| RITIRO ON LINE - settembre 2021   | 
 
Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso. Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi.

(San Proculo – Naturno – Alto Adige)
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		Bisogna che tutti noi troviamo  
		
		
		il tempo di restare in silenzio  e di contemplare. 
		
		
		Dio è amico del silenzio: 
		
		
		dobbiamo ascoltare Dio 
		
		
		perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, 
		
		
		ma quello che egli dice a noi 
		
		
		e attraverso di noi. | Puoi pregare in qualsiasi momento e ovunque. 
		
		
		Io credo che davvero 
		
		
		la benzina della nostra vita 
		
		
		sia la preghiera. 
		 
		
		(Madre Teresa di Calcutta) 
		 | 
Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.
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"PREGARE IL PADRE NOSTRO"
“Gesù 
pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era 
racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non era sfuggito ai suoi 
discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata: 
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).
Gesù mette sulle labbra dei suoi discepoli una preghiera breve, audace, fatta di 
sette domande – un numero che nella Bibbia non è 
casuale,  indica 
pienezza”.
Questa presentazione introduce le meditazioni di papa Francesco sul Padre 
Nostro, da lui tenute nelle udienze generali del mercoledì. Sono un materiale 
prezioso da approfondire nei nostri momenti di riflessione.
 
 
LECTIO
Apro la Parola di Dio e leggo in piedi i brani che mi vengono proposti. 
9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che 
sei nei cieli, 
sia santificato il tuo nome, 
10
venga il tuo regno, 
sia fatta la tua volontà, 
come in cielo così in terra. 
11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 
12 e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 
13 e non abbandonarci alla tentazione, ma 
liberaci dal male.
(Mt 6,12)
”7Io 
vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più 
che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.  
10Così, 
io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si 
converte».
(Lc 15,7.10)
14Se 
voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei 
cieli perdonerà anche a voi; 
15ma 
se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre 
colpe.
(Mt 6,14-15)
21Allora 
Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe 
contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 
22E 
Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte 
sette.  
23Per 
questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i 
suoi servi. 
24Aveva 
cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva 
diecimila talenti. 
25Poiché 
costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui 
con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 
26Allora 
il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti 
restituirò ogni cosa”. 
27Il 
padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il 
debito.  
28Appena 
uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo 
prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”.
29Il 
suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti 
restituirò”. 
30Ma 
egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato 
il debito.  
31Visto 
quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a 
riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 
32Allora 
il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho 
condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 
33Non 
dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di 
te?”. 
34Sdegnato, 
il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il 
dovuto. 
35Così 
anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al 
proprio fratello».
(Mt18,21-35)
MEDITATIO   
Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. 
Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona 
più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: 
il grande 
silenzio! Il protagonista è lo Spirito 
Santo.
	
	 Il 
	modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi 
	come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia 
	Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di 
	amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in 
	un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore"
	
