RITIRO ON LINE
settembre -  2005  

 


Siamo venuti per adorarlo

(Mt 2,2)

 

 

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

 

 

“Sia santificato il tuo nome! Abbiano gli uomini tale conoscenza di Dio da essere intimamente convinti che non c’è almeno più santo di Lui, e che nessuno più di Lui devono temere di offendere.”  (Sant’Agostino)

 

 

“Signore…”

 

 

Dio e Padre nostro,

io credo che Tu sei presente in mezzo a noi,

accresci la mia fede.

Forse c’è chi dice:

“io non ci credo sul serio”

Riusciamo ad individuare il motivo che maggiormente

ostacola questa adesione di fede?

Dio e Padre nostro,

credo che tu meriti il primo posto

nella mia vita,

accresci la mia fede.

Forse c’è qualcuno o qualcosa

che occupa un posto più importante di Dio

nella la mia esistenza?

Dio e Padre nostro,

credo che hai diritto di chiedermi tutto,

accresci la mia fede.

Davvero sono disposto a dire di sì a Dio,

dovunque mi voglia condurre,

qualsiasi cosa mi voglia chiedere?

 

 

Introduzione:

 

 

ü      Il nostro Ritiro On Line è una scuola di preghiera sul Padre Nostro, la preghiera che Gesù ha insegnato non soltanto ai suoi apostoli, ma ai cristiani di tutti i tempi; è nostro preciso dovere penetrare e vivere il Padre Nostro. Non è solo una preghiera ma è uno stile di vita.

Il Padre Nostro è Parola di Dio e come tale non dà soltanto risposte, suscita domande, magari domande fondamentali che abbiamo sempre soffocato sotto la coltre di interessi banali o la nostra superficialità hanno accumulato. Lasciamoci interpellare: non pretendiamo soltanto risposte alle nostre domande, ma lasciamo anche che il Signore educhi le nostre domande.

 

ü      I presupposti della preghiera: parola, ascolto, silenzio.

La nostra preghiera è già risposta alla Parola di Dio, è Lui che prende l’iniziativa, è Lui che parla e agisce per primo.

Una parola, per quanto suggestiva, ha effetto se ascoltata e accolta. Condizione assoluta perché questo ascolto e questa esperienza si possano realizzare è il silenzio. Perché il Verbo, la Parola possa essere percepita bisogna zittire le nostre chiacchiere. Per conseguenza non ci può essere preghiera, che è risposta alla Parola di Dio accolta, senza un clima di silenzio.

Il mondo moderno ha paura del silenzio, congiura in continuazione contro il silenzio, fa di tutto per stordire la nostra vita di chiacchiere e di frastuono.

È molto importante riscoprire il silenzio, avere il coraggio di ritagliare qualche segmento delle nostre giornate in cui lasciarci fasciare del silenzio, perché solo in quell’atmosfera possono nascere le domande vere, profonde della vita, e può farsi sentire la voce di Dio.

 

 

Ascolto della Parola di Dio

 

Faccio notare che le prime tre invocazioni del Padre Nostro non riguardano noi, ma Dio. Gesù, insegnandoci il Padre Nostro, ci educa a volgere il nostro sguardo, la nostra attenzione, la nostra implorazione prima di tutto a Dio, ci invita a porre non noi ma Dio al centro della nostra preghiera. Questa è centrata o “scentrata” secondo se collochiamo Dio o noi stessi al centro di essa.

Nelle prime tre domande registriamo due verbi al passivo (sia santificato, sia fatta…) ed un verbo intransitivo (venga). Questo dato letterario vuol rimarcare, secondo un procedimento rabbinico, che l’esaudimento e la realizzazione di queste prime tre domande è innanzitutto un affare di Dio. Lui solo le può far diventare realtà. Noi siamo chiamati semplicemente a chiedere, ad implorare che ciò avvenga al più presto, ma non siamo i protagonisti di questa attuazione.

 

Che cosa significa il nome nella Bibbia?

