RITIRO ON LINE
luglio - anno del Signore 2003
Tempo Ordinario
 

 

Ho intenzione di incontrare il Signore nella preghiera. Stampo il Ritiro On Line di questo mese. Spengo il cellulare. Preparo accuratamente i posti e i segni.

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

Invoco lo Spirito Santo:

Spirito di Dio,
soffio di vita e d'amore,
entra nel mio cuore, e trasformalo.
io alzerò le vele,
per cogliere ogni brezza leggera,
ed ogni folata più intensa,
perché voglio vivere tutto di te.

Spirito di Dio,
presenza del Padre,
guida tu la mia vita,
perché possa seguirLo.
Io mi lascerò condurre,
verso quei lidi che tu solo sai,
verso quella meta che darà pienezza alla mia vita.

Spirito di Dio,
vera ricchezza e sommo bene,
donami un cuore povero che ti possa accogliere.
io mi lascerò riempire da te,
perché tu possa traboccare,
possa dolcemente esplodere in me,
e la mia vita diventi un atto d'amore.

Spirito di Dio,
luce divina,
fa' di me un piccolo raggio della tua luce infinita.
Io mi scioglierò nella tua luce,
e nel niente di me,
nel tutto di Dio,
potrò fare dono della mia vita,
e potrò essere anche io luce.

Tu, Spirito Santo,
Tu, amore di Dio,
Tu, luce azzurra,

vieni in me!


Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”
[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

LECTIO      Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano del Vangelo di Marco (Mc 12, 38-44)

 38 Diceva loro mentre insegnava: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave”.

 41 E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. 43 Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

Parola del Signore

Il Vangelo si legge con la penna e non soltanto con gli occhi! “Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.
Occorre che risultino bene le azioni che vengono descritte, l’ambiente in cui avviene il fatto, il soggetto che agisce e chi riceve l’azione.
È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.
 

MEDITATIO    Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! “Il Grande Silenzio” della Meditatio deve durare almeno 30 min.

Il brano che cerchiamo di pregare in questa lectio è del cap. 12 del Vangelo secondo Marco. Nell’intento di Marco, questo brano, nel contesto di questi capitoli, segna la rottura definitiva tra il vangelo di Gesù e il fariseismo. Alla comunità cristiana si impone l’impegno di operare una scelta fondamentale, a cui Marco da un grande risalto attraverso un’espressione tipica del suo Vangelo, richiamando il severo monito di Gesù: “Guardatevi dagli scribi!” (cfr 8,15).
A conclusione del capitolo il contrasto tra la via di Gesù e la mentalità degli scribi si fissa in un quadro di bellezza e forza incomparabile. Viene presentata una povera vedova, che con grande generosità offre quanto ha, icona di Gesù che si dona fino alla morte.
L’atteggiamento di questa donna spicca in aperta opposizione al comportamento dei capi del popolo: questi dicono cose giuste, ma non le fanno; quella invece non pronuncia alcuna parola, ma fa… il Vangelo si testimonia così.

v 38: comportamento degli scribi: ecco come non bisogna fare! Dal vv 38 al 40 è tutto al negativo.
Mi sento importante? Amo essere ben voluto? Mi sento, in qualche modo, indispensabile? Cerco sempre di mettermi in mostra? Nelle mie azioni, vengo a prevaricare sugli altri? Ostento la mia preghiera? Sono uno che sa solo parlare o so anche agire per gli altri?

v 42: due spiccioli: Marco da il corrispondente romano dello spicciolo, il quattrino. Signicativa è la precisazione: “due spiccioli”. La donna avrebbe potuto tenersene uno per sé: invece offre tutte le sue sostanze, “la sua stessa vita” come suona il testo greco. È da notare una piccola parola nel versetto prima. “Osservava come la folla…” Il “come”!
Noi diamo al Signore la nostra stessa vita? Come, in che modo e in quale quantità...? Nelle nostre azioni, abbiamo timore nel donare noi stessi? Ci comportiamo a volte in modo egoista? Nella vita quotidiana, siamo sempre consapevoli di come ci rivolgiamo ai fratelli? Riusciamo ad avere atteggiamenti quotidiani ispirati alla logica del Vangelo?

v 44: tutto quanto aveva per vivere: Marco riprende e sottolinea la povertà di questa donna, anzi di bisogno e di miseria e con uguale forza sottolinea la totalità del dono della medesima.
Do al Signore tutto quanto ho per vivere? Oppure trattengo qualcosa per me? Mi fido pienamente del Signore? Vivo la gratuità nelle occasioni di tutti i giorni? So accorgermi delle necessità del fratello? So farmi vicino a lui fino a dargli tutto me stesso

 ( tempo, sentimenti, mezzi)?
 

