RITIRO ON LINE
maggio - 2006  

 


Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.

 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano.

 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 

“Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

 

Invoco lo Spirito Santo:

No, non ci hai lasciati orfani, soli e sperduti,

abbandonati alla complessità delle vicende umane.

No, non siamo in balia del potente o del maestro di turno,

privi della capacità di discernere e di valutare, di decidere e di scegliere.

 

Tu ci hai fatto dono del tuo Spirito:

è lui l'anima segreta della nostra esistenza,

il fuoco acceso nel nostro petto,

il coraggio che vince tante paure,

la forza che emerge dalle nostre debolezze e fragilità.

 

Ma perché il tuo dono divenga operante in noi,

perché la nostra povera vita sia trasfigurata dalla tua presenza,

tu ci chiedi di abbandonarci con fiducia alla tua volontà, al tuo disegno.

 

Ci domandi di amarti, non a parole, ma con i fatti,

non nei momenti magici in cui tutto sembra sorriderci,

ma nell'oscurità della vita quotidiana, nella trama usuale dei giorni,

nella fatica e nel sacrificio, nell'attesa e nel dolore, nelle pene e nelle gioie.

 

E ci prometti che il nostro amore,

nelle sue modeste dimensioni,

sperimenterà il tuo amore smisurato e quello del Padre.

 

Veni, Sancte Spiritus

Veni, per Mariam.

 

Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

 

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]

 

LECTIO      Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano

 

Gal 5,1.13-26

1Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

13Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. 14Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso . 15Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! 16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 17la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. 19Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c`è legge. 24Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.

 

Gal 6,1-2

1Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. 2Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.

 

 

Parola di Dio

 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

 

 

MEDITATIO        Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 

Contesto:

Paolo afferma in modo categorico che la vocazione cristiana è una vocazione alla libertà. Il cristiano è un figlio. Non ha ricevuto uno spirito da schiavo che lo opprima nella paura, ma uno spirito di filiazione divina per il quale può gridare a Dio: "Papà, Padre!" (cfr Rom 8,15 ). Di qui la sua dignità non solo di persona presente a se stessa, attiva e ricettiva nel non lasciarsi condizionare da pressioni ambientali, ma di persona che assume la capacità, il rischio della libertà nello Spirito, cioè di realizzare se stessa, fuori dalle pressioni del suo ego, nel dono totale di sé ai fratelli per amore di Dio e sul modello di Cristo.

 

 

Struttura:

Sono due i nuclei narrativi:

cap.5,1.13-15        È focalizzato il significato cristiano della libertà che è agàpe, amore.

vv. 16-24     Viene evidenziata una forte opposizione: vita e opere della carne, vita e frutto dello Spirito.

vv.25-26 e cap.6,1-2    Si dice qual è il comportamento di chi vive secondo lo Spirito.

 

 

Approfondimento del testo:

vv. 1.13-15 Nella prima parte di questo capitolo, Paolo ha rimproverato i Galati che cercavano la giustificazione (=salvezza) nella legge mosaica e nelle sue pratiche. Ha asserito che in Cristo Gesù non è l'essere o no circoncisi ad avere effetto salvifico, ma la fede in Lui che si attua mediante la carità (v. 6).

Conviene essere fermamente persuasi che, liberati da Cristo per una vocazione alla libertà e quindi per un cammino nella libertà, non è il caso di ricadere nella schiavitù. Ci sono due tipi di schiavitù: quella di riprendere il giogo della legge con le sue pesantezze e prescrizioni esteriori e vissute nell'esteriorità o quella che sta al polo opposto. Sembra, ma non è libertà. Si tratta di permissività e licenza nel concedersi alla carne (sarx), cioè a un tipo di vita sbagliata, incline alle passioni, all'istintività egoistica con le sue pretese.

Paolo sa che dove l’ ego trionfa, gli individualismi scatenano divisioni, litigi, un mordersi a vicenda (v. 15).

La libertà, al contrario, si realizza per mezzo della carità - incredibile, ma vero per la forza dello Spirito! - nell'essere in permanenza gli uni schiavi degli altri. Qui Paolo tocca un vertice del suo argomentare motivando: “Perché la legge trova la sua pienezza in una sola parola: amerai il tuo prossimo come te stesso” (v. 14). Altrove egli aveva detto: “Chi ama l'altro ha già portato a compimento la legge” (Rom. 13,8), “La carita' e' la pienezza della legge” (Rom. 13,10). È dunque evidente: non sei mai così libero come quando scegli di servire l'altro per amore di Dio.

