RITIRO ON LINE                                                                                                   
settembre 2016

                                                                                                                                                                                                                                                

 

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

 
Spirito che aleggi sulle acque,
calma in noi le dissonanze,
i flutti inquieti, il rumore delle parole,
i turbini di vanità,
e fa sorgere nel silenzio
la Parola che ci ricrea.
Spirito che in un sospiro sussurri
al nostro spirito il Nome del Padre,
vieni a radunare tutti i nostri desideri,

falli crescere in fascio di luce
che sia risposta alla tua luce,
la Parola del Giorno nuovo.

Spirito di Dio, linfa d’amore
dell’albero immenso su cui ci innesti,
che tutti i nostri fratelli
ci appaiano come un dono
nel grande Corpo in cui matura
la Parola di comunione.

(Frère Pierre-Yves di Taizé)

 

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.

 

 

 

 

MEDITARE, CIOÈ COMPORRE IL MOSAICO DI DIO

Proseguiamo la riflessione/preghiera che parte da alcuni Salmi, aiutati da spunti di padre Moretti, dehoniano.

I Salmi sono una musica con cui Dio ci invita a danzare con lui la nostra vita.

I Salmi hanno il potere di svegliare ciò che dorme dentro di noi e di trascinarci in una festa capace di illuminare tutti i momenti della vita. I Salmi ci aiutano a comporre il “mosaico” di Dio.

Buona meditazione e buona preghiera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LECTIO Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti.  (Salmo 77)

2 La mia voce verso Dio: io grido aiuto!

La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.

3 Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore,

nella notte le mie mani sono tese e non si stancano;

l’anima mia rifiuta di calmarsi.

4 Mi ricordo di Dio e gemo,

medito e viene meno il mio spirito.

5 Tu trattieni dal sonno i miei occhi,

sono turbato e incapace di parlare.

6 Ripenso ai giorni passati,

ricordo gli anni lontani.

7 Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:

medito e il mio spirito si va interrogando.

8 Forse il Signore ci respingerà per sempre,

non sarà mai più benevolo con noi?

9 È forse cessato per sempre il suo amore,

è finita la sua promessa per sempre?

10 Può Dio aver dimenticato la pietà,

aver chiuso nell’ira la sua misericordia?

11 E ho detto: «Questo è il mio tormento:

è mutata la destra dell’Altissimo».

12 Ricordo i prodigi del Signore,

sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.

13 Vado considerando le tue opere,

medito tutte le tue prodezze.

14 O Dio, santa è la tua via;

quale dio è grande come il nostro Dio?

15 Tu sei il Dio che opera meraviglie,

manifesti la tua forza fra i popoli.

16 Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,

i figli di Giacobbe e di Giuseppe.

17 Ti videro le acque, o Dio,

ti videro le acque e ne furono sconvolte;

sussultarono anche gli abissi.

18 Le nubi rovesciavano acqua,

scoppiava il tuono nel cielo;

le tue saette guizzavano.

19 Il boato dei tuoi tuoni nel turbine,

le tue folgori rischiaravano il mondo;

tremava e si scuoteva la terra.

20 Sul mare la tua via,

i tuoi sentieri sulle grandi acque,

ma le tue orme non furono riconosciute.

21 Guidasti come un gregge il tuo popolo

per mano di Mosè e di Aronne.

 (salmo 77)

 

 

 

 

 

 

 

MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !  Il protagonista è lo Spirito Santo.

 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".

 

Due icone per iniziare

Invece di definire che cos'è meditare, prendiamo due esempi dalle Scritture; da questi intuiremo il senso profondo della meditazione.

Il Vangelo di Luca, dopo aver narrato i vari momenti della nascita di Gesù, descrive l'atteggiamento spirituale di Maria con queste parole:

«19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (dopo la visita dei pastori) e dopo l'angoscia dello smarrimento di Gesù  al tempio e il misterioso dialogo dopo il ritrovamento: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore».

 L’atteggiamento di Maria è espresso in greco con il verbo “synbàllo” che significa letteralmente: mettere insieme, fare un puzzle, il puzzle di Dio in questo caso.

Maria è stata coinvolta in avvenimenti più grandi di lei (l'annuncio dell'angelo, la maternità dell'anziana cugina Elisabetta, la sua stessa maternità, la nascita dello strano figlio che porta in grembo, la visita dei pastori, le profezie degli anziani Simeone e Anna, lo smarrimento al tempio...) e cerca di capire il disegno che sta a monte di tutti questi avvenimenti, il disegno che Dio sta realizzando. Nella sua vita sarà sempre sorpresa da avvenimenti inattesi e sconcertanti, ma continuerà sempre a meditare in silenzio cercando di comporre nel suo cuore il disegno di chi conduce gli eventi. Di fronte agli interventi di Dio che non capisce, Maria "medita".

 

A scuola dal Maestro

Gesù di Nazareth aveva posto al centro della sua attenzione e della sua preghiera, il disegno del Padre. Passava notti intere in "meditazione" per scoprire la volontà del Padre su di lui, per farne poi il suo nutrimento: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua » (Gv 4,34). La sua meditazione lo portava a un dialogo profondo con il Padre, con l'uomo e le sue vicende, con il creato. Per questo Gesù capisce l'uomo, i suoi problemi, le sue vicende.

