RITIRO ON LINE
aprile -  2005
 
 
 


“Signore, tu sai tutto,
tu sai che ti voglio bene”
(Gv 21, 17)

Rivediamo le giornate, le emozioni, le preghiere, le suppliche, i monologhi televisivi… in questi giorni di Chiesa e di Spirito Santo. Come in un “Diario Spirituale” domandiamo perdono, ringraziamo, lodiamo e preghiamo il Signore per il dono di Giovanni Paolo II. Nel ricordo del Papa defunto ma sempre vivo nei nostri cuori, preghiamo il Signore per il Successore di Pietro, in spirito di fede. Tutto il mondo e noi cristiani in particolare stiamo vivendo momenti unici di fede e di Chiesa. Preghiamo per la Chiesa che vive il Conclave.
 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

Invoco lo Spirito Santo:

 

Nell’attesa del Conclave...

O Spirito Santo Consolatore,
che ci infondi fiducia e coraggio nelle parole della fede
mentre versiamo le nostre lacrime
sul nostro caro Pontefice Giovanni Paolo II
che, nella tua comunione con il Padre e il Figlio
hai voluto accogliere nella Dimora degli eletti,
ti preghiamo per l’avvenire della Chiesa di Dio:

fa’ che non perdiamo la fiducia nel domani
fa’ che non rinunciamo alla nostra identità cristiana,
ma che raccogliamo e facciamo nostra l’eredità
del Servo dei Servi di Dio,
come testimone della risurrezione.

Concedi alla comunità dei battezzati
di continuare nella propria missione
di essere apportatrice agli uomini del volto di Cristo
e della speranza nel Risorto.
Assisti il Collegio dei Cardinali che si
unirà per chiamare
il Successore di Pietro.

Dona ai Cardinali, successori degli Apostoli, il dono del discernimento,
affinché possano
comprendere la Tua Volontà
sulla nuova guida visibile della Chiesa.

Dona loro Sapienza e Intelletto
perché possano percepire il Tuo alito ispiratore
e orientali nelle scelte per un ministero petrino
nell’ottica della divina paternità.

Illumina con gli stessi doni anche i singoli fedeli,
le associazioni, i gruppi e l’intera Comunità Ecclesiale
perché sappiamo accettare con gioia ed entusiasmo
il Vicario di Cristo e Successore di Pietro
senza riserve e retoriche di sorta.

Aiutaci, o Spirito Santo,
con tutti i tuoi doni,
a saper accogliere il nuovo Papa guardando a lui
come ad un dono della Provvidenza del Padre,
chiamato da sempre da Dio,
approvando in lui la grandezza
dell’amore del Dio Uno e Trino.

Tu che hai suscitato lo spirito di coesione
e di interazione fra gli apostoli che partivano per la missione,
aiutaci a stringerci tutti attorno al Successore di Pietro
nella realizzazione della comunione
al fine di realizzare la condivisione fraterna,
il vincolo di unione in vista dell’evangelizzazione,
la concordia fra di noi per la testimonianza di Cristo nel mondo,
la carità che Egli presiede nelle Chiese.

Scendi, o Spirito Santo, e illumina la tua Chiesa
in questo momento di fede della Chiesa.

La Madre di Gesù Cristo ci ottenga lo Spirito Santo.
Veni, Sancte Spiritus,
veni, per Maria.



 

VENI CREATOR

Vieni, o Spirito creatore
visita la nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendi dal nemico
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo amore.
Amen


Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.
 

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]
 
 
 

 
LECTIO      Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano – Gv 21, 1-19

 

1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
 4 Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
 9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
 13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
 15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore
 
 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!
“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.
È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO      Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

- 21, 1ss: “Dopo questi fatti…” questi fatti sono la Passione e la Risurrezione.
Cap 20 del Vangelo di Giovanni: vi è descritta la narrazione della tomba vuota e le apparizione di Gesù Risorto ai discepoli.
Sento la risurrezione importante nella mia vita? Se Gesù non fosse risorto, come sarebbe la mia vita?

- 21, 7: “È il Signore!”
Quando riconosciamo il Signore?

- 21, 17: “Signore, tu sai tutto…”
Faccio mia questa professione di fede di Pietro?

- 21, 19: “Seguimi”
Ho seguito il Signore facendomi suo discepolo?

 

La parola del Papa Giovanni Paolo II

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI!

Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. [...] Dovete essere persone con una profonda fiducia nell'uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana.

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace


NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!

Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell'alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell'indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l'inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace


NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!

Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna "metropoli". Dovete essere voi ad andare "ai crocicchi delle strade" e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. [...] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.

 GIOVANNI PAOLO II, Omelia a Denver - 15 Agosto 1993


NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!

Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi! Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere santi! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un'era di uomini santi!

GIOVANNI PAOLO II, Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999

Con Cristo la santità - progetto divino per ogni battezzato - diventa realizzabile... Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi irrobustisce con il vigore del suo Spirito.

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XV Giornata Mondiale della Gioventù


NON ABBIATE PAURA DI RISPONDERE ALLA VOSTRA VOCAZIONE!

Non abbiate paura di ritornare incessantemente a Cristo, fonte della Vita! [...] Manifestando la sua fiducia, Gesù volge a voi il suo sguardo e vi invita a fare della vostra esistenza qualcosa di buono, facendo fruttificare i talenti che vi ha affidato, per il servizio alla Chiesa e ai vostri fratelli, come pure per l'edificazione di una società più solidale, più giusta e più pacifica. Cristo vi invita a riporre la vostra speranza in lui e a seguirlo sulla via del matrimonio, del sacerdozio o della vita consacrata. Nel silenzio del vostro cuore, non abbiate paura di ascoltare il Signore che vi parla!

GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai giovani di Rouen - 14 Aprile 2000

Gesù Dice a ognuno di voi: "Vieni e seguimi"! Non abbiate paura a rispondere a questa chiamata, perché Egli è la vostra forza.

GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai giovani di Terra santa - 24 Marzo 2000


NON ABBIATE PAURA DEL FUTURO!

In Cristo voi potete credere nel futuro, anche se non potete distinguerne i contorni. Voi potete affidarvi al Signore del futuro, e superare così il vostro scoraggiamento di fronte alla grandezza del compito ed al prezzo da pagare. Ai discepoli sgomenti sulla via di Emmaus il Signore disse: «Non era necessario che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». Il Signore rivolge queste stesse parole a ciascuno di noi. Per questo, non abbiate paura di impegnare le vostre vite nella pace e nella giustizia, perché voi sapete che il Signore è con voi in tutte le vostre vie.

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace


NON ABBIATE PAURA DELLA SOFFERENZA E DELLA MORTE!

Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza, non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio. Non abbiate paura allora quando l’amore è esigente. Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio. Non abbiate paura della croce di Cristo. La croce è l’Albero della Vita. È sorgente di ogni gioia e di ogni pace. Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo. È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.

GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai giovani di Auckland – 22 novembre 1986

Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca, in cui il benessere materiale e le comodità sono proposti e ricercati come valori prioritari. Ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!

GIOVANNI PAOLO II, Omelia – 4 Aprile 2004

 

OMELIA DI SUA EM. CARD. JOSEPH RATZINGER
Piazza San Pietro, Messa Esequiale del Santo Padre Giovanni Paolo II
Venerdì, 8 aprile 2005

"Seguimi" dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. "Seguimi" – questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II, le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità – il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine.

[…]

