RITIRO ON LINE
dicembre - 2006  
 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

 

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza:

donami lo sguardo e l'udito interiore,

perché non mi attacchi alla cose materiali,

ma ricerchi sempre le realtà spirituali.

 

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell'amore:

riversa sempre più la carità nel mio cuore.

 

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità:

concedimi di pervenire alla conoscenza della verità

in tutta la sua pienezza.

 

Vieni in me, Spirito Santo,

acqua viva che zampilla per la vita eterna:

fammi la grazia di giungere a contemplare

il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen

(Sant’Agostino)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

 

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO          Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano

 

Dal libro della Genesi (Gn 14,17-23)

17 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. 18 Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abram con queste parole:

       “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,

       creatore del cielo e della terra,

       20 e benedetto sia il Dio altissimo,

       che ti ha messo in mano i tuoi nemici”.

Abram gli diede la decima di tutto.

21 Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: “Dammi le persone; i beni prendili per te”. 22 Ma Abram disse al re di Sòdoma: “Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: 23 né un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram”.

 

Parola di Dio

 

 

 

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

MEDITATIO      Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Interessante e misterioso il sacerdote e re Melchisedek, di cui non si conosce né il padre, né la madre, né la stirpe. Interessante anche se di non facile interpretazione il brano in cui questo personaggio è collocato.

Sia per il contenuto che per il genere letterario questo capitolo 14 differisce dal resto della Genesi. È stato definito "un mondo a sé" (L. Köhler) e ha dato molto filo da torcere agli esegeti.

Il racconto riguarda un fatto che sarebbe da situare nel XVII secolo a. C. ma che, per la forza esistenziale e di fede, parla anche oggi al nostro cuore. Non a caso il salmo davidico 109 profetizza il venturo Messia come un sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek, e la lettera agli Ebrei ancora più fortemente connette la figura e la benedizione di Melchisedek a Cristo.

 

Contesto:

Il capitolo 14 è una specie di nuda cronaca ricca di tanti elementi storici e geografici. Ed è come uno spaccato di realtà mondiale di quegli antichissimi tempi. C'è uno scontro tra popoli in cui i Cananei vengono sconfitti. Quando i re vincitori sono già sulla via del ritorno, compare il personaggio principale: il patriarca Abramo. Egli viene avvisato che suo nipote Lot è stato preso: lui e tutti i suoi beni. Con trecentodiciotto uomini insegue i vincitori, libera il nipote e ricupera tutto il ricco bottino.

Conclusione e vertice della narrazione è ciò che subito dopo avviene: l'incontro con Melchisedek, re di Salem che significa Gerusalemme. Questo luogo, a quell'epoca, era ancora ben lontano dall'essere il centro religioso e politico di Israele, ma verso di esso già si orientano le profezie e la storia della salvezza.

Solo davanti a Melchisedek, che riassume in sé l'onore del sacerdote e del re, Abramo è pronto a inchinarsi e a pagare la decima della sua strepitosa vittoria. Subito dopo questo avvenimento, il testo sacro dice che "la Parola di Dio fu rivolta ad Abramo in visione": “Non temere Abram, io sono per te uno scudo. La tua ricompensa è molto grande" (Gen 15,1).

 

Approfondimento del testo:

 

v 17-18     Quando Abramo ritornò dall'aver vinto i re, gli si fece incontro Melchisedek, re di Salem, che portò pane e vino, egli era sacerdote dell'Altissimo.

Pregnante è il commento di S. Ambrogio, padre e dottore della Chiesa d'Occidente: Melchisedek vuol dire "re di giustizia". Ora chi è il re di giustizia e il sacerdote di Dio se non Colui di cui fu detto: “Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek” (Sal 109,4), cioè il Figlio di Dio, il sacerdote del Padre che con il sacrificio del suo corpo ottenne dal Padre il perdono dei nostri peccati. Anche in quell'allestire un pranzo al visitatore a base di "pane e vino", i Padri sono d'accordo nel leggere una prefigurazione del sacrificio eucaristico, memoriale del sacrificio di Gesù sul Golgota.