Fin dall'inizio della sua vita manifesta il bisogno di ascoltare questa "voce dall'alto": Gesù rimane a Gerusalemme per ascoltare i dottori del Tempio, che in quel contesto rappresentavano “la verità”.

In uno dei suoi scontri con i Giudei chiarisce ancora meglio: «Colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui. Io non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi lascia solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». (Gv 8,26-29).

È l'uomo autentico, che non fa nulla senza aver prima "chiesto un parere" a Dio; è l'uomo autentico che è guidato costantemente da una visione profonda della realtà.

 

Alunni del Maestro

Seguendo il suo esempio anche noi dobbiamo riflettere (meditare) sulla realtà che è dentro di noi, sopra di noi e attorno a noi. Questa meditazione esige: silenzio inteso come calma interiore; rispetto inteso come stima per quanto ci si presenta all'attenzione; umiltà intesa come capacità di riconoscere i propri limiti; pazienza e costanza cioè la disponibilità di concedere alla realtà la piena possibilità di esprimersi.

«Meditare» è una capacità che cresce con la maturità; è un'arte che non si sviluppa da sola, ma che esige un grande impegno interiore.

 

Meditare

Meditare... su che cosa? Che cosa mettere al centro della nostra meditazione? Seguiamo sempre le orme del Maestro che sapeva leggere il messaggio del creato. Tutto il creato è fatto di parole "solidificate" (il creato è nato dalle parole che Dio ha pronunciato all'inizio). Per chi sa ascoltare tutto parla: gli alberi, i fiori, gli uccelli, le stagioni, gli esseri umani...

Osservava e interpretava.

Dietro agli avvenimenti e alle cose c'è sempre un secondo messaggio meno immediato ma più profondo. L’antico Israele insegna: mentre noi cerchiamo di impadronirci dei segreti scientifici (per poter dominare meglio le forze naturali) Israele cercava di cogliere i messaggi che gli eventi e le cose nascondevano.

 

La Parola rompe il silenzio

"È stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare un progetto alla nostra vita". Sono le prime parole della prima lettera scritta dal card. Martini alla sua diocesi.

Come dire che il misterioso disegno che Dio sta realizzando con noi e per noi lo possiamo scoprire a partire dalla Parola che egli ci ha rivelato. Cristo è la Parola che apre alla comprensione di quel misterioso progetto che Dio ha su di noi.

Gli eventi della nostra vita diventano mosaico quando li collochiamo nel disegno che Dio ha fatto. Per questo è indispensabile capire tale disegno.

Quando noi "meditiamo" la parola del Signore facciamo scorta di luce per illuminare i nostri avvenimenti e per capirne il senso. Verranno giorni in cui si farà buio e freddo nella nostra vita e allora avremo bisogno di calore (il calore di un amore che non tradisce), avremo bisogno di speranza (la promessa che il Signore ci ha fatto non sarà mai smentita perché Dio è fedele), avremo bisogno di forza per proseguire il nostro cammino (la parola del Signore meditata conforta, cioè rende forti).

 

Le scorte per l’inverno

I Salmi offrono all'orante degli stimoli per apprezzare la propria vita e le sue vicende sotto la luce di Dio.

Il "giorno del Signore", quando noi celebriamo le sue meraviglie, è il tempo in cui facciamo scorta di "Parola"... per riuscire a capire, a decodificare le tante parole che sentiremo lungo la settimana; facciamo scorta di suoni e di silenzi per dare un  senso ai rumori quotidiani.

 

Alla scuola dei Salmi

Non è facile cercare il volto di Dio negli avvenimenti e nelle persone che incontriamo ogni giorno. Non bastano la filosofia, la psicologia e le altre scienze... perché Dio lo si conosce con il cuore prima che con la testa. Non siamo noi che riusciamo a scoprire Dio, è Dio che decide di farsi conoscere da noi; è da lui che ci dobbiamo far guidare. La sua pedagogia è particolarmente evidente nei Salmi. Mentre li preghiamo essi liberano in noi le capacità che Dio ci ha dato avviandoci  nell'avventura  della  vita.  Proviamo a seguire il percorso spirituale del Salmo 77 (vedi il testo nel capitolo Lectio).

 

Percorso del Salmo

L'autore del Salmo è un pio Giudeo rimasto in Palestina al tempo della deportazione a Babilonia. La città di Gerusalemme e il tempio sono distrutti e sono già passati diversi anni. Il pio Giudeo ricorda con dolore le belle feste di un tempo, e il pensiero lo porta all'amara situazione che si  è abbattuta su Israele:

 

•• «6Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. 7Un canto nella notte mi ritorna nel cuore: medito e il mio spirito si va interrogando».

Sta rivivendo, nel suo spirito, il dramma del suo popolo, la catastrofe della sconfitta militare e l'esilio del 587 a.c.

