RITIRO ON LINE
marzo -  2006
 
 
 

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. 

Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, il Segno che mi è stato donato nel Battesimo e che mi contraddistingue come cristiano. 

“Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: <Beati…>”.

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso di Giovanni Paolo II, 25 Luglio 2002]

 “Il Dio, diventato agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.”

[S. Messa di inizio del Ministero Petrino, Omelia di Benedetto XVI, 24 Aprile 2005]

Invoco lo Spirito Santo:

Vieni, luce vera,

vieni, vita eterna,

vieni, mistero nascosto,

vieni, tesoro senza nome,

vieni, realtà ineffabile,

vieni, felicità senza fine,

vieni, luce senza tramonto,

vieni, risveglio di coloro che sono addormentati,

vieni, resurrezione dei morti,

vieni, Onnipotente, che sempre crei, ricrei e trasformi col tuo solo volere.

Vieni, tu che sempre stai immobile ed in ogni istante tutto interamente ti muovi e vieni a

noi distesi nelle tenebre, o tu che sei sopra tutti gli dei.

Vieni, gioia eterna, vieni, Tu che hai desiderato e che desideri la mia anima miserabile.

Vieni, Tu il solo dal solo, perché tu lo vedi, io sono solo.

Vieni, Tu che mi hai separato dal tutto e mi hai fatto solitario in questo mondo.

Vieni, Tu che sei divenuto tu stesso il mio desiderio, che mi hai fatto desiderare te, che sei

l'assolutamente inaccessibile.

Vieni, mio respiro e mia vita,

vieni, consolazione della mia povera anima.

Vieni, mia gioia, mia gloria, mia delizia senza fine.

(Simeone il Nuovo Teologo)

 Contemplo i segni della Passione che sono impressi nel Crocifisso.

“Raccolti intorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui…”

[XVII GMG Toronto, Festa di accoglienza dei giovani, Discorso del Santo Padre, 25 Luglio 2002]  

 

 LECTIO      Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano – Rm. 8,5-9.12-14

Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.

Parola di Dio 

La Parola di Dio scritta nella Bibbia si legge con la penna e non soltanto con gli occhi!

“Lettura” vuol dire leggere il testo sottolineando in modo da far risaltare le cose importanti.

È un’operazione facilissima, che però va fatta con la penna e non soltanto pensata.

  

MEDITATIO        Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro on line: “Il Grande Silenzio”! Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Contesto:

Il nostro brano è all'interno di quel capitolo 8 della lettera ai Romani in cui Paolo, dapprima con rigore teologico e poi con l'entusiasmo dell'innamorato, ci rende partecipi della ricchezza della vita nuova in Cristo che è generata e diretta dallo Spirito (8,10-14).

Tale vita esclude ogni condanna (8,1), ogni oppressione e paura (8,15); è un dono della benevolenza del Padre (6,23); è data dallo Spirito (8,11) e ci viene attraverso la morte e resurrezione di Cristo (5,10; 5, 17); è destinata a tutti gli uomini (Rm.5,18), è segnata dall'aiuto dello Spirito (8,13) che è stato Lui il primo e più valido protagonista della preghiera in noi (8,26-27).

 Struttura:

vv 5-8       È lo Spirito di Verità a infondere in noi una vita nuova con la necessaria forza per osservare la legge nuova (=Vangelo) che non esclude però quello che è vitale dell'antica. Qui si focalizza l'evidenza di un'opposizione: vita, pensieri, desideri della carne (“sarx”, istintività che trascina al male); vita, pensieri, desideri dello Spirito. Gli uni approdano alla morte, gli altri alla vita e alla pace (v.6).

vv 9.12-14   Il battezzato, abitato dallo Spirito della vita, è sotto il suo dominio (v.9); cioè è legato allo Spirito e non rimane in relazione con la carne, anzi è da Lui guidato (v.14).

 

Approfondimento del testo:

vv 5-6       Si evidenzia il fatto che c'è incompatibilità piena tra una vita che s’ispira ai dettami della “sarx” e quella che, invece, si lascia convertire, plasmare e guidare dallo Spirito. Da notare gli esiti opposti. Da una parte la morte spirituale, dall'altra il vigore della vita che fiorisce nella pace. La molla sono i desideri . “Prega perché il Signore ti sia guida nei tuoi desideri” (cfr Tb 4,19), consiglia Tobi al figlio Tobia; “Il Signore appaga i desideri di quelli che lo temono” (Sal 145,19); certo, perché essi hanno crocifisso la carne coi suoi desideri (cfr Gal 5,24), decisi ormai a mortificare questi desideri cattivi (cfr Col 3,5).

vv.7-8       I desideri della carne portano a uno stato di morte spirituale perché spingono al peccato che instaura una situazione di ostilità nel rapporto dell'uomo con Dio. Infatti la “sarx” non accetta di sottoporsi alla legge di Dio e neanche potrebbe farlo perché, per se stessa, è costituzionalmente debolezza e fragilità.