Nelle opere di pietà vi è posto per tutti

 Le opere della pietà sono vastissime e la loro stessa varietà dà ai veri cristiani la possibilità di svolgere per intero il proprio ruolo nella distribuzione delle elemosine, siano essi ricchi e nell’abbondanza, o, al contrario, poveri e mediocri, cosicché coloro che sono ineguali nelle possibilità di largizione, siano almeno simili nell’affetto del cuore. Infatti, quando, sotto gli occhi del Signore, molti buttavano nel tesoro del tempio grosse cifre prese dalla loro opulenza, una vedova vi introdusse due monetine e meritò di essere onorata dalla testimonianza di Gesú Cristo per quel dono minimo, preferito all’offerta di tutti gli altri: infatti, davanti ai doni magnifici di coloro ai quali restava ancora molto, il suo, per misero che fosse, costituiva tutto il suo avere (cf. Lc 21,1-4).
 Pertanto, se qualcuno è ridotto ad una povertà tale da non poter neppure elargire due spiccioli ad un indigente trova nei precetti del Signore di che adempiere il dovere della benevolenza. Infatti, neppure chi avrà donato ad un povero un semplice bicchiere d’acqua fresca rimarrà senza ricompensa per il suo gesto (cf. Mt 10,42): oh, quali scorciatoie non ha preparato il Signore ai suoi servi per far loro conquistare il suo Regno, se persino il dono di un bicchiere d’acqua, d’uso gratuito e comune, non deve restare senza ricompensa!
 E, perché nessuna difficoltà potesse frapporvi ostacoli, è proprio un po’ d’acqua fresca che viene proposto come esempio di misericordia, per timore che qualcuno cui manca la legna per fare il fuoco e farla scaldare, potesse pensare di essere privato della ricompensa.
 Il Signore, peraltro e non senza ragione, avvertì che tale bicchiere d’acqua doveva essere dato in suo nome, perché è la fede che rende preziose cose in sé stesse vili, e che le offerte degli infedeli, anche se fatte senza badare a spese, restano nondimeno vuote di ogni giustificazione.

 (Leone Magno, Sermo, 31, 2)
 

Dio non pesa la quantità ma il cuore

 Grande è quel che Egli trarrà dal poco disponibile, poiché sulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantità dei doni, bensì il peso dei cuori. La vedova del Vangelo depositò nel tesoro del tempio due spiccioli e superò i doni di tutti i ricchi (cf. Mt 12,41-44). Nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza frutto. Diverse sono senza dubbio le possibilità da lui date agli uomini, ma non differenti i sentimenti che egli reclama da loro.
 Valutino tutti con diligenza l’entità delle proprie risorse e coloro che hanno ricevuto di più diano di più.

 (Leone Magno, Sermo de jejunio dec. mens., 90, 3)

(by don Pierluigi)
La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.
 
 

ORATIO     Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare. Se sei in difficoltà, prega così:

Ho scoperto la mia piccolezza, Signore,
ho compreso che senza di te
la mia vita diventa vuota.
Ho vissuto il fallimento
di chi si affida alle proprie forze;
ma solo in Te posso trovare la vera forza
e solo nella mia povertà la posso scoprire.
Sono il più piccolo dei tuoi figli,
Signore, perdonami!
Ma tu Signore non hai mai smesso
di dirmi: "TI AMO",
di accarezzarmi nella tristezza,
di cantare nel mio cuore,
di chiamarmi ad Amare.
E mi hai insegnato ad aver fiducia,
perché Tu hai fiducia in me, Signore.
Ed allora gioisco di essere piccolo,
perché chi è piccolo ha bisogno del tuo perdono,
e nella tua misericordia scoprirò di amarti,
anche io, sempre di più.
Gioisco di essere povero,
perché a chi non ha nulla tu dai la gioia
di poter incontrare il Padre in libertà.
Gioisco della sofferenza perché mi aiuta a crescere,
e perché mi ricorda che solo in Te
potrò trovare la Vera Gioia.
Gioisco della morte,
perché è l'atto supremo del Tuo Amore
col quale mi chiamerai accanto a te.
Gioisco della vita
perché è un Miracolo del Tuo Amore,
e voglio viverla in Te.
Nelle Tue mani, Signore,
affido il mio Spirito!



CONTEMPLATIO     Si avverte il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

Contemplo ed adoro, in ginocchio, il Crocifisso, segno della Risurrezione.

ACTIO      Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
 
 

Arrivederci!
 
 
 

“I farisei”
“L’obolo della vedova”
Ravenna – Basilica di
Sant’Apollinare Nuovo