 

•• «La mia voce verso Dio, perché mi ascolti.... nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi». Giorno e notte non cessa di pregare con una costanza che commuove: non potrebbe essere meglio espresso il dolore che grava sull'orante come una cappa pesantissima. Arriva a rifiutare ogni parola di conforto che gli viene offerta, sente venire meno il suo spirito; è fortemente  turbato.

 

•• «4Mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito. 5Tu trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare. 6Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani». Nelle lunghe ore di insonnia medita ("tu trattieni i miei occhi dal sonno"), ripensa, ricorda, riflette, si pone mille domande, ma non riesce a darsi una plausibile risposta: «Rifletto e il mio spirito si va interrogando» . Si tratta evidentemente di una notte del cuore, è il suo tormento.

••  «11E ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo» . In un momento di esasperazione arriva perfino a dire a se stesso: «È mutata la destra dell'Altissimo», cioè Dio non si occupa più del suo popolo. Ma la fede incrollabile che i suoi padri gli hanno trasmesso è così radicata nel suo cuore, che, pur nell'impatto duro con tutte le delusioni, non riesce a dubitare di Dio. Anche l'orante di oggi nei momenti della prova deve ritornare al patrimonio di fede che gli è stato trasmesso dagli anziani.

 

•• «12Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. 13Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze». E torna a ricordare le meraviglie  di un  tempo,  va  ripetendo a se stesso le opere del Signore; tutto questo infonde al salmista nuova pace e serenità di spirito. Egli si rifà al passato per trovarvi motivi di certezza che gettino luce sul presente, perché è quello che Dio ha fatto che dà sicurezza e non quello che abbiamo fatto noi, che è sempre precario. Per questo l'orante esprime il suo abbandono in Dio: «14O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio?». 

 

•• «15Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli. 16Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe». Visto il buon risultato ottenuto, il salmista insiste nell'evocare i ricordi e meditarli; a questo punto la memoria va a frugare,  senza esitazioni, nelle precise rievocazioni delle meraviglie  dell'Esodo,  soprattutto  quella  del Mare Rosso, e conclude: «20Sul mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono riconosciute» ; Dio condusse il suo  popolo  per  una  via  impossibile e, poiché le acque ritornarono  quiete  come prima, non restò traccia alcuna  del  suo passaggio. Dio passa sempre con discrezione anche sulle piste della nostra storia oggi.  Non lascia  tracce ma agisce.

 

•• «21Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne» . Il Salmo si chiude, all'improvviso, con la visione del popolo di Dio, guidato da Dio stesso per mano di Mosè e di Aronne. Forse il salmista ha finalmente trovato in quella visione la risposta che andava cercando; è riuscito, meditando, a capire il senso degli eventi accaduti. O forse sta consegnando ai credenti che verranno dopo di  lui  i  suggerimenti  per superare le tentazioni nella fede, e ci consente di affermare con Giovanni: «Anche noi abbiamo creduto all'amore»!

 

Invito alla meditazione

Questo Salmo è stato giustamente intitolato "meditazione notturna".  E’ la ricerca della luce nella notte buia del dolore. È un percorso in cui ogni credente può riconoscersi. I passi fatti dal salmista potranno essere una buona indicazione per ogni credente che intende meditare sulla situazione in cui vive e cercar lì una risposta che lo guidi nella vita. Elenchiamo le tappe del percorso:

-       lamentazione sul  presente. Questo Salmo non si apre come una serena meditazione, ma come una pressante domanda a Dio perché infranga il suo silenzio e risponda all'invocazione che sale a lui;

-       il ricordo  del passato  come punto di partenza per il futuro (il ricordo degli interventi salvifici di Dio nell'Esodo ma anche nella vita dei singoli);

-       il passaggio discreto di Dio che non lascia orme sui sentieri dell'acqua.

 

Narra un'antica leggenda che quando l'uomo pecca si rompe il filo che lo tiene legato a Dio. Se l'uomo avverte il suo sbaglio e chiede a Dio che lo aiuti, Dio interviene a riannodare il filo; ma quanti più nodi si fanno e più l'uomo e Dio si riavvicinano. O felix culpa!

Peccato che l'uomo spesso o non riconosca la sua colpa o voglia porvi rimedio da solo. Allora le distanze rimangono.

 

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ORATIO Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

O Gesù, 
fare la volontà del Padre tuo, 
agire in vista di lui fu il tuo cibo, 
fu ciò di cui vivesti. 
Sia anche questo il nostro cibo, 
la nostra vita: 
agire incessantemente in vista di te, 
vivere di ciò, 
vivere del pensiero della tua volontà, 
del pensiero della tua gloria, 
di questa ricerca, 
di questa realizzazione.
Avere incessantemente la tua volontà,
la tua gloria, dinnanzi agli occhi. 
Ecco la nostra vita, 
il nostro pane quotidiano, 
il nostro cibo in ogni istante,
secondo il tuo esempio, 
o mio Signore e mio Dio.


(Charles de Foucauld)

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.  È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,  nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.

Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!

Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.

Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...

Arrivederci!

           

(spunti liberamente tratti da alcune riflessioni di padre Giuseppe Moretti, dehoniano)