Seguimi – da giovane studente Karol Wojtyla era entusiasta della letteratura, del teatro, della poesia. Lavorando in una fabbrica chimica, circondato e minacciato dal terrore nazista, ha sentito la voce del Signore: Seguimi! In questo contesto molto particolare cominciò a leggere libri di filosofia e di teologia, entrò poi nel seminario clandestino creato dal Cardinale Sapieha e dopo la guerra poté completare i suoi studi nella facoltà teologica dell’Università Jaghellonica di Cracovia. Tante volte nelle sue lettere ai sacerdoti e nei suoi libri autobiografici ci ha parlato del suo sacerdozio, al quale fu ordinato il 1° novembre 1946. In questi testi interpreta il suo sacerdozio in particolare a partire da tre parole del Signore. Innanzitutto questa: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga" (Gv 15, 16). La seconda parola è: "Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Gv 10, 11). E finalmente: "Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore" (Gv 15, 9). In queste tre parole vediamo tutta l’anima del nostro Santo Padre. E’ realmente andato ovunque ed instancabilmente per portare frutto, un frutto che rimane. "Alzatevi, andiamo!", è il titolo del suo penultimo libro. "Alzatevi, andiamo!" – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi. "Alzatevi, andiamo!" dice anche oggi a noi. Il Santo Padre è stato poi sacerdote fino in fondo, perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosa con Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore. E infine "rimanete nel mio amore": Il Papa che ha cercato l’incontro con tutti, che ha avuto una capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi, con queste parole del Signore: Dimorando nell’amore di Cristo impariamo, alla scuola di Cristo, l’arte del vero amore.
Seguimi! Nel luglio 1958 comincia per il giovane sacerdote Karol Wojtyla una nuova tappa nel cammino con il Signore e dietro il Signore. Karol si era recato come di solito con un gruppo di giovani appassionati di canoa ai laghi Masuri per una vacanza da vivere insieme. Ma portava con sé una lettera che lo invitava a presentarsi al Primate di Polonia, Cardinale Wyszynski e poteva indovinare lo scopo dell’incontro: la sua nomina a Vescovo ausiliare di Cracovia. Lasciare l’insegnamento accademico, lasciare questa stimolante comunione con i giovani, lasciare il grande agone intellettuale per conoscere ed interpretare il mistero della creatura uomo, per rendere presente nel mondo di oggi l’interpretazione cristiana del nostro essere – tutto ciò doveva apparirgli come un perdere se stesso, perdere proprio quanto era divenuto l’identità umana di questo giovane sacerdote. Seguimi – Karol Wojtyla accettò, sentendo nella chiamata della Chiesa la voce di Cristo. E si è poi reso conto di come è vera la parola del Signore: "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece l’avrà perduta la salverà" (Lc 17, 33). Il nostro Papa – lo sappiamo tutti – non ha mai voluto salvare la propria vita, tenerla per sé; ha voluto dare se stesso senza riserve, fino all’ultimo momento, per Cristo e così anche per noi. Proprio in tal modo ha potuto sperimentare come tutto quanto aveva consegnato nelle mani del Signore è ritornato in modo nuovo: l’amore alla parola, alla poesia, alle lettere fu una parte essenziale della sua missione pastorale e ha dato nuova freschezza, nuova attualità, nuova attrazione all’annuncio del Vangelo, proprio anche quando esso è segno di contraddizione.
Seguimi! Nell’ottobre 1978 il Cardinale Wojtyla ode di nuovo la voce del Signore. Si rinnova il dialogo con Pietro riportato nel Vangelo di questa celebrazione: "Simone di Giovanni, mi ami? Pasci le mie pecorelle!" Alla domanda del Signore: Karol mi ami?, l’Arcivescovo di Cracovia rispose dal profondo del suo cuore: "Signore, tu sai tutto: Tu sai che ti amo". L’amore di Cristo fu la forza dominante nel nostro amato Santo Padre; chi lo ha visto pregare, chi lo ha sentito predicare, lo sa. E così, grazie a questo profondo radicamento in Cristo ha potuto portare un peso, che va oltre le forze puramente umane: Essere pastore del gregge di Cristo, della sua Chiesa universale. Non è qui il momento di parlare dei singoli contenuti di questo Pontificato così ricco. Vorrei solo leggere due passi della liturgia di oggi, nei quali appaiono elementi centrali del suo annuncio. Nella prima lettura dice San Pietro - e dice il Papa con San Pietro - a noi: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è Signore di tutti" (Atti 10, 34-36). E, nella seconda lettura, San Paolo - e con San Paolo il nostro Papa defunto – ci esorta ad alta voce: "Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi" (Fil 4, 1).
Seguimi! Insieme al mandato di pascere il suo gregge, Cristo annunciò a Pietro il suo martirio. Con questa parola conclusiva e riassuntiva del dialogo sull’amore e sul mandato di pastore universale, il Signore richiama un altro dialogo, tenuto nel contesto dell’ultima cena. Qui Gesù aveva detto: "Dove vado io voi non potete venire". Disse Pietro: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi" (Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena va alla croce, va alla risurrezione – entra nel mistero pasquale; Pietro ancora non lo può seguire. Adesso – dopo la risurrezione – è venuto questo momento, questo "più tardi". Pascendo il gregge di Cristo, Pietro entra nel mistero pasquale, va verso la croce e la risurrezione. Il Signore lo dice con queste parole, "… quando eri più giovane... andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi" (Gv 21, 18). Nel primo periodo del suo pontificato il Santo Padre, ancora giovane e pieno di forze, sotto la guida di Cristo andava fino ai confini del mondo. Ma poi sempre più è entrato nella comunione delle sofferenze di Cristo, sempre più ha compreso la verità delle parole: "Un altro ti cingerà…". E proprio in questa comunione col Signore sofferente ha instancabilmente e con rinnovata intensità annunciato il Vangelo, il mistero dell’amore che va fino alla fine (cf Gv 13, 1).
Egli ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male "è in definitiva la divina misericordia" ("Memoria e identità", pag. 70). E riflettendo sull’attentato dice: "Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza; l’ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore…E’ la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell’amore e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene" (pag. 199). Animato da questa visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo.
Divina Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: "Ecco tua madre!". Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l’ha accolta nell’intimo del suo essere (eis ta idia: Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo.
Per tutti noi rimane indimenticabile come in questa ultima domenica di Pasqua della sua vita, il Santo Padre, segnato dalla sofferenza, si è affacciato ancora una volta alla finestra del Palazzo Apostolico ed un’ultima volta ha dato la benedizione "Urbi et orbi". Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice. Sì, ci benedica, Santo Padre. Noi affidiamo la tua cara anima alla Madre di Dio, tua Madre, che ti ha guidato ogni giorno e ti guiderà adesso alla gloria eterna del Suo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
 