 

Melchisedek è re di Salem. Va notato che Salem, nome di Gerusalemme, significa "città della pace". Melchisedek, dunque, prefigurazione del Cristo, ha un nesso profondo con la pace. E di Gesù dirà S. Paolo, che è la nostra Pace (cfr Ef 2,14).

 

v 19  E benedisse Abram con queste parole: Sia benedetto Abram dal Dio Altissimo creatore del cielo e della terra.

È il momento vertice dell'incontro. Qui la benedizione di Abramo, l'uomo che ha risposto alla chiamata di Dio abbandonando tutto per lasciarsi condurre sulle vie della grande promessa, si ricollega con la prima benedizione: quella ai nostri progenitori nell'Eden, una benedizione che era destinata a raggiungere ogni uomo, ogni donna. È proprio ciò che conta: anche dopo il peccato, la benedizione continua, attraverso Abramo, a raggiungere l'uomo. Interessante a questo proposito ciò che notano i commentatori odierni. Il Dio Altissimo non era il Dio dell'ebreo Abramo ma il "Dio del cielo e della terra", dell'antichissima alleanza cosmica stretta dal Creatore con Noè dopo il diluvio. Perché tutti i popoli, nessuno escluso, sono oggetto dell'amore e della benedizione di Dio. E, in qualche modo, a tutti si rivela perché li vuole tutti salvi. Come allarga il cuore questa certezza!

v 20a e benedetto sia il Dio Altissimo che ti ha messo in mano i tuoi nemici

Beda, un altro antico autore spirituale, commenta: "Melchisedek non solo esalta con degna lode Abramo come uomo vittorioso, ma il Signore che gli ha dato di splendere nella vittoria. Infatti nel vangelo leggiamo: Vedano le vostre opere buone e glorifichino (benedicano) il Padre vostro che è nei cieli (Mt 5,16)". Il Dio Altissimo, creatore del cielo e della terra, viene benedetto e glorificato dalla bocca del misterioso sacerdote in nome di tutta l'umanità. Non è chiamato Jaweh perché non è solo il Dio dell'ebreo Abramo, ma è il Dio di tutti.

v 20b Poi Abramo gli diede la decima di tutto.

Certo Melchisedek ha la convinzione che l'"Altissimo Iddio" è colui che ha reso vittorioso Abramo, anche se non sa nulla dei misteriosi disegni di Dio su questo ebreo. Abramo a sua volta s'inchina a Melchisedek che lo ha benedetto. Dandogli la decima dei suoi averi, gli riconosce i diritti sui beni e l'esercizio di una grande autorità.

V 21-22     E il re di Sodoma disse ad Abramo: Dammi le persone, tu prenditi la roba. E disse Abramo: Alzo le mani a Jaweh, Dio altissimo, che ha creato il cielo e la terra; non prenderò nulla di ciò che ti appartiene, neanche un filo né un legaccio dei calzari, perché tu non abbia a dire di aver arricchito Abramo. Non voglio niente!

Chi è questo re di Sodoma? Forse un alleato di Abramo, a cui il patriarca cede tutto. I commentatori spirituali notano che proprio perché benedetto da Dio e quindi certo della sua benevolenza, il grande patriarca "appende il suo cuore alla divina misericordia e alla promessa del seme futuro". Tutta la sua ricchezza sarà sempre "sperare in Dio contro ogni speranza" (cfr Rm 4,18). Non altro!

 

Attualizzazione:

La lettera agli Ebrei al capitolo 7 ci aiuta ad approfondire il significato e l'importanza del re-sacerdote Melchisedek, l'uomo della benedizione, come prefigurazione di Gesù in cui ognuno di noi è benedetto dal Padre.