v.9          La nostra appartenenza a Cristo è dovuta al fatto che è lo Spirito ad abitare in noi, è lo Spirito che grida nell'intimo del nostro cuore “Abbà (tenerissimo nomignolo aramaico), Padre” (Gal 4,6). vivere da cristiani è dunque lasciarsi ispirare da Lui in tutto il proprio comportamento.

vv.12-13       Se c'è un essere debitori non è certo verso la “sarx”, ma verso Dio e ciò si esplica esattamente in quell’amore vicendevole che ci dà di adempire la legge (cfr Rom 13,8). Se, seguendo lo Spirito e col potente suo aiuto uccideremo le opere della “sarx”, sapremo cioè dire di no a quel complesso di tendenze, passioni, istintività che legano l'uomo alla corporeità e lo chiudono nella terrestrità, nel suo egoismo, allora avremo la vita piena: quella che durerà sempre. Si tratta di rinnegare quelle realtà di peccato elencate in Gal 5,19-21, ispirate proprio dalla “sarx” e ricordare che Gesù è venuto perché noi abbiamo la vita e l'abbiamo in pienezza (cfr Gv 10,10).

v.14                Stupenda definizione del cristiano! I guidati dallo Spirito di Dio sono coloro che, afferrati fin dentro le radici della loro persona dalla potenza dello Spirito di Dio, possono vivere da figli, non da schiavi, perciò con un tale impegno sorretto dalla fiducia che il loro pensare, amare e operare è “frutto dello Spirito” e dunque conforme a quanto descritto in Gal 5,22.

 

 

…attualizzando:

“La vita religiosa deve essere anzitutto compresa ed affermata come vita “pneumatica” perché ispirata, suscitata e sorretta dallo Spirito Santo che accompagna la sua Chiesa nel cammino verso il Regno fino alla venuta gloriosa del Signore Gesù, invocato dallo stesso Spirito e dalla Chiesa pellegrinante”.

 

Se è lo “Spirito della Vita” che vuol avere la regìa della nostra esistenza, quanto importa che siamo anzitutto persone vive, aperte a tutto ciò che è vero, giusto, buono, bello, rinnegando in noi con la forza dello Spirito che ci abita, con la “spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Cfr Ef 6), le pulsioni o pensieri che ci attraggono disordinatamente verso la morte spirituale! Qual è il disordine di fondo? Mettere al centro l’ego, anche ponendo in modo distorto, deformato, l'ideale di santità. Lo si sogna in chiave di volontarismo o di quietismo e, alla fine, lo si butta dalla finestra a favore di un vivere alla giornata in balìa dei propri desideri contingenti.

 

Poniamo l'accento sui desideri. Noi siamo i nostri desideri. Se sono dominati dalla “sarx”: desiderio di primeggiare, d'essere al centro dell'attenzione affettiva ed estimativa degli altri, corsa all'efficientismo, al protagonismo del fare, all'agitarsi di un super-ego non liberato dallo Spirito, andiamo verso la morte spirituale, quasi senza accorgersene, una morte che è apatia e secolarismo coniugati nella giornata. Chiediamo, invochiamo anzitutto la purificazione dei desideri.

 

“Desiderium: sinus cordis”, dicevano i Padri (sinus come piega più intima del cuore). Sostituiamo, con la forza dello Spirito (v 12) i desideri della carne (che spesso sono soltanto bisogni artificialmente prodotti dalla società consumistica e mass mediale) coi desideri dello Spirito che portano alla vita e alla pace (v 6), cioè ad un tipo di esistenza dov’è l'amore a dettare legge; quell'amore che lo Spirito Santo stesso diffonde nel cuore abitato da Lui (cfr Rm 8,12), quell'amore che con la pace e la gioia (cfr Gal 5,22) realizza una personalità cara a Dio e amabile per gli uomini; “amor meus, pondus meus”, diceva S. Agostino.

 

Se è l'amore di Dio e del prossimo a dettar legge interiormente, la persona consacrata acquista un movimento che a lungo andare le diventa spontaneo: quello di rapidissimi e continui rientri nella zona abitata nel profondo del cuore dov'è lo Spirito di Dio ad aiutarla a discernere. Questo che desidero e voglio è secondo Dio, secondo le prospettive e le logiche evangeliche? Lo voglio dunque anch'io!

 

Questo che mi trovo a volere o a rifiutare è più dalla parte della mondanità, del possesso, magari del fare violenza psicologica alle persone, del voler emergere, dell'acconsentire del tutto egoistico? Mi rifiuto di acconsentire. Questi movimenti insistiti di rientro in sé nella forza dello Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza, a lungo andare ci fanno camminare da figli sospinti dallo Spirito e dai suoi desideri. Evitiamo così dei falsi desideri o delle immagini idealizzate di noi stessi e degli altri.

