RITIRO ON LINE
Giovedì Santo: adorazione personale davanti all'altare della reposizione

L’Adorazione Eucaristica è la vera preghiera, una preghiera d’amore. Ci sono tecniche e consigli, che a me hanno fornito i miei educatori, e che in questo giorno speciale per la Chiesa, penso che vadano attuati personalmente.
 

Al Giovedì Santo si adora il Santissimo Sacramento fino a tarda ora, dopo la Celebrazione che è detta “Nella Cena del Signore”. In questa Celebrazione, si celebrano la carità e il sacerdote si inchina a lavare i piedi come Gesù ha fatto, il sacerdozio ministeriale che dall’Ultima Cena è nato e l’Eucaristia che viene solennemente reposta e adorata nella sera e il giorno dopo.

L’Adorazione Eucaristica dopo alla Celebrazione, potrà essere condotta comunitariamente o personalmente. Offro un’Adorazione personale, che potrà, con opportuni adattamenti, essere anche comunitaria.

Lo schema: in questo giorno celebriamo tutta quanta l’Eucaristia, quindi adotterò lo schema della Liturgia.


1. INVOCAZIONE DI LODE

Cantiamo a Te, Signore della Vita:
il tuo nome è grande sulla terra,
tutto parla di Te e canta la Tua gloria.
Grande Tu sei e compi meraviglie: Tu solo sei Dio.

Cantiamo a Te, Signore Gesù Cristo:
Figlio di Dio venuto sulla terra,
fatto uomo per noi nel grembo di Maria.
Dolce Gesù, risorto dalla morte, Tu solo sei con noi.

Cantiamo a Te, Spirito del Padre e del Figlio:
Tu che sei Amore senza fine,
vivi dentro di noi e guida i nostri passi.
Accendi in noi il fuoco dell’eterna carità
che ci faccia incendiare il mondo.
 

2. ATTO PENITENZIALE

Ti chiedo perdono per… (ognuno presenti i propri peccati. Esaminati sul rapporto con Dio, con gli altri, con me stesso).
 

3. LETTURA
Lc 22, 14-20

Preparativi della cena pasquale

Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: “Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare”. Gli chiesero: “Dove vuoi che la prepariamo? ”. Ed egli rispose: “Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà  e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?  Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate”.  Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

La cena pasquale

Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui,  e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione,  poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”.  E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi,  poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”.

Istituzione dell’Eucaristia

Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”.  Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.
 

4. MEDITAZIONE

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
CAPPELLA DEL CENACOLO
Gerusalemme
Giovedì, 23 Marzo 2000

1. “Questo è il mio Corpo”.

Riuniti nella Sala Superiore, abbiamo ascoltato il racconto evangelico dell'Ultima Cena. Abbiamo udito le parole che emergono dalle profondità del mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio. Gesù prende il pane, lo benedice e lo spezza, poi lo dà ai suoi discepoli dicendo: “Questo è il mio Corpo”. L'alleanza di Dio con il suo popolo sta per culminare nel sacrificio del suo Figlio, il Verbo Eterno fattosi carne. Le antiche profezie stanno per compiersi: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato... Ecco, io vengo per fare, O Dio, la tua volontà” (Eb 10, 5-7). Nell'Incarnazione, il Figlio di Dio, di Colui che è uno con il Padre, è divenuto uomo e ha ricevuto un corpo dalla Vergine Maria. Ora, nella notte prima della sua morte, dice ai suoi discepoli: “Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi”.

È con profonda emozione che ascoltiamo ancora una volta le parole pronunciate qui, nella Sala Superiore, duemila anni fa. Da allora, sono state ripetute, generazione dopo generazione, da quanti condividono il sacerdozio di Cristo mediante il Sacramento dell’Ordine Sacro. In tal modo, Cristo stesso ripete costantemente queste parole, attraverso la voce dei suoi sacerdoti, in ogni angolo del mondo.

2. “Questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza; versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”.

Obbedendo al comandamento di Cristo, la Chiesa ripete queste parole ogni giorno nella celebrazione dell'Eucaristia. Parole che emergono dalle profondità del mistero della Redenzione. Nella celebrazione della cena pasquale nella stanza al piano superiore, Gesù prese il calice colmo di vino, lo benedisse e lo diede ai suoi discepoli. Faceva parte del rito pasquale del Vecchio Testamento. Tuttavia Cristo, il Sacerdote della nuova ed eterna alleanza, usò queste parole per proclamare il mistero salvifico della sua Passione e della sua morte. Sotto le specie del pane e del vino, ha istituito i segni sacramentali del Sacrificio del suo Corpo e del suo Sangue.