Oggi ci soffermiamo sull’espressione 
«come 
anche noi li rimettiamo ai nostri debitori»
(Mt 6,12).
Noi, debitori
Abbiamo visto 
che è proprio dell’uomo essere 
debitore davanti a Dio: da Lui abbiamo 
ricevuto tutto, in termini di
natura e di
grazia. La
nostra vita non
solo è
stata voluta, ma è
stata amata da Dio. Davvero non c’è 
spazio per la presunzione quando 
congiungiamo le mani per
pregare. Non
esistono nella Chiesa
self made man, uomini che si
sono fatti da
soli. Siamo tutti debitori verso Dio 
e verso tante persone che ci
hanno regalato condizioni di
vita favorevoli.
La 
nostra
identità
si 
costruisce
a partire
dal 
bene ricevuto. Il
primo è la
vita.
Grazie
Chi prega impara a dire 
“grazie”. E noi tante volte ci dimentichiamo
di dire 
“grazie”, siamo egoisti. 
Chi 
prega impara 
a dire 
“grazie” e
chiede a
Dio di
essere benevolo 
con lui o
con lei. Per 
quanto ci
sforziamo, 
rimane 
sempre un
debito incolmabile davanti a
Dio, che mai 
potremo restituire: 
Egli ci
ama 
infinitamente 
più di
quanto 
noi 
lo 
amiamo. 
E
poi, 
per 
quanto 
ci 
impegniamo a
vivere secondo 
gli 
insegnamenti cristiani, nella nostra 
vita ci
sarà 
sempre qualcosa di
cui 
chiedere perdono: pensiamo ai
giorni 
trascorsi pigramente, ai
momenti in cui il rancore ha occupato 
il nostro cuore e così via. Sono queste esperienze, purtroppo non rare, che ci
fanno implorare: «Signore, Padre, rimetti
a noi i
nostri debiti». Chiediamo 
così 
perdono a
Dio.
Relazione verticale e relazione orizzontale
A pensarci bene, 
l’invocazione  poteva 
anche  limitarsi a
questa prima 
parte; 
sarebbe stata bella. Invece 
Gesù la
salda con una
seconda espressione che fa
tutt’uno con la
prima. La
relazione di
benevolenza 
verticale da
parte di
Dio si
rifrange ed è
chiamata a
tradursi in
una 
relazione nuova 
che 
viviamo 
con i
nostri fratelli: 
una relazione 
orizzontale. Il Dio 
buono ci
invita a
essere tutti quanti buoni. Le
due parti 
dell’invocazione si
legano 
insieme
con una 
congiunzione impietosa: chiediamo al 
Signore di
rimettere i
nostri debiti,
i nostri
peccati, «come»
noi 
perdoniamo 
i nostri amici, la
gente 
che vive con noi, i
nostri vicini, la
gente 
che ci ha
fatto qualcosa di
non 
bello.
Ogni 
cristiano 
sa che 
esiste 
per lui il
perdono 
dei peccati, 
questo lo sappiamo tutti: 
Dio 
perdona tutto e
perdona 
sempre. Quando 
Gesù 
racconta 
ai suoi 
discepoli il
volto di
Dio, lo
tratteggia 
con 
espressioni di
tenera 
 misericordia.
Dice che c’è più 
gioia 
nei 
cieli 
per un
peccatore
che si
pente, piuttosto 
che per una 
folla di
giusti che non hanno 
bisogno 
di 
conversione 
(cfr 
Lc 
15,7.10). 
Nulla 
nei 
Vangeli 
lascia sospettare 
che Dio non 
perdoni  
i peccati di
chi è
ben 
disposto e
chiede di
essere riabbracciato.
E’ un impegno
Ma la grazia di
Dio, così 
abbondante, è
sempre impegnativa. Chi ha ricevuto 
tanto deve imparare a dare tanto
e 
non
trattenere
solo
per
sé 
quello
che
ha 
ricevuto. 
Chi ha
ricevuto tanto 
deve 
imparare a
dare 
tanto. 
Non è un
caso che il
Vangelo di
Matteo, subito 
dopo aver 
regalato
il 
testo
del
Padre
nostro,
tra
le 
sette
espressioni 
usate si soffermi a
sottolineare proprio quella del
per- 
dono
fraterno:
«Se
voi
infatti
perdonerete
agli
altri
le
loro colpe, 
il Padre vostro 
che è
nei 
cieli perdonerà anche a voi; ma se 
voi non perdonerete agli altri, neppure il
Padre
vostro
perdonerà
le
vostre
colpe»
(Mt
6,14-15). 
Ma questo è forte! Io penso: alcune volte ho sentito
gente 
che ha
detto: 
«Io non 
perdonerò 
mai 
quella 
persona! Quello che mi hanno fatto 
non lo perdonerò mai!». Ma se tu
non 
perdoni, 
Dio non ti
perdonerà. 
Tu 
chiudi la
porta.
Pensiamo, 
noi, 
se siamo capaci di
perdonare o se
non 
perdoniamo.
Se tu 
non 
perdoni, 
Dio non 
ti 