Superiore ai sacerdoti della tribù sacerdotale per eccellenza (quella di Levi), Melchisedek anticipa non solo il sacerdozio regale di Davide ma il sacerdozio perfetto del Messia, Cristo Signore, prefigurando in sé il mistero dell'essere "senza principio né senza fine" (cfr Eb 7,3).

Che cosa dice a noi oggi la sua persona e la sua potente benedizione su Abramo?

 

Ø      La misteriosa figura di Melchisedek allude in qualche modo al mistero del sacerdote: figura importante e irrinunciabile per il popolo di Dio, anche oggi. È urgente pensare al mistero-dono della chiamata sacerdotale, al mistero-dono della persona del sacerdote che ha un ministero strettamente associato a quello di Cristo-Salvezza. Che cosa faremmo senza il sacerdote che celebra l'Eucaristia, prega per e con il popolo di Dio, amministra il sacramento del perdono e gli altri sacramenti, chiamando su di noi ogni benedizione?

 

 

Ø      L'atteggiamento di Abramo: raggiunto dalla benedizione, egli rivela una grande disponibilità a tenersi libero dai troppi "averi". Subito si preoccupa di consegnare le decime e risponde al re di Sodoma che non vuole assolutamente nulla del bottino di guerra.

 

C'è dunque uno stretto rapporto tra il vivere da benedetti (se non lo siamo noi, chi lo è?) e l'opporsi a questo avido bramare i beni di questo mondo, che tanto connota la società materialista e consumista in cui viviamo.

 

 

La Parola m’interpella

Ø      C’è differenza, a partire dal brano, tra sacerdote e prete? Tutti i fedeli, per il Battesimo ricevuto, e portato a frutto con la Confermazione e l’Eucaristia, hanno impresso il carattere di sacerdoti. Prego con e per gli altri, vivo consacrato a Cristo per il mondo intero? Vivo nella preghiera e nelle opere di carità?

Ø      Il sacerdozio battesimale si specifica come vocazione nel sacerdozio ministeriale. Che idea mi sono fatto del sacerdote? Ne ho grande rispetto sempre, in ordine a Cristo di cui egli è in qualche modo il prolungamento, oppure, deluso/a dal comportamento sbagliato di alcuni di loro, giudico il sacerdozio in se stesso negativo, prendo le distanze, azzardo giudizi?

Ø      Prego perché la Chiesa abbia anche oggi sacerdoti santi? Prego per le vocazioni sacerdotali e le assecondo apprezzandole? Collaboro col sacerdote oppure banalizzo la sua figura con un rapporto sbagliato con alcuni di loro?

Ø      Per lasciare che la benedizione si attivi in me e attorno a me, tengo libero il cuore e le mani da troppa roba, dal desiderio di avere e dall'attaccamento a quello che ho? Mi sforzo di essere essenziale nelle mie spese, essenziale nel tempo, essenziale in tutto quel che mi appesantisce, essenziale per essere unito a Dio?

 

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Passo del tempo a percepire Gesù nella mia vita come il Sacerdote perfetto,

il Sovrano di ogni benedizione nei miei riguardi.

Invoco d'essere da lui benedetto/a.

Chiedo anche un lucido sguardo sul mio modo

di gestire roba, denaro, rapporti interpersonali.

E invoco un cuore libero da attaccamenti, un cuore semplice,

perciò capace di benedizione.

Passo del tempo a pregare per i sacerdoti che conosco.

Invoco benedizioni su di loro e sulle persone che amo.

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!

 

 

JJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJJ 

 

Ritiro On Line in lingua inglese

ON LINE RETREAT

DECEMBER 2006

 

I worship the Word of God, the Icon and Crucifix.

 

I trace the Sign of my faith, the Sign of the Cross, on myself. It is the Sign which was given to me in Baptism and distinguishes me as Christian.

