sulle tue ginocchia,

per arrivare a darti una bacio.

Sulle tue ginocchia, Dio mio,

per sciogliere il gomitolo delle mie strade,

per raccogliere le parole sbriciolate,

per regalarti una preghiera

fatta con le mie mani.

 

Sulle tue ginocchia,

Padre mio.

 

(di Emily Shenker)

 

 

 

 CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

AMEN

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

  (spunti liberamente tratti da una riflessione di mons. Pagani)

   

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CINQUANT’ANNI DALL’APERTURA DEL CONCILIO VATICANO II

 

 

dal RADIOMESSAGGIO DI PAPA GIOVANNI XXIII

11 settembre 1962

 

La grande aspettazione del Concilio Ecumenico, ad un mese di distanza dal suo inizio ufficiale, splende negli occhi e nei cuori di tutti i figli della Chiesa cattolica ...

 

"sollevate la testa, perché è prossima la vostra liberazione ...sappiate che vicino è il regno di Dio" ...

 

Vera letizia per la Chiesa universale di Cristo vuol essere il nuovo Concilio Ecumenico ...

La sua ragion d'essere - come vien salutato, preparato ed atteso - è la continuazione, o meglio è la ripresa più energica della risposta del mondo intero, del mondo moderno al testamento del Signore.

 

E da questo senso di responsabilità in faccia ai doveri del cristiano chiamato a vivere uomo tra uomini, cristiano tra cristiani, che quanti altri, pur non essendolo di fatto, debbono sentirsi eccitati da buon esempio a divenirlo.

 

L'uomo cerca l'amore di una famiglia intorno al focolare domestico; il pane quotidiano per sé e per i suoi più intimi, la consorte e i figliuoli; egli aspira e sente di dover vivere in pace così all'interno della sua comunità nazionale, come nei rapporti con il resto del mondo; egli è sensibile alle attrazioni dello spirito, che lo porta ad istruirsi e ad elevarsi; geloso della sua libertà, non rifiuta di accettarne le legittime limitazioni, al fine di meglio corrispondere ai suoi doveri sociali ...

Questi problemi di acutissima gravità stanno da sempre sul cuore della Chiesa. Perciò essa li ha fatti oggetto di studio attento, ed il Concilio Ecumenico potrà offrire, con chiaro linguaggio, soluzioni che son postulate dalla dignità dell'uomo e dalla sua vocazione cristiana ...

 

In faccia ai paesi sottosviluppati la Chiesa si presenta quale è, e vuol essere, come la Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri.

 

Le miserie della vita sociale che gridano vendetta al cospetto di Dio: tutto deve essere chiaramente richiamato e deplorato. Dovere di ogni uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il superfluo con la misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l'amministrazione e la distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti.

 

Le madri e i padri di famiglia detestano la guerra: la Chiesa, madre di tutti indistintamente, solleverà una volta ancora la conclamazione che sale dal fondo dei secoli e da Betlemme, e di là sul Calvario, per effondersi in supplichevole precetto di pace: pace che previene i conflitti delle armi: pace che nel cuore di ciascun uomo deve avere sue radici e sua garanzia.

 

E' naturale che il Concilio nella sua struttura dottrinale e nell'azione pastorale che promuove, voglia esprimere l'anelito dei popoli a percorrere il cammino della Provvidenza segnato a ciascuno,  per cooperare nel trionfo della pace a rendere più nobile, più giusta e meritoria per tutti l'esistenza terrena.

 

Durante questa preparazione al Concilio si è potuto fare una constatazione. I preziosi anelli della catena di amore, che già fin dai primi secoli dell'era cristiana la grazia del Signore aveva distesa sui vari paesi di Europa e del mondo allora conosciuto, a perfezione di cattolica unità, che per varie circostanze parvero in seguito rallentarsi e di fatto furono spezzati, si ripresentano ora all'attenzione di quanti non son insensibili al soffio nuovo che il progetto del Concilio solleva qua e là, in ansiosa aspirazione di fraterno ricongiungimento nelle braccia della comune antica madre, sancta et universalis mater Ecclesia.

 

 

Preghiera a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II

 

Sei tornato per le strade, Gesù,

le strade del Ventesimo secolo.

Hai camminato dentro i campi di sterminio

nel silenzio di Auschwitz ...

nel fuoco atomico di Hiroshima.

Hai raccolto le macerie del mondo

sotto l'albero della croce,

hai chiamato a raccolta

tutte le figlie e figli della risurrezione.                      Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Un altro Giovanni ti ha preparato la strada

perché tornassi a parlare.

Egli aprì la finestra

perché il vento dello Spirito

entrasse di nuovo

nel cuore del mondo

nel popolo di Dio.                                                     Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Il Concilio come una parabola del Vangelo

ci ha raccontato di nuovo Dio.

I nostri orecchi hanno finalmente

risentito la sua voce

i nostri occhi

hanno visto di nuovo le sue mani

all'opera

per una nuova creazione.                                       Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Concilio: luogo della Parola,

Concilio luogo della coscienza

dove tornare a pensare,

a progettare cammini di pace,

sogni di giustizia

Concilio orecchio teso

verso le religioni del mondo,

per comprendere il Gesù ebreo,

il Cristo cosmico,

Concilio, abbraccio verso tutte le Chiese.               Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Come nell' assemblea dell' Apocalisse

sono i martiri i primi ad avanzare:

sono loro:  donne e uomini uccisi

i primi a stare in piedi, a resistere.

Sono loro il documento mai scritto,

ma fatto corpo, fatto volto,

del Concilio nel mondo.

Romero con le braccia aperte

croce e colomba di pace.                                        Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Torniamo dopo cinquant'anni

con i piedi stanchi, Signore,

ma gli occhi pieni di luce.

Il Concilio è germogliato

nel cuore di donne e uomini

incammino.

Noi abbiamo visto

lo Spirito all' opera.                                                 Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Ogni volta che i piccoli hanno trovato

riscatto, noi abbiamo gioito,

ogni volta che donne e uomini

per la forza della Parola,

non si sono più sentiti esclusi e traditi

noi abbiamo gioito.

La chiesa del Concilio è cresciuta

nelle coscienze delle donne

e degli uomini liberi.                                               Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Continua a soffiare, Vento dello Spirito,

nuova Pentecoste sul mondo,

continua ad inventare lingue nuove,

alfabeti inediti,

capaci di tradurre le sorprese di Dio.

Non è la chiesa che vogliamo celebrare,

ma lo Spirito di Dio che soffia

in mezzo al mondo.                                               Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Dopo cinquant'anni di cammino

muore, il vescovo della Parola,

t'amico di tutti i pensanti,

dei cercatori di luce;

muore come tutti i profeti,

indicando la strada.

Donaci di raccogliere questa pagina

di concilio vivente,

questo raggio di Pasqua

sul mondo.                                                             Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

Continua a soffiare Spirito del Risorto,

soffia e apri nuovi cammini,

soffia sulle braci del Vangelo

perché un nuovo fuoco d'amore

bruci nel cuore di tutti,

perché l'amore

sia più forte della paura.                                        Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

E voi luna e stelle,

che quella sera foste

testimoni silenziose

di un miracolo nuovo,

raccontate a

tutti quelli che guarderanno in alto

questa storia,

raccontate la voce di papa Giovanni e la sua carezza

per i bambini, per i poveri del mondo.

E dite a coloro che camminano nella notte

che l'alba verrà, come quel terzo giorno,

e che sarà "appena l'aurora".                                  Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri

 

(don Marco Campedelli – Comunità san Nicolò - Verona)

 

 

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