“Con la tua croce e la tua resurrezione salvaci, o Salvatore del mondo”. In ogni Santa Messa, proclamiamo questo “mistero della fede”, che per duemila anni ha alimentato e sostenuto la Chiesa, mentre compie il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, proclamando la croce e la morte del Signore fino a quando verrà (cfr Lumen gentium, n. 8). In un certo senso, Pietro e gli Apostoli, nelle persone dei loro Successori, sono tornati oggi nella stanza al piano superiore, per professare  la fede perenne  della Chiesa: “Cristo è morto, Cristo è risorto, Cristo ritornerà”.

3. Infatti,  la prima lettura della Liturgia di oggi ci riporta alla vita della prima comunità cristiana. I discepoli “erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (At 2, 42).

Fractio panis. L'Eucaristia è sia un banchetto di comunione nella nuova ed eterna alleanza, sia il sacrificio che rende presente la potenza salvifica della croce. Fin dall'inizio il mistero eucaristico è sempre stato legato all'insegnamento e alla sequela degli Apostoli e alla proclamazione della Parola di Dio, annunciata prima dai Profeti e ora, una volta per tutte, in Cristo Gesù (cfr Eb 1, 1-2). Ovunque vengono pronunciate le parole “questo è il mio Corpo” e invocato lo Spirito Santo, la Chiesa viene rafforzata nella fede degli Apostoli e nell'unità che ha l’origine e il vincolo nello Spirito Santo.

4. San Paolo, l'Apostolo delle genti, ha compreso chiaramente che l'Eucaristia, in quanto condivisione del Corpo e del Sangue di Cristo, è anche un mistero di comunione spirituale nella Chiesa. “Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo” (1 Cor 10, 17). Nell'Eucaristia, Cristo, il Buon Pastore, che ha dato la sua vita per il gregge, resta presente nella sua Chiesa. Che cos'è l'Eucaristia se non la presenza sacramentale di Cristo in quanti condividono l'unico pane e l'unico calice? Questa presenza  è la più grande ricchezza della Chiesa.

Mediante l'Eucaristia, Cristo edifica la Chiesa. Le mani che hanno spezzato il pane per i discepoli  durante l'Ultima Cena si sarebbero distese sulla croce per riunire ogni popolo intorno a Lui nel Regno eterno del Padre. Attraverso la celebrazione dell'Eucaristia, Egli non cessa mai  di portare uomini e donne a essere membri effettivi del suo Corpo.

5. “Cristo è morto, Cristo è risorto, Cristo ritornerà”.

Questo è il “mistero della fede” che proclamiamo in ogni celebrazione eucaristica. Gesù Cristo, il Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza, ha redento il mondo con il proprio sangue. Risorto dai morti, è andato a preparare  un luogo per noi nella casa del Padre. Nello Spirito che ci ha reso figli amati di Dio, nell'unità del Corpo di Cristo, attendiamo il suo ritorno con gioiosa speranza.

Quest'anno del Grande Giubileo è un’opportunità speciale per i sacerdoti per crescere nella considerazione del mistero che celebrano sull'altare. Per questo motivo desidero firmare  la Lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo di quest'anno qui, nella Sala Superiore, dove fu istituito l'unico sacerdozio di Gesù Cristo, che tutti noi condividiamo.

Celebrando questa Eucaristia nella Stanza Superiore a Gerusalemme, siamo uniti alla Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo. Uniti al Capo, siamo in comunione con Pietro e con gli Apostoli e con i loro Successori nel corso dei secoli. In unione con Maria, con i Santi, con i Martiri e con tutti i battezzati che hanno vissuto nella grazia dello Spirito Santo, diciamo con forza: Marana tha! “Vieni Signore Gesù!” (cfr Ap 22, 20). Conduci noi e tutti coloro che hai scelto alla pienezza della grazia nel tuo Regno eterno! Amen.
 

5. PROFESSIONE DI FEDE

Dt 26,4-10: la più antica Professione di Fede che fa memoria della storia biblica

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo possiederai e là ti sarai stabilito,  prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome.  Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci.  Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa.  Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù.  Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione;  il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi,  e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele.
 

6. PREGHIERA UNIVERSALE

Preghiamo per le intenzioni della Chiesa e del mondo, soprattutto per quelle che ci fanno più soffrire, per le intenzioni che avremmo mai ricordato…
 
 

7. PRESENTAZIONE DEI DONI

Offriamo a Dio tutto; in questa passata Quaresima, offriamo a Dio i momenti di sconforto, di tristezza, di peccato. E poi offriamo a Dio le cose belle che Lui ci ha donato. Come Dt 26,10s prego:

Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio;  gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua famiglia.
 