 
 

 

ORATIO      Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare. Se sei in difficoltà, puoi pregare così:

Noi ti adoriamo, o santo Spirito di Dio,
mentre con il meglio delle nostre forze
tentiamo di indovinare chi Tu mai sia per noi.
Ti chiamiamo con nomi umani, con umane parole
per non dover tacere.
Ti apriamo il nostro cuore
per accoglierti e per capire
come profondamente, anche non visto,
ovunque sei presente.
Sei l'aria che respiriamo,
la lontananza che scrutiamo,
lo spazio che ci è toccato in parte.
Tu sei la dolce luce
che ci rende attraenti gli uni agli altri.
Tu sei il dito di Dio
con il quale come per gioco Egli ha ordinato l'universo.
Sei l'amore squisito
con il quale Dio tutti ci ha creati.
Noi ti preghiamo, Spirito di Dio
che tutto crei,
da' compimento all'opera iniziata;
previeni il male che possiamo fare,
muovici al bene, fa' che siamo fedeli e pazienti,
accendi nel nostro cuore l'amicizia per tutto ciò che vive
e dacci gioia per ciò che è umano e buono.

A tutto ciò che vive Tu dai forza,
Tu agisci in modo strano e inafferrabile,
nascosto nel profondo di ciascuno
come un fermento, come un seme di fuoco.
Tu sei la nostra volontà di vita,
l'amore che ci attacca a questa terra
e che ci lega al nostro Dio.
Tu ci sproni ad andare fino in fondo
disposti a sopportare qualunque cosa,
sperando sempre
come l'amore spera.
Sei l'anima delle nostre preghiere,
che cosa non potremmo aspettarci da te?
Saggezza per capirci gli uni gli altri,
abilità nel dare aiuto, ovunque e sempre.
Sei il dono fattoci da Dio,
sii dunque presente qui in mezzo a noi,
sii Dio con noi.
Amen.

(H.Oosterhuis)




 

CONTEMPLATIO      Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

Totus Tuus ego sum

Nel Nome della Santissima Trinità. Amen.
“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (cf. Mt 24, 42) – queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.
[….]
A tutti voglio dire uno sola cosa: “Dio vi ricompensi”
“In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum”
GIOVANNI PAOLO II, Dal Testamento - 1979-2000
 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre Onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.




 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
 

Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore!

GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata mondiale della pace
Non abbiate paura e non stancatevi mai di ricercare le risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Cristo, la verità, vi farà liberi!
GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la XVIII Giornata mondiale della pace

Non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!

GIOVANNI PAOLO II, Omelia – 4 Aprile 2004

Non abbiate paura di aspirare alla santità! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un'era di uomini santi!

GIOVANI PAOLO II, Omelia – 16 giugno 1999

 Non abbiate paura, perché Gesù è con voi! Non abbiate paura di perdervi: più donerete e più ritroverete voi stessi!

GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai giovani di Roma – 21 marzo 1997

Non abbiate paura di Cristo! Fidatevi di lui fino in fondo! Egli solo "ha parole di vita eterna". Cristo non delude mai!

GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai giovani di Poznan – 3 Giugno 1997

Non abbiate paura di dire "sì" a Gesù e di seguirlo come suoi discepoli. Allora i vostri cuori si riempiranno di gioia e voi diventerete una Beatitudine per il mondo. Ve lo auguro con tutto il mio cuore.

GIOVANNI PAOLO II, Saluto ai giovani – 24 Marzo 2000

Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo! Sì, spalancate le porte a lui! Non abbiate paura!

GIOVANNI PAOLO II, Discorso a Tor Vergata– 15 Agosto 2000
 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!