vv. 16-21   Spirito” e “carne” sono visti come principi operativi antitetici: l'uno libera perfino dalla legge, nel senso che l'adempimento di essa non è forzato, ma mosso dal dinamismo interiore dello Spirito-Amore; l'altro schiavizza perché fa cadere nel peccato. Paolo esemplifica enumerando peccati di quattro categorie: disordine nel campo sessuale (fornicazione, impurità, debolezza), peccati contro la religione (idolatria, magia), peccati contro la carità (notare come si parte dalle ostilità che allignano nell'intimo per giungere all'esplosione in varie manifestazioni), peccati contro la temperanza (orge, ubriachezze). Tutto questo, dice Paolo inequivocabilmente, non permette di accedere all'eredità escatologica del Regno di Dio.

vv. 22-24     Al contrario il frutto dello Spirito (notare il singolare che richiama il “frutto” per eccellenza maturato sulla radice di Iesse: Gesù, il suo stile di vita virtuoso, ricco d'amore!) si articola in una gamma di atteggiamenti tipici di chi, come Gesù, vive animato dallo Spirito d'Amore. Il cristiano perciò ama, gioisce, è nella pace, s'apre a magnanimità, bontà, benevolenza, ispira e da fiducia, è mite e umile, costruisce dei rapporti interpersonali ispirati a carità, padroneggia i propri impulsi (ciò vale tanto per l'ambito personale che per quello relazionale ). Come non sentire risuonare gli stessi atteggiamenti presenti nel celebre inno alla carità (1Cor 13)?

Quel che si evidenzia sempre più è che libertà e amore s’identificano. E l'amore è sì anche impegno nostro, ma anzitutto è dono dello Spirito: "L'amore di Dio e' versato nei nostri cuori mediante lo Spirito che ci e' stato donato" (Rm.5,5). La legge non si occupa di cose del genere (v.24), proprio perché la persona che ama è animata e guidata dallo Spirito. E chi appartiene a Cristo (a causa del battesimo, tanto più per la consacrazione religiosa) in forza e amore di Spirito Santo crocifigge la propria parte istintiva, incline al male (carne) in Cristo Gesù Crocifisso; è in Lui che s'appropria dello Spirito Santo vivificante e liberante.

v. 25 e cap.6,1-2  Se la nostra vita è continuamente sorretta dall'energia dello Spirito, s’instaura in noi un modo esistenziale capace di non schiavizzarsi in vanagloria, competizioni, invidie; un modo libero d'impegnarsi alla cura di sé e degli altri nella mitezza e nella pazienza che, col vicendevole portare i pesi esistenziali, compie l'intera legge di Cristo. Sì, perché è proprio in questa pazienza che si manifesta concretamente l'amore. E “L'amore e' la pienezza della legge” (Rm 13,10).

Lo Spirito, capace perfino di dare la vita alle ossa aride di cui parla il profeta Ezechiele (37,4); lo Spirito che opera il trapianto del cuore (togliendo il cuore di pietra ne dà uno di carne), è capace, come già detto (Ger 31,33), di far vivere dal di dentro con motivazioni interiori d'amore quella legge di Dio che sostanzialmente è espressione della sua volontà.

Davvero: “dove c'è lo Spirito del Signore c’è libertà" (cfr 2Cor 3,12), perché è lo Spirito a condurci all'intera e intima verità delle cose che Gesù ci ha insegnato (cfr. Gv.16,13-15) con l'esempio e con la Parola. Ma questa libertà, fuori da ogni equivoco, ci riconduce a una carità che è impegno d'amore fino alla concretezza del servire. “Non sono venuto per essere servito, ma per servire “, dice Gesù. E Paolo: “Libero da tutti mi sono fatto schiavo di tutti " (1 Cor 9,19).

 

La Parola m’interpella:

Come mi percepisco: interiormente libero o condizionato dal giudizio degli altri, dai vari fattori ambientali in cui vivo?

Qual è il mio rapporto con la Legge? Amo talmente il Signore che vi aderisco con libertà di cuore o sono pauroso, formale nella mia osservanza?

Aderisco alla Legge in funzione delle persone da amare e servire per amore di Dio o amo la Legge per la Legge, oppure sostanzialmente non amo che d'essere libero di far ciò che mi appaga al momento?

Ricordo che lo Spirito Santo è dato dal Padre a chi lo invoca con fede: quello Spirito che mi fa libero di amare? (cfr Lc 11,13)

 

 

La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

ORATIO        Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

 

Riassaporo un bellissima affermazione del Concilio Vaticano II. La lascio entrare in me a livelli profondi:

"Questo popolo missionario ha (...) per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio nel cuore del quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio. Ed ha per legge il precetto nuovo di amare come lo stesso Cristo ci ha amato " (L.G. 2.9).

 

Mi concedo del tempo per pregare:

O Spirito Santo,

Amore, vita e libertà dell'anima mia,

libera il mio essere da tutto ciò che non è amore di Dio e delle persone

a cominciare da quelle che vivono con me.

 

 

CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 

 

È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!