perdonerà. 
Pensiamo, 
noi che 
stiamo 
qui, 
se noi 
perdoniamo o se
siamo 
capaci 
di 
perdonare. «Padre, 
io 
non 
ce la 
faccio, 
perché
quella
gente
me ne
ha 
fatte
tante».
Ma
se tu
non ce la
fai, 
chiedi al
Signore 
che ti
dia la
forza 
per farcela: 
«Signore, aiutami a perdonare». 
Ritroviamo qui la
saldatura 
tra 
l’amore 
per Dio e
quello 
per il
prossimo. Amore
chiama
amore,
perdono
chiama
perdono.
Il perdono fraterno
Ancora 
in Matteo troviamo 
una 
parabola intensissima 
dedicata
al
perdono
fraterno
(cfr
18,21-35).
C’era
un
servo che 
aveva contratto un
debito 
enorme con il
suo re: diecimila talenti! Una somma 
impossibile da restituire; 
non so
quanto sarebbe oggi, ma
centinaia di
milioni.
Però 
succede il
miracolo, e
quel servo
riceve 
non 
una 
dilazione 
di 
pagamento, 
ma il 
condono 
pieno. 
Una grazia insperata! Ma
ecco che 
proprio 
quel servo,
subito dopo, si
accanisce contro un suo
fratello che gli
deve 
cento denari –
piccola 
cosa – e,
pur 
essendo 
questa una 
cifra accessibile, 
non 
accetta scuse né
suppliche. Perciò, alla fine, il 
padrone lo richiama e lo fa condannare. 
Perché se non ti
sforzi di
perdonare, 
non 
verrai perdonato; se
non ti
sforzi di
amare, nemmeno verrai amato.
Gesù 
inserisce 
nei rapporti 
umani 
la forza 
del 
perdono. Nella 
vita non 
tutto si
risolve 
con la
giustizia. 
No. Soprattutto
laddove
si
deve
mettere
un
argine
al
male,
qualcuno 
deve amare oltre il
dovuto, 
per 
ricominciare 
una 
storia di
grazia. Il
male 
conosce le
sue 
vendette, e se non lo si interrompe 
rischia di dilagare soffocando il mondo
intero.
La legge dell’amore
Alla 
legge 
del 
taglione 
– quello 
che tu
hai 
fatto 
a me, 
io lo restituisco a te 
–, Gesù 
sostituisce la
legge dell’amore: quello 
che Dio ha
fatto a
me, io lo
restituisco a
te! 
Pensiamo oggi, 
se io sono 
capace 
di perdonare. 
E se non mi
sento capace, 
devo 
chiedere al
Signore 
che mi
dia la
grazia di
perdonare, perché è
una 
grazia il
saper
perdonare.
Dio dona 
a ogni 
cristiano 
la 
grazia 
di 
scrivere 
una 
storia di
bene 
nella 
vita dei suoi 
fratelli, specialmente di
quelli 
che 
hanno compiuto qualcosa di
spiacevole e di
sbagliato.
Con una 
parola, un
abbraccio, un
sorriso,
possiamo
trasmettere
agli
altri
ciò
che
abbiamo
ricevuto
di 
più prezioso. 
Qual 
è la 
cosa 
preziosa 
che noi 
abbiamo 
ricevuto? Il
perdono, che
dobbiamo essere capaci di
dare 
anche 
agli
altri.

 (catechesi di 
Papa Francesco del 24 aprile 2019)
ORATIO
Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla 
meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa 
preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti 
gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano 
ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.
| Insegnaci, Signore Gesù, a vivere come te, a rispondere al Padre come hai fatto tu: non a parole, ma con la vita, non con altisonanti promesse che si perdono nel vento, ma con scelte umili e coraggiose. | Convertici, Signore, riportaci a Dio Padre; insegnaci a invertire il senso del nostro andare, per allontanarci dai sentieri di morte e raggiungere le sorgenti della vita. (suor Mariangela - Qumran) | 
Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente, 
nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti 
i secoli dei secoli.  Amen
ACTIO 
   Mi impegno a 
vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore 
e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita! 
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica 
del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di 
lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!           
  
(tratto 
dalle catechesi di Papa Francesco)
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