 

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. (Sal 8,2)

 

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato. (Is 49,1)

 

Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome. (Fil 2,9)

 

 

Per la riflessione…

 

Significa qualcosa di più profondo di quanto non risulti nella nostra cultura. Il nome indica l’identità di una persona. Dare il nome significa fissarne la vocazione, il destino. Conoscere il nome di qualcuno vuol dire percepirne la realtà nel suo aspetto più profondo, e proprio per questo talvolta avere potere su di lui, averlo in mano. Cambiare il nome ad un persona significa destinarlo ad una nuova missione: così fa Dio con Abramo, così fa Gesù con Pietro. I tre passi della Bibbia riportati documentano quanto detto:

il nome di Dio, cioè la sue identità di Signore e dominatore del creato, si rivela grandiosamente ovunque (Sal 8,2);

Dio ha pronunciato il nome del profeta fin dal grembo materno, cioè ha ideato un progetto, ha determinato una vocazione per lui prima che ancora nascesse, e questo si ripete per ciascuno di noi: Dio non ci fa in serie (Is 49,1);

il Padre ha dato un nome a suo Figlio, cioè lo ha costituito, anche in quanto uomo, Signore dell’umanità e dell’universo, mediante la Risurrezione e l’Ascensione (Fil 2,9).

 

 

Dio ha un nome?

 

 

 

Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro? ”. Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono! ”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. Dio aggiunse a Mosè: “Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. (Es 3,13-15)

 

Il Signore passò davanti a lui proclamando: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione”. (Es 34,6-7)

 

Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli. (Is 42,8)

 

 

 

 

 

Dio ha un nome, nel senso che è un Tu al quale ci possiamo rivolgere. È un Dio personale che si è rivelato, che vuol entrare in comunione, in alleanza con l’uomo. Noi siamo in grado di conoscere questo nome, noi abbiamo la capacità di percepire e penetrare la realtà di Dio ma mai completamente, soltanto per quella parte che Dio ha creduto bene manifestarci.

Es 34, 6-7: qui è Dio stesso che definisce la propria identità: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato…” . Nella storia della salvezza, questa identità, questo nome di Dio si è rivelato. È soprattutto Gesù che rivela Dio come misericordia, amore, perdono. Notate comunque che il testo citato contemporaneamente dice che Dio non è uno della cui bontà si possa approfittare: il peccato lo rigetta, ed il male di cui non ci si pente attira il suo castigo.

Ma forse a noi risulta un po’ più oscuro l’altro nome che Dio attribuisce a se stesso in Es 3,13-15: “Io sono colui che sono”. Notare che il termine Jahvè, che traduciamo in italiano con Signore, deriva da questa formula. Javhè significa “Io sono”.

Dio dandosi questo nome rivela a Mosè, al popolo ma anche ai cristiani di tutti i tempi che … “Io esisto per voi, io sono presente alla vostra vita”. La modalità di questa presenza, che si ricava dall’analisi esegetica di questa formula, è attiva, continua e libera.

Attiva: sono presente alla vostra vita, l’accompagno efficacemente, potete contare su di me, non sto pacifico al di sopra delle nuvole a godermi la mia perfezione. Sono mescolato alla vostra esistenza, mi interessate davvero!

Continua: vi ho salvato, vi salvo, vi salverò; dunque è una presenza dinamica che si esercita sempre, dappertutto, senza limiti di spazio e di tempo.

Libera: voi non potete pretendere di imbrigliarmi, di mettere le mani su di me e quindi di farmi scattare ed agire quando vi fa comodo, come fanno i maghi; come e quando agire per la vostra salvezza lo decido io, e questo perché la so più lunga di voi sul vostro vero bene! Tutte le nostre lagne su “Ecco, Dio non mi ascolta, fa il sordo…”, nascondono, sotto sotto, la pretesa di manovrare Dio a capriccio!