 

“Now that we are about to welcome his glorious Cross, the Cross that has accompanied young people on the roadways of the world, let this consoling and demanding word echo in the silence of your hearts: <Blessed are they…>”.

[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Address of John Paul  II, 25 July 2002]

 

“God, who became a lamb, tells us that the world is saved by the Crucified One, not by those who crucified him. The world is redeemed by the patience of God. It is destroyed by the impatience of man.”

[Mass for the beginning of the Petrine Ministry, Homily of Benedict XVI, 24 April 2005]

 

I invoke the Holy Spirit:

 

Come upon me, Holy Spirit, Spirit of wisdom:

grant me internal sight and hearing,

to help me detach from material things,

and always seek the spiritual side.

 

Come upon me, Holy Spirit, Spirit of love:

pour more and more charity into my heart.

 

Come upon me, Holy Spirit, Spirit of truth:

grant me to come to the knowledge of the truth

in its fullness.

 

Come upon me, Holy Spirit,

spring water gushing for eternal life:

grant me your grace to contemplate

the Father's face in everlasting life and joy. Amen

(Saint Augustine)

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

 

I contemplate the signs of the Passion which are impressed in the Crucifix.

 

“Gathered around the Lord's Cross, we look to Him…”

[XVII World Youth Day in Toronto, Welcoming Ceremony to the Young People, Holy Father's Address, 25 July 2002]

 

LECTIO          I open the Word of God and, while standing, read the passage.

 

From the Book of Genesis (Gn 14,17-23)

17 When Abraham returned from defeating Chedor-Laomer and the kings who had been on his side, the king of Sodom came to meet him in the Valley of Shaveh (that is, the Valley of the King). 18 Melchizedek king of Salem brought bread and wine: he was a priest of God Most High 19 He pronounced this blessing:

       “Blessed be Abraham by God Most High,

       Creator of heaven and earth.

       20 And blessed be God Most High,

       for putting your enemies into your clutches”.

And Abraham gave him a tenth of everything.

21 The king of Sodom said to Abraham, “Give me the people and take the possessions for yourself”. 22 But Abraham replied to the king of Sodom, “I swear by God Most High, Creator of heaven and earth: 23 not one thread, not one sandal strap, will I take of what is yours, for you to be able to say, “I made Abraham rich”.

 

Word of God

 

The Word of God written in the Bible should be read with a pen, not just with the eyes!

“Reading” also involves underlining the text so as to highlight the important parts.

It's a very simple thing, but must be done with a pen, it should not just be thought of.

 

MEDITATIO    While sitting, I read the Word slowly, several times. Reading the Word of God is also praying. We have entered the most sacred and the longest phase of our on-line Retreat: “The Great Silence”! The Holy Spirit is the protagonist.

 

An interesting and mysterious figure is that of priest and king Melchizedek: neither his father nor his mother nor his ancestry are known. Also interesting, albeit not easy to interpret, is the passage including this character.

This chaper 14 differs from the rest of Genesis in content and literary style. It has been defined "a world apart" (L. Köhler) and was a tough nut to crack for exegetists.

The narration is about a fact which should be placed in the 17th century b.C. but, because of its deep significance in terms of faith, speaks to our hearts still today. Not by chance, psalm of David 109 prophesies the future Messiah as a priest of the order Melchizedek, and the letter to the Hebrews links Melchizedek's figure and blessing with Christ even more closely.

Background:

Chapter 14 is a sort of report rich in historical and geographic elements. It is like a cross section of the worldwide situation in those ancient times. There is a clash between peoples, in which the Canaanites are defeated. With the winner kings already on the way back, the main character, patriarch Abraham, comes into play. He is informed that his grandson Lot has been kidnapped: him and all his goods. He pursues the winners with three hundred eigtheen men, sets his grandson free and recovers the rich booty.

Immediately afterwards there is the encounter with Melchizedek, king of Salem, meaning Jerusalem, an episod which is the conclusion and climax of the narration. At that time, this place was still far from being Israel's religious and political centre, but the prophecies and history of salvation were already oriented towards it.