8. PREFAZIO GRANDE RENDIMENTO DI GRAZIE E CONSACRAZIONE

Ricordiamo le parole della Preghiera Eucaristica con cui il Signore si rende presente nella sua comunità. Facciamo memoria in questa preghiera liturgica di tutta la storia della salvezza: Dio, gli angeli, la creazione dell’uomo, il peccato, i profeti, la riconciliazione offerta in Cristo, la morte di Gesù e lo Spirito Santo. C’è il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. Poi riprende: la morte, la discesa agli inferi, la resurrezione, la ascensione e la seconda venuta di Gesù, la Chiesa. Intercessioni particolari: la Chiesa, i defunti e noi tutti, che per Maria e i Santi, saremo “Per Cristo, con Cristo e in Cristo…”.

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre santo, unico Dio vivo e vero:
prima del tempo e in eterno tu sei,
nel tuo regno di luce infinita.

Tu solo sei buono e fonte della vita,
e hai dato origine all’universo,
per effondere il tuo amore su tutte le creature
e allietarle con gli splendori della tua luce.

Schiere innumerevoli di angeli
stanno davanti a te per servirti,
contemplano la gloria del tuo volto,
e giorno e notte cantano la tua lode.
Insieme con loro anche noi,
fatti voce di ogni creatura,
esultanti cantiamo:

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.

Noi ti lodiamo, Padre santo,
per la tua grandezza:
tu hai fatto ogni cosa
con sapienza e amore.

A tua immagine hai formato l’uomo,
alle sue mani operose hai affidato l’universo
perché nell’obbedienza a te, suo creatore,
esercitasse il dominio su tutto il creato.
E quando, per la sua disobbedienza,
l’uomo perse la tua amicizia,
tu non l’hai abbandonato in potere della morte,
ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro,
perché coloro che ti cercano ti possano trovare.

Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza,
e per mezzo dei profeti
hai insegnato a sperare nella salvezza.

Padre santo, hai tanto amato il mondo
da mandare a noi, nella pienezza dei tempi,
il tuo unico Figlio come salvatore.
Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo
ed è nato dalle Vergine Maria;
ha condiviso in tutto, eccetto il peccato,
la nostra condizione umana.
Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza,
la libertà ai prigionieri,
agli afflitti la gioia.

Per attuare il tuo disegno di redenzione
si consegnò volontariamente alla morte,
e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita.

E perché non viviamo più per noi stessi
ma per lui che è morto e risorto per noi,
ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo,
primo dono ai credenti,
a perfezionare la sua opera nel mondo
e compiere ogni santificazione.

Ora ti preghiamo, Padre:
lo Spirito Santo santifichi questi doni
perché diventino il corpo e il sangue
di Gesù Cristo, nostro Signore,
nella celebrazione di questo grande mistero,
che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza.

Egli, venuta l’ora d’essere glorificato da te,
Padre Santo,
avendo amato i suoi che erano nel mondo,
li amò sino alla fine;
e mentre cenava con loro,
prese il pane e rese grazie,
lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO È IL MIO CORPO
OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

Allo stesso modo,
prese il calice del vino e rese grazie,
lo diede ai suoi discepoli, e disse:

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:
QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

Mistero della fede.

In questo memoriale della nostra redenzione celebriamo,
Padre, la morte di Cristo,
la sua discesa agli inferi,
proclamiamo la sua risurrezione e ascensione al cielo,
dove siede alla tua destra;
e, in attesa della sua venuta nella gloria,
ti offriamo il suo corpo e il suo sangue,
sacrificio a te gradito, per la salvezza del mondo.

Guarda con amore, o Dio,
la vittima che tu stesso hai preparato per la tua Chiesa;
e a tutti coloro
che mangeranno di quest’unico pane
e berranno di quest’unico calice,
concedi che,
riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo,
diventino offerta viva in Cristo,
a lode dalla tua gloria.

Ora, Padre, ricordati di tutti quelli
per i quali noi ti offriamo questo sacrificio:
del tuo servo e nostro Papa Giovanni Paolo II,
del nostro Vescovo N., del collegio episcopale,
di tutto il clero, di coloro che si uniscono alla nostra offerta,
dei presenti e del tuo popolo
e di tutti gli uomini che ti cercano con cuore sincero.

Ricordati anche dei nostri fratelli
che sono morti nella pace del tuo Cristo,
e di tutti i defunti,
dei quali tu solo hai conosciuto la fede.

Padre misericordioso,
concedi a noi, tuoi figli, di ottenere
con la beata Maria Vergine e Madre di Dio,
con gli apostoli e i santi
l’eredità eterna del tuo regno,
dove con tutte le creature,
liberate dalla corruzione del peccato e della morte,
canteremo la tua gloria,
in Cristo nostro Signore,
per mezzo del quale tu, o Dio,
doni al mondo ogni bene.

CONCLUSIONE

Per Cristo, con Cristo e in Cristo,
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.