 

 

 

Santificare

 

Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua fedeltà, per la tua grazia. (Sal 115,1)

 

Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno. (Gv 12,18)

 

E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”. (Gv 17,26)

 

Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. (2Ts 1,11-12)

 

…vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. (Ap 22,4)

 

 

 

 

 

 

Che cosa chiediamo a Dio quando gli diciamo:”Sia santificato il tuo nome”? Due cose fondamentalmente:

 

ü      Dio, rivelati a tutti per quello che sei, fa in modo che la tua identità di Dio buono, fedele, misericordioso venga riconosciuta da tutti, che i tuoi disegni di salvezza siano percepiti e portino gli uomini a lodarti, magnificarti, glorificarti, come avviene di continuo nella liturgia del cielo.

ü      Il peccato impedisce o rallenta il riconoscimento della santità di Dio, addirittura S. Paolo dice che a causa del nostro comportamento malvagio, il nome di Dio può venire bestemmiato (cfr Rm 2,24).

Contemporaneamente in questa invocazione noi chiediamo di essere santi, che il suo nome sia santificato più che da noi, in noi, che cioè nella Chiesa ed in ciascuno di noi possa risplendere la santità, la bontà, la misericordia del Padre. Come Gesù è stato la trasparenza mirabile del Padre, ha fatto conoscere il suo nome, ha rivelato cioè stupendamente l’identità del Padre – “chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9) – anche noi siamo chiamati a rivelare nella nostra vita la sua realtà.

Gesù ce l’ha detto con parole chiarissime: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,17).

La citazione dell’Apocalisse dice: vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte. (Ap 22,4). In Paradiso cioè la santità di Dio risplenderà pienamente nei salvati, senza più ostacoli od ombre; Dio sarà davvero tutto in tutti. Il nostro “nome”, in un certo senso, coinciderà con quello di Dio.

 

 

 

Per la preghiera…

 

 

Dio è l'amore, ha creato l'amore,

ti ha creato per amore,

ti ama di un amore infinito

poiché senza difetti e senza limiti, eterno,

poiché sei stato desiderato

da Lui sin dall'eternità, disinteressato,

poiché Dio ha ed è tutto, personale,

poiché il Signore ti ama da sempre

e ti amerà per sempre.

Il Signore ti conosce come nessuno ti conosce,

ti conosce per quello che sei,

nella realtà più intima e segreta

che neanche tu conosci.

Ti ama come nessuno ti ama,

e proprio come sei e per quello che sei.

Si può dire che c'è

un solo vero innamorato di te,

ed e' il tuo Dio !

Sei la cosa che incredibilmente

Lo affascina più di ogni altra.

Sei la Sua vera, grande passione!

Te l'ha dimostrato donandoti ciò che aveva di più caro

e di più prezioso: il Suo Figlio Gesù!

È difficile capire l'amore che Dio ha per te!

Un amore che mai ti tradirà. Dio, dunque, ti ha creato

perché ti ama; ti ha creato per amore.

E quale legge poteva darti se non l'amore?

Sei stato creato per conoscerlo, per amarlo,

per servirlo in questa vita, per goderlo, nell'altra, in Paradiso.

Dio offre amore e vuole amore.

Solo Dio può appagare il cuore umano

fatto esclusivamente per Lui.

Non c'e' amore più vero e completo del Suo.

Dio e' l'unico oggetto meritevole di tutto il tuo amore.

Egli però non ti forza, non ti si impone con minacce e paure,

non Ti obbliga ad accoglierlo.

Continua solo, con una tenerezza

e con una fedeltà che rasentano la follia,

a ripeterti in molti modi la Sua incredibile

dichiarazione di amore.

Fa come l'innamorato che non desiste dal suo intento,

perché é sicuro che quella porta,

prima o poi, si aprirà.

 

(Mons. Novello Pederzini).

 

 

  

Per il mese…

 

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

 

Cerco ogni giorno di trovare un po’ di tempo per pregare, anche solo per ruminare la frase che il Signore mi ha indicato nella riflessione.

 

Prego con la Liturgia della Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

 

Concludo il momento di preghiera recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

 

Arrivederci!