Alone before Melchizedek, who combines the honour of the priest and of the king, Abraham is ready to bow and to pay a tenth of his outstanding victory. Soon after this event, the holy text says that "the Word of Yahweh came to Abraham in a vision": “Do not be afraid, Abraham! I am your shield and shall give you a very great reward" (Gn 15,1).

 

A thorough reading of the text:

 

v 17-18     When Abraham returned from defeating the kings, Melchizedek, king of Salem, brought bread and wine; he was a priest of God Most High.

Particularly significant is the comment of St. Ambrose, the father and doctor of the Western Church: Melchizedek means "king of justice". Now, the king of justice and priest of God can only be The One who was so described: “You are a priest for ever of the order  Melchizedek” (Ps 109,4), that is, the Son of God, the Father's priest who, by sacrifying his body, obtained forgiveness of our sins from his Father. Also, as the Fathers agree, that "bread and wine"  lunch offered to the visitor can be seen as the prefiguration of the eucharistic sacrifice, a memorial of Jesus' sacrifice on the Golgotha.

Melchizedek is king of Salem. It should be noted that Salem, the name for Jerusalem, means "city of peace”. Therefore, Melchizedek, a prefiguration of Christ, is closely related to peace. St Paul said that Jesus is the peace between us (cf Ep 2,14).

 

v 19  He pronounced this blessing: Blessed be Abram by God Most High, Creator of heaven and earth.

This is the climax of the encounter. Here the blessing of Abraham, the man who answered the call of God by giving it all up to let himself be guided on the paths of the big promise, is connected with the first blessing, that given to our forefathers in Eden, a blessing which was to reach every man, every woman. This is the most important point: even after the sin, the blessing continues, through Abram, to reach man. It is interesting to see what current commentators note. The God Most High was not the God of Jewish Abraham, but the "God of heaven and earth", of the very ancient cosmic alliance made by the Creator with Noah after the deluge. For all peoples, excluding none, are loved and blessed by God. In one way or another, He reveals Himself to everyone, because He wants all to be saved. This certainty really broadens man's heart!

v 20a And blessed be God Most High for putting your enemies into your clutches

Beda, another ancient spiritual author, comments: "Melchizedek praises not only Abraham as a victorious man, but the Lord who made him shine in the victory. In fact, the Gospel says: Seeing your good works, they may give praise to your Father in heaven (Mt 5,16)". God Most High, Creator of heaven and earth, is blessed and glorified through the mysterious priest for all mankind. He is not called Jahweh because he is not only the God of Jewish Abraham, he is everyone's God.

v 20b And Abraham gave him a tenth of everything.

Melchizedek is convinced that God Most High is the one who made Abraham win, although he doesn't know anything about God's plan on this Jew. Abraham, in turn, bows before  Melchizedek who has blessed him. By giving him a tenth of his assets, he recognises him the rights to his goods and a great authority.

V 21-22     The king of Sodom said to Abraham: Give me the people and take the possessions for yourself. But Abraham replied to the king of Sodom: I swear by God Most High, Creator of heaven and earth: not one thread, not one sandal strap, will I take of what is yours, for you to be able to say, “I made Abraham rich.” For myself, nothing.

Who is this king of Sodom? Maybe an ally of Abraham, to whom the patriarch grants everything. Spiritual commentators observe that right because he is blessed by God and is certain of His benevolence, the great patriarch "hangs his heart on divine mercy and the promise of the future seed". All his richness will always be "to hope in God though there seemed to be no hope" (cf Rm 4,18). Nothing else!

 

Meaning of the passage in the light of our current time:

Chapter 7 of the letter to the Hebrews helps us better analyse the meaning and importance of priest king  Melchizedek, the blessing man, as prefiguration of Jesus in which each of us is blessed by the Father.