 

È a questo punto che la tenerezza, l'affabilità, spesso confuse con erotismo e sensualità, possono emergere purificate, libere, insieme con l'energia, l'efficacia, il gusto della bellezza, la creatività, una misurata fiducia in se stessi, nelle proprie capacità date da Dio, spesso confuse con l'orgoglio e tutto questo nell'unificazione di un'esistenza che vive unicamente per Dio per la sua gloria per il trionfo del Regno, che vive con Gesù in compagnia dei fratelli, ma sotto lo sguardo del Padre, nella guida dello Spirito Santo. La priorità non è convertire il mondo, ma convertirsi da una vita solo “psichica” a “pneumatica” e perciò cristiana, perché è Cristo e il suo Vangelo a dare l'impronta di sé. Il resto viene di conseguenza.

 

“Guarda questa finestra: non è altro che un buco vuoto nel muro, ma grazie ad essa tutta la stanza è piena di luce”.   Nell'edificio della Chiesa la persona consacrata, e tutti i cristiani lo sono fin dal giorno del loro Battesimo, è anzitutto “quel buco”, dal quale entra la luce.

Se si svuota di desideri e atteggiamenti secondo la carne, se s'impegna a camminare secondo lo Spirito e, dunque, non soddisfa i desideri a Lui contrari, se non si stanca di seminare nello Spirito, seminare dimenticanza di sé, pazienza, bontà, gioia, mitezza, accettazione dell'altro e degli eventi letti in chiave di mistero pasquale, la persona consacrata diventa una “finestra” per la Chiesa e per il mondo.

 

È questo il suo primo e autentico apostolato: ciò si ottiene anzitutto con l'attingere forza nel Signore e nel vigore della sua potenza (Ef.6,10) con una fede-preghiera che diventi respiro di fiducia; ma anche con l'impegnarsi in un diuturno combattimento spirituale (cfr. l'armatura di Dio in Ef.6,11-20) che tenda a detronizzare l’ego al centro del proprio essere e a sostituirlo con Gesù respirato, vissuto, amato con la potenza-aiuto dello Spirito. Questo è il segreto non solo della mia vita personale cristianamente autentica, ma anche di una comunità viva in comunione.

 

La Parola m’interpella:

Quali desideri e pulsioni mi dominano solitamente?

C'è armonia tra il mio fiducioso ricorrere alla potenza dello Spirito e il mio rivestire "le armi di Dio" per un combattimento spirituale mai assillante, ma perseverante?

Che cosa blocca in me la pace, l'unificazione?

Che cosa paralizza la mia vita fraterna nella comunità di cui faccio parte?

 

  La meditazione non è fine a se stessa, ma tende a farmi entrare in dialogo con Gesù, a diventare preghiera.

 

 ORATIO     Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

Ripenso a "fallimenti", contrarietà, prove subite durante la mia vita e, rivedendo ogni evento nel dominio dello Spirito, interiorizzo, in preghiera, queste espressione salmiche:

 Bene per me se sono stato umiliato perché io impari ad obbedirti.

 

Nell'ora della paura, io in te confido

in Dio di cui lodo la Parola

in Dio confido non avrò timore

che cosa potrà farmi l'uomo?

 

Mi rifugio all'ombra delle tue ali finché sia passato il pericolo.

 

Prego lo splendido Inno che chiude il capitolo 8 della Lettera ai Romani (8,31-37) e mi abbandono allo Spirito Santo perché io, in effetti, mi lasci guidare da Lui per esprimere Cristo allo sguardo del Padre e nella compagnia delle sorelle e dei fratelli.

 Considero in un clima di preghiera questo prospetto di segni opposti.

I segni dell'azione dello Spirito sono:

        - pace

        - semplicità

        - apertura al dialogo e flessibilità

        - un coraggioso approdare all'azione

        - sentimenti d'impotenza consegnati allo spirito

I segni di un modo d'essere non guidato dallo Spirito sono:

        - ansietà - tensione - paura

        - complicazione (che non è complessità)

        - chiusura e rigidità

        - polemizzare e non approdare mai all'azione concreta

        - sensi d'inferiorità o di protagonismo non consegnati allo spirito.  

Padre,

per Gesù,

ti chiedo una vita in piena dipendenza dallo Spirito Santo

perché, da Lui guidata,

io attenda alle cose del tuo Regno.

 

 

CONTEMPLATIO Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarsi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.

 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo

a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria

per tutti i secoli dei secoli.

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questo brano, quello che mi ha colpito di più nella meditatio, che ho ripetuto nell’oratio, che ho vissuto come adorazione e preghiera silenziosa nella contemplatio e adesso vivo nell’actio.

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

  

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!