Superior to the priest tribe of Levi, Melchizedek not only anticipates David's kingdom, but also the Messiah's perfect ministry, thus heralding, through himself, the mistery of being  “with no beginning or ending” (cf. Heb 7,3).

What does his figure and powerful blessing on Abraham suggest to us today?

 

Ø                  The mysterious figure of Melchizedek somewhat refers to the mystery of the priest, a key figure for God's people of today as well. It is vital to bear in mind the mysterious gift of the vocation to the priesthood, the mysterious gift of the priest who has a ministry intimately related to that of Christ's Salvation. What would we do without the priest celebrating the Eucharist, praying for and with God's people, administering all sacraments, including that of forgiveness, and  blessing all of us?

 

Ø                  The attitude of Abraham: touched by the blessing, he reveals his great willingness to free himself from his non-essential goods. He soon worries about giving his tenths and answers the King of Sodom that he is not at all interested in the spoils of war.

 

   There is therefore a close relationship between living as blessed (if not us, who?) and rejecting the craving for this world's goods, which is a distinctive feature of our materialistic society.

 

The Word asks me questions

Ø                  All the faithful, having received baptism, which they have practised through the Eucharist and Confirmation, have a priesthood potential. Do I pray with and for others, is my life consecrated to Christ for all mankind?  Do I live a life of prayer and charity work?

Ø                  In the ministerial priesthood, the baptismal ministry reveals itself as a vocation. What is my opinion on the priest? Do I always have great respect for him, as if he were the natural extension of Christ? Or am I sometimes disappointed by the misconduct of some of them? Do I negatively judge priesthood?  Do I keep my distance from priests? Do I dare to judge?

Ø                  Do I pray for the Church to have holy priests today as well? Do I pray for priest vocations and help them through my opinions? Do I collaborate with the priest or do I underestimate his figure through a wrong relationship with some of them?

Ø                  To let the blessing influence me, do I strip my heart and my hands of unnecessary things, of the wish to possess, of my attachment to earthly things? Do I practise simplicity in my spending, my time, to get rid of all burdens, am I simple to be united to God?

 

Meditation is not a practice for its on sake, but tends to let me enter into a dialogue with Jesus, to become prayer.

 

ORATIO        I humbly pray for being consistent with the indications emerged from the meditatio. I express faith, hope, love. Prayer extends and becomes such for our friends, our community, for the Church, for all men. Prayer can also be recited by ruminating over some phrases of the passage, repeating that or those which struck me most for my meditation.

 

I spend some time perceiving Jesus as the perfect Priest in my life,

the Sovereign of all blessings on me.

I pray I may receive His blessings.

I also beg He may cast His gaze on my way

of managing things, money, interpersonal relationships.

And I invoke a  heart detached from earthly things,

a simple heart, therefore fit for blessing.

I spent some time praying for the priests I know.

I invoke blessings on them and on all the people I love.

 

CONTEMPLATIO     I feel the need to concentrate on Jesus only, to let myself be reached by His mistery, to rest on Him, to receive His love for me. It is the perception  of the Kingdom of God penetrating me, it is the certainty of touching Jesus.

 

It's Jesus who precedes us, accompanies us, who is close to us, Jesus alone! Let's contemplate this mystery in silence: God is close to every man!

 

Through Him, with Him and in Him,

in the unity of the Holy Spirit,

all glory and honour is yours, Almighty Father,

forever and ever.

 

 

ACTIO     I commit myself to living out a verse of this passage, the one that struck me most in my meditatio, the one I repeated in my oratio,  I lived as silent prayer and adoration in my contemplatio and  which I now live in my actio.

 

The action I've done changes my heart round and causes a U-turn in my life. What has been meditated becomes life now!

 

I pray with the Liturgy of the Hours, the canonical hour of the day suitable for the specific moment.

 

I conclude my lection, reciting peacefully the prayer we have learnt from Jesus: Our Father....